Recensione di "Guerra e Pace"
Titolo: Guerra e Pace
Autore: Lev Tolstoj
Genere: Classico
Trama:Scritto da Lev Tolstoj tra il 1863 e il 1869, "Guerra e pace" è considerato il più grande romanzo russo. In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Natasa, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli.
Prezzo copertina: 17,90 euro.
Trama:Scritto da Lev Tolstoj tra il 1863 e il 1869, "Guerra e pace" è considerato il più grande romanzo russo. In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Natasa, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli.
Prezzo copertina: 17,90 euro.
Recensione: Confesso,
senza nessuna vergogna, che recensire un capolavoro del genere mi
spaventa e non poco.
Ma
qualcuno mi ha consigliato di scriverla, nonostante la mia
apprensione.
Guerra
e Pace è, indubbiamente, un romanzo senza tempo. La sua
incredibile e mastodontica storia riesce ancora a stupire i lettori a
distanza di secoli.
Guerra
e Pace è un romanzo eclettico! Lo sfondo, con un'importanza
sempre più persistente nell'andamento del romanzo, è quello delle
guerre napoleoniche e sottolinea l'importanza del contesto storico in
cui si svolge la vicenda.
Come
personaggi primari abbiamo tre importanti famiglie della società
altolocata russa: i Rostov, i Bolkonskiji, e i Bezuchov; e accanto a
loro, ovviamente, troviamo anche altri personaggi fondamentali. E già
qui, emerge la bravura squisita di Tolstoj nel saper filare le
diverse vicende e intrecciarle magnificamente tra di loro, dando allo
stesso tempo un'impronta unica ad ogni personaggio.
La
sua scrittura è qualcosa d'incredibile, rivestita da una potenza che
dà una forte ossatura all'intero romanzo, mantenendo una prosa dal
sapore ottocentesco che riesce ad esser attuale. Ci sono state alcune
parti, però, in cui la lettura mi è risultata non proprio
scorrevole con alcune digressioni fin troppo esaustive.
I
risvolti storici del romanzo sono strutturati bene, con
un'oggettività che ti permette di inquadrare a grandi linee le
vicende. Nel romanzo sono presenti numerose battaglie, tra cui quelle
ormai diventate celebri come la battaglia di Borodino, e lo scrittore
riesce bene a giostrarsi nelle descrizioni di come si dovrebbero
svolgere le battaglie programmate a tavolino e come invece,
effettivamente, si svolgono.
Inoltre,
possiede la bravura di condurti nell'opulenza della nobiltà del
tempo e riesce a farti vivere la bellezza naturale dei paesaggi
russi.
L'intero
romanzo è caratterizzato da diversi protagonisti che affrontano:
dilemmi esistenziali, dubbi personali, fiducie mal riposte, ingenuità
sconsiderate, amori mal corrisposti, incomprensioni sospese,
gentilezze spontanee; ma sopratutto l'amore e l'odio, che nel romanzo
assumono diverse forme con diverse gradualità. Tolstoj ci porta
dentro le vicende personali di alcune famiglie che pensano e agiscono
in maniera differente, scontrandosi fra di loro, mentre Napoleone
avanza verso la capitale, Mosca.
Il
mio personaggio preferito è, senza alcuna ombra di dubbio, la
principessa Maria. L'ho trovata come un vaso colmo di sentimenti
inespressi, tenuti rigidi dalla morale di cosa sia giusto pensare e
fare e da cosa invece non lo è. Quindi è molto composta
nell'esprimersi e nel controllarsi, tranne che per gli occhi neri e
lucidi. Occhi che bruciano, che piangono, che vivono e che dimostrano
l'animo tormentato del suo personaggio, al quale nessuno può
resistere, nonostante venga descritta come una persona visibilmente
priva di grazia.
Uno
degli elementi che più ho apprezzato nel romanzo è l'amore
inespresso tra le righe che lega la principessa Maria e suo padre: il
loro legame è così lontano dall'essere idilliaco che è proprio per
questo motivo così autentico.
Ma
devo dire che ogni personaggio riesce ad entrarti dentro in
determinati momenti. Ad esempio, ho apprezzato tantissimo il monologo
interiore che vede come protagonista il principe Andrej Bolkonskiji
alla vigilia della sua ultima battaglia. Sono poche pagine in cui
Tolstoj riesce a mettere a nudo l'animo di questo personaggio,
riuscendo a rendere bene i tormenti più profondi e misteriosi
dell'animo umano.
E
come non amare la vivacità sprizzante della giovane Natascia? O
l'intraprendenza del suo giovanissimo fratello Petja. O ancora la
crescita personale di Nikolaj. La malinconia profonda, che poi si
trasforma in persistente tristezza, nella povera e sventurata Sonja.
La bontà e le crisi esistenziali che portano alla perdizione, alla
confusione e infine ad una agognata maturazione nel conte Bezuchov.
Guerra
e Pace riesce a comunicare la forza di una nazione russa che
risiede non nell'imperatore e neanche tra i diversi comandanti
insigniti alla croce di san Giorgio. Infatti Tolstoj è molto chiaro
su questo punto, che è fondamentale nel capire l'intero romanzo: la
forza risiede nel popolo russo, nella massa.
Una
cosa che ho apprezzato tantissimo nel romanzo è proprio l'ironia nel
dissacrare il mito dell'eroe singolo, visto come proclamatore degli
eventi; infatti esso viene totalmente scansato dal popolo russo, che
ha milioni di facce diverse, vestiti con fogge differenti eppure
possiede il medesimo amore per la patria, un amore che non può
conoscere sconfitta o decadimento.
Non
sono estranea alla scrittura di Tolstoj, ma devo ammettere che mi
sento più affine al suo romanzo Anna Karenina. Lì la sua
scrittura è in qualche modo migliore, infatti è stato uno dei suoi
romanzi che ho letto come se fosse un lungo respiro.
Voto: 8/10
Consiglio questo romanzo
se volete:
- leggere uno libro caposaldo della letteratura classica
- immergervi nella Russia ottocentesca
- leggere un romanzo che mette a nudo i sentimenti umani.
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