Recensione di "It"

 


Titolo: It

Autore: Stephen King

Genere: Horror

Trama: A Derry, una piccola cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma la pioggia è fitta e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede. Cercare di recuperarlo è l'ultimo gesto del bambino: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio, uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile, e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l'estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora. It, considerato una pietra miliare della letteratura americana, è un romanzo di bambini che diventano adulti e di adulti che devono tornare bambini, affrontando le loro paure nell'unico modo possibile: uniti da un'incrollabile amicizia

Prezzo di copertina: 14,500 lire. Versione recente tascabile: 17,96 euro.

Recensione: Considerato una colonna portante della letteratura contemporanea americana, non potevo non leggere uno dei capolavori indiscussi del celebre scrittore King.
Lo dico fin da subito: il romanzo ha superato le mie aspettative a pieni voti. Le parole di King ti affondano dentro, ti ammaliano, ti conquistano...ti terrorizzano.
Ma cos'è It? It è il terrore primordiale, che può assumere le più svariate forme. È il buio, è cattiveria, è il credere che i mostri sotto il letto siano reali e pronti ad afferrarti. Non si può sfuggire ad esso: It è ovunque, ed è Derry, questa cittadina malsana del Maine dove accadono atti inesplicabili e orribili di cui la gente non ricorda granché...o forse cerca con tutta sé stessa di non vedere, di non riconoscere le radici del Male, avviluppate gelosamente in un paesino a prima vista insignificante.
Il romanzo viene scandito dalle vicende di sette ragazzini, i nostri protagonisti, che si ritroveranno ad affrontare It più di una volta. La bravura dello scrittore può essere già notata nella naturalezza di questi personaggi caratterizzati in maniera incredibile, con delle sfumature e un background così articolati che non fatichi, mentre leggi il romanzo, a credere che questi ragazzini siano reali (e che magari siano proprio vicino a te...o sei tu ad essere vicino a loro?).
Lo scrittore scandisce i diversi episodi che portano all'inevitabile creazione del club dei “Perdenti”, avvenimento importante in quanto sancisce il legame venutosi a creare tra questi giovani. Un legame di amicizia di pura energia, che sembra essere in qualche modo governata da qualche forza buona lì fuori, li porterà a tener testa all'entità maligna che fa marcire la città e i suoi abitanti da tempo immemore.
King è geniale nello scegliere la “facciata” del Male quella del clown ballerino Pennywise! È un immagine che ispira sgomento, orrore, sembra essere uscita dal più vivido incubo.
L'inquietudine impregna ogni pagina di questo incredibile romanzo: c'è It anche se non scorgi la sua faccia da clown con i suoi terribili pon pon arancioni. È una discesa nella perfidia e del menefreghismo che infetta le azioni delle persone.
Nonostante la componente horror, il romanzo non è solo questo, King affronta temi importanti e sempre attuali: razzismo, le diverse forme di violenza, omosessualità, sessismo e i temi centrali dell'adolescenza, come il bullismo, le prime cotte, gli amori non corrisposti, l'importanza dell'amicizia, i rapporti figli-genitori.
Il libro è elaborato e pieno di dettagli, che danno un contesto e un ampia visuale della mentalità vigente, inoltre la scelta di alternare flashback e presente rende la storia ancora più incalzante; ed è caratterizzato da due principali flussi temporali: il passato ambientato nel 1958 e il presente l'odierno 1985, in cui vediamo che i nostri perdenti sono cresciuti, si sono fatti una vita lontana dalla loro casa d'infanzia e hanno dimenticato...ma hanno promesso, un giuramento sancito dal sangue e dalla pura serietà propria dei bambini, per affrontare insieme la loro più grande paura. E torneranno a Derry per affrontare il nemico di un passato che non ricordano bene.
Leggendo non puoi non essere travolto dalle emozioni più disparate, amplificate dall'innocenza e potenza dei sentimenti dei nostri perdenti, la consapevolezza di dover fare la cosa giusta, di combattere anche quando la paura è così vasta che potrebbe inghiottirti nei suoi pozzi oscuri, l'impegno di esserci che travalica il trascorrere degli anni.
Entri in sintonia con il romanzo che quando si arriva all'inevitabile fine si prova un senso di vuoto all'apparenza incolmabile.
Uno dei miei momenti preferiti è stata la rimpatriata 27 anni dopo, e Big Bill, che descrive la scena, sembra che il tempo non sia mai passato, la vecchia combriccola sorpresa ad essere rimasta la stessa: Richie è il solito Boccaccia, Eddie si è portato dietro un'intera farmacia ambulante, Mike è il solito osservatore riflessivo, Ben tiene tutto dentro e segue con gli occhi Bev, Beverly coraggiosa e felice di aver ritrovato i suoi vecchi amici, Bill che torna a balbettare.
Sono, innegabilmente, cresciuti ma Bill riesce a vederli com'erano un tempo. È un pensiero confortante e allo stesso tempo terrificante, colmo di emozione: essere tornati a casa.
Voglio dar un consiglio a chi non ama particolarmente i mattoni: non spaventatevi della sua prolissa mole! Ha pochi punti di attrito ma la lettura scorre che è una meraviglia, dategli un'opportunità.
Potrei continuare a lungo nel parlare di questo romanzo ma voglio evitare di scrivere un papiro; una certezza che mi ha invaso quando ho girato l'ultima pagina è che It merita una rilettura, indubbiamente.

Voto: 10/10.

Vi consiglio questo romanzo se:

  • volete leggere un'opera moderna
  • siete appassionati del genere horror
  • volete un libro che parli di horror, ma anche di molto altro

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