Autrice: Gea Petrini
Titolo: Il Trono del Lupo
Trama: La Muraglia d’Argento imprigiona il Regno di Varros da mille anni. Nessuno entra. Nessuno esce. Le streghe vivono in clandestinità e i lupi governano con il pugno di ferro. Opal Asharyn crea candele in un villaggio di montagna, ma custodisce un segreto che può sconvolgere il destino di tutti: è l’ultima Mercante di Anime, nata dalla stirpe perduta delle Spine Nere. Può negoziare con la morte, chiedendo un prezzo per la pace… o per la dannazione. Quando il re lupo muore, una profezia scuote la Corte: solo il matrimonio tra l’erede al trono e una Mercante di Anime spezzerà la maledizione e farà crollare la Muraglia. Opal non intende piegarsi. Trascinata a Palazzo, impone una condizione per guadagnare tempo: sceglierà lei chi sposare tra i tre pretendenti al trono. Quaranta giorni ai Vargan per farla innamorare. Quaranta giorni a lei per sabotare la profezia. Thorne Vargan è un principe, capo dei Lupi d’Argento, cacciatore di streghe. Non ha mai desiderato la corona. Ma Varros ha fame e solo un guerriero disposto a tutto può salvare il regno, anche se questo significa legarsi alla sua nemica più pericolosa. Il potere ha un prezzo. E l’amore potrebbe essere il più alto di tutti.
Prezzo di copertina: 18,99 euro (disponibile anche versione kindle a 0,99 euro)
Recensione.
Il nuovo
romantasy firmato dalla mirabile penna di Gea Petrini. Dopo aver scritto una trilogia dark fantasy emozionante (
qui per spulciare la recensione del primo volume)e due serie urban fantasy paranormal romance (
qui per leggere Shadow Girls e
qui per leggere Shadow Academy) l’autrice torna a deliziarci con un romanzo fantasy e romance autoconclusivo con una trama parecchio intrigante.
Nessuno entra e nessuno esce nel Regno di Varros, tenuto nella morsa da una maledizione millenaria attraverso una Muraglia d’Argento. In questo regno governano i lupi e le streghe si nascondono, costantemente stanate e odiate per aver confinato la popolazione. L’argento è proibito, che fa male ai lupi ed è fonte del potere delle streghe.
Una profezia, che reclamerà sangue e dolore, chiede qualcosa che in apparenza pare impossibile: chi erediterà al Trono dovrà sposare una strega peculiare per poter mettere fine alla maledizione. Siete pronti ad entrare in una storia intensa, con colpi di scena e strette al cuore?
Il romanzo è il dual pov e i nostri due protagonisti sono: Thorne, il principe secondogenito lupo d’argento della stirpe dei Vargan, che possiedono il Trono, non è avvezzo a stare a palazzo, preferisce di gran lunga aiutare il suo popolo a scovare e uccidere le streghe clandestine, la sorellanza delle Spine Rosse, colpevoli della Muraglia. È l’alfa di un branco di lupi a lui fedeli. Leale, orgoglioso e feroce.
Opal, invece, è la ceraiola di un piccolo paesino... ma anche una strega assai peculiare, infatti è l’ultima Mercante di Anime, capace di poter dare pace alle anime dei defunti dopo il trapasso. Vive con la zia Hester e adora Elenna, la sua piccola aiutante, una bambina sveglia e quieta che segue Opal con devozione. Intelligente, giusta e compassionevole.
La prosa sembra viva, cupa e ricca, capace di un’intensità che ci accende come una candela, con una nota selvatica che ci induce ad entrare ancora più a fondo nella vicenda che inizia a srotolarsi di fronte a noi.
Possiamo capire immediatamente che la storia è parecchio articolata. Il Re del Trono del Lupo è morto portando il Regno in un momento di grande instabilità. E sono diversi i personaggi che iniziano a muoversi in questa trama che si infittisce di oscurità ad ogni nuovo passo: abbiamo i quattro Signori del Sangue, lupi protettori delle terre di Varros, crudeli, pomposi, battaglieri e propensi sempre al proprio tornaconto; i Custodi, culto della religione della Dea Morraya, dea della caccia e creatrice dei lupi, il culto ha sottili e infidi modi per tentare di influenzare la Corona. E poi abbiamo la Voce della Dea, colei che profetizza che il sangue degli eredi di Vargan dovrà unirsi a quello della Mercante di Anime per poter spezzare la maledizione di cui sono soggetti.
La Voce, però, avverte che la strega che cercano ha un potere diverso dalle altre sue sorelle: un potere che sfiora la Morte stessa, capace di condannare anime e renderle erranti. Un potere che potrebbe sconvolgere il futuro designato.
È una profezia ridondante che getta la politica fragile del regno nel caos: sangue d’erede e non l’erede designato da spazio di manovra a chi possiede il sangue dei Vargan, dunque Nym, il primogenito, suo fratello Throne… ma anche lo zio Varek. I tre lupi reali rimasti che desiderano impugnare la spada del re, Artiglio di Ferro. La caccia ha inizio: i tre pretendenti cercheranno di rendere la Mercante la propria sposa. Ma Opal non ha nessuna intenzione di diventare una pedina passiva nella loro brutale lotta al potere. Tuttavia, come ha decretato la Voce della Dea, entro quaranta giorni la nostra protagonista dovrà scegliere il proprio sposo.
Insieme ad Opal cerchiamo di ambientarci nella vita del Palazzo, un luogo particolare dove eleganza e natura si intrecciano tra di loro. Una corte piena di complotti e segreti sussurrati sottovoce, nonché un costante disprezzo e pericolo nei suoi confronti. Le verrà affidata una guardia personale, il lupo che fa parte del gruppo di Throne, Renn. Nel frattempo, i pretendenti fingono interesse nei confronti della nostra Opal per essere scelti, ma dover sposare e marchiare una strega per loro è motivo di offesa e lo lasciano trasparire. La tensione si carica, lenta e inesorabile, riempie le grandi sale e avviluppa i personaggi.
Ci sarò un moto di orgoglio verso la nostra protagonista che è destinato solo a crescere: è una situazione orribile e pericolosa, eppure, Opal si rifiuta di essere vista come una semplice preda da questi cacciatori possenti ed esperti. La Mercante di Anime non è incline a farsi terrorizzare e comandare, inizia pian piano a mettere a punto un proprio piano nel contesto in cui è costretta a vivere. Ne cerca le vulnerabilità, le increspature che rivelano i veri volti dietro ghigni di maschere regali di finzioni.
Una cosa è certa: non si può fidare di nessuno. Ma…un certo principe sembra riuscire sempre ad avvicinarsi un po’ troppo.
Prima di passare ai nostri due protagonisti spendiamo due parole sui personaggi secondari, ben realizzati (ma stiamo parlando di Gea Petrini, non mi stupisco!).
Nym, l’erede al trono che adesso deve contendere per averlo. Si è preparato tutta la vita a questo arduo ruolo, rinunciando e impegnandosi nel suo compito. È un personaggio di cui si denota soprattutto la sua compostezza, una lastra gelata che tenta di non far guizzare nulla al di sotto.
Varek, lo zio, comandante della Guardia Reale, il più infido e ambizioso, pronto a giocare sporco pur di ottenere ciò che gli è sempre stato precluso, prima dal fratello e adesso dai nipoti.
E qui passiamo ai due lupi d’argento che sono legati a Throne, essendo dello stesso branco e si avverte immediatamente il legame che hanno. Abbiamo Renn e Silas, diversi come il sole e la notte: il primo è il più grande, incline all’apertura e fiducia, dall’altra parte Silsa, invece, è giovane e serio, che odia le streghe in modo viscerale.
Sono personaggi che si muovono bene all’interno della storia riuscendo ad approfondire la trama, non solo con le loro azioni ma anche con le loro emozioni.
E passiamo all’enemy to lovers, scritto in modo semplicemente divino. Siamo di fronte a due nemici che si odiano e si disprezzano, non solo perché fanno parte di due fazioni totalmente opposte che da secoli lottano tra di loro, streghe e lupi; ma la visione di Opal e Throne sono totalmente differenti: una vuole preservare la Muraglia per non permettere ai lupi di poter vagare nelle Terre Dimenticate e terrorizzarne gli abitanti, con il desiderio di voler proteggere l’eredità delle streghe. Un’eredità che ne ha portate moltissime alla morte.
Dall’altra parte, il principe desidera veder distrutta la Muraglia ed essere finalmente libero dal giogo della maledizione, per poter dare respiro anche ai conflitti interni che minacciano di ridurre la popolazione ancora più disperata.
Accecati dall'odio di cosa l’altro rappresenta non si vedono come singoli individui, ma piuttosto come il simbolo di qualcosa che tentano di combattere da una vita. Quanto delizioso angst! Minacce, insulti e rabbia che però pare sbriciolarsi sempre un po’ di più…
- Opal è giusta, insolente, ostinata, ben sfrontata, forte di una volontà che le arde nel petto. Veniamo subito incantati dal suo personaggio, dal coraggio intrinseco e dalla sua fresca schiettezza. Il principe d’argento la inquieta in modo incomprensibile, e quegli occhi duri e ambrati che pare vogliano demolire ogni sua difesa… iniziano a fare breccia.
- Thorne è cupo, combattivo, quieto, pieno di responsabilità e onori che cerca sempre di adempiere, per il suo branco e per l’intera popolazione. In lui c’è una sofferenza che lo rende inquieto e quasi un po’ dannato. E questa strega si insinua con facilità disarmante, non è come la aspettava, non c’è cattiveria nei suoi modi… una spina che inizia ad aggrovigliarsi nel suo cuore.
L’autrice riesce a condurci con facilità nel world building da lei creato.
C’è una decisa nota dark in tutta l’ambientazione che viene arricchita dalla violenza, dal desiderio, dalla rabbia, un’intensità che si abbatte sul lettore con forza. Aggiungiamo un pizzico di irrequietudine che serpeggia bene nella trama, legandoci ai suoi avvenimenti.
Ma non solo, le descrizioni all’interno del romanzo sono fantastiche e facilitano di molto l’immaginazione del contesto, con una vivacità definita semplicemente bella. Possiamo avvertire il profumo dolce e di bosco che emanano le candele colorate, gli sbuffi gelidi di anime che si attardano a trapassare, e ancora il ringhio di lupo che ci provoca un brivido. Il luccichio della Muraglia che ci ricorda in modo lapidario del confine di questo luogo. Occhi che si cercano e segreti che si intrecciano in sotterfugi finemente intessuti.
La prosa ci accarezza, facendoci avvertire l’ampio respiro che la penna riesce a dare, bordi insidiosi di brama e odio che si infrangono sui cuori con una voracità che ci fa annaspare.
Il Trono del Lupo, dimostra più e più volte di non essere solo una storia d’amore in un contesto fantasy.
Si parla di oppressioni, di ribelli, di coraggiosi e crudeli, di vigliacchi e di pacieri. Con l’interregno i sottili equilibri si iniziano ad incrinare, la popolazione è affamata, il cibo scarseggia e i potenti cercano di ottenere più potere a discapito dei molti.
In un contesto difficile la Muraglia e di conseguenza le streghe vengono additate come i peggior mali a cui cadono le colpe di tutto. Ma è davvero solo questo?
L’autrice di mostra due fazioni che non sono esimi di colpa, c’è una spirale di odio, prevalsa e vendetta che continua a girare in modo frenetico, peggiorandosi, e se nessuno ha il coraggio di perdonare, di fermarsi, di guardare oltre, di rischiare… beh, questa catena non potrà essere spezzata.
E qui si intrecciata una bellissima sottotrama: dove sia la nostra Mercante che la guardia Renn instaurano una sincera amicizia, un lupo che ha visto oltre la strega e una strega che vede nel lupo oltre quello che credeva i lupi fossero capaci. Una piccola crepa si insinua nella risoluzione di Opal, dimostrando come le fazioni non siano sempre categoriche.
La nostra scrittrice riesce a regalarci personaggi dinamici e giochi di potere che riescono a portare temi spinosi, ardui, complessi, che inducono a riflettere, a vedere oltre il pregiudizio che vuole offuscarci. La corruzione e la voglia di vendetta vagano libere in tutta Varros, streghe e lupi. Nemici, colpevoli che si allargano come una macchia. Carnefici e vittime che non risiedono in una sola fazione: i confini si annebbiano, verità storpiate a proprio piacimento, un desiderio di potere che piega tutto al proprio passaggio.
Un abisso in cui viene gettata violenza in tutte le sue forme, complotti taglienti, bugie e rituali oscuri… tutto per poter raggiungere quel Trono assai anelato. La domanda inizia a torturare i personaggi: chi è il vero mostro?
In mezzo a tutto questo c’è un amore che cerca di radicarsi, tra candele accese e odore di bosco. Torniamo sempre a loro, attratti come dei magneti. Opal e Throne. La Spina Nera e il Principe d’Argento. La strega e il lupo. La ceraiola e il guerriero.
Piano si spogliano dei loro compiti e ruoli, rimanendo nudi, fragili, sensuali, bisognosi di essere guardati oltre tutti i costrutti. E la rabbia si acquieta, l’odio perde il suo slancio, rimangono solo occhi, sospiri, mani, bocche e una fame d’amore che si intreccia in modo fitto, incapace di districarsi. C’è una frenesia celata nelle loro interazioni che preme sempre di venir fuori, una deliziosa tensione che appesantisce l’aria. Entrambi hanno il desiderio di proteggere la popolazione e di portare giustizia in una terra che pare non conoscerla più.
Davvero, lo slow burn è meraviglioso. C’è bisogno di tempo per distruggere pregiudizi finemente lavorati e per dare spazio a qualcos’altro per crescere. Qualcosa che fa ringhiare un certo lupo e fa tentennare la nostra strega.
A parte le interazioni tra i nostri due protagonisti che sono ben fatti, la carta vincente del romanzo, per me, è la capacità della scrittrice di sapere alternare momenti di complotti e densi di una rivalità che ti sale alla gola con momenti di tenerezza impacciata ma tanto anelata ad azioni intrepide di coraggio a quelle sensuali. Il ritmo non smette mai di stupire e ci invoglia continuamente a divorare questa succulente storia. E tra tutto questo mette anche a nudo i suoi personaggi, rivelandoci i loro bordi duri e le fragilità celate. Il bisogno di amore che strappa un ululato mentre si pensa all’odore intenso di ciliegie. C’è crudezza nelle emozioni di Opal e Thorne che destabilizzano proprio perché sono di impatto, non mitigati, e primordiali.
Le emozioni nei romandi di Gea Petrini vanno sempre oltre le pagine e i suoi personaggi e giungono fino a noi, rendendoci un groviglio di sensazioni. C’è tutto: rancore che scorre veloce come fiele, rabbia, empatia, odio, la difficile scelta di fare del bene, di provare, di aiutare, e ancora affetto, libertà, rivalsa e furia che entrano con furia. La sensualità che ci annienta e ci infuoca, l’amore che qui diviene arduo, feroce, bello, vero.
La prosa si altera, adesso pare correre libera e veloce verso qualcosa, come un lupo a caccia che non vuol far fuggire la propria preda. Minacce e tormenti hanno indurito il cuore di Opal, che deve forzarsi per fare ciò che ritiene giusto. Momenti inquieti annaspano intorno a noi, mentre ci avventuriamo nel buio della notte dove gli inganni intessuti con cura feriscono nel profondo.
Tutto si capovolge con foga e lo farà ancora e ancora, prima della fine. Non dico altro, non voglio assolutamente rovinare l’esperienza di vivere questa storia in prima persona. Dico solo che ho amato ogni singolo momento di questo romanzo, Opal e Throne.
L’autrice è riuscita di nuovo a regalarci qualcosa di unico, caldo e prezioso da custodire.
Commenti
Posta un commento