Queho. L'uomo nero dell'Ovest

 


Titolo: Queho. L'uomo nero dell'Ovest

Autore: Christian Sartirana

Prezzo: 12 euro (disponibile versione kindle a 2,99 euro)

Trama: Nevada, inizio Novecento.Il temibile gigante indiano Queho terrorizza la cittadina di White Crow, mentre una raccapricciante epidemia fa strage del bestiame.Toccherà al malinconico allevatore Leo e alla bella proprietaria del saloon Jane affrontare l’orrore celato dietro alla vicenda, in un crescendo di violenza e angoscia che sfocerà nel tragico finale.Brutalità, razzismo e mistero in un Horror Slasher dall’ambientazione Western che fa del dialogo lo strumento principe della narrazione e in cui non mancano piombo, polvere e sangue. In postfazione il saggio "Queho: un viaggio nel weird west tra serial killer, mummie e giganti" di Gian Mario Mollar


Recensione.

Un intenso racconto bordato da un linguaggio arido con poche, ma mirate, descrizioni ci conduce all'interno di un western spartano e crudele. I dialoghi presentano la struttura di un copione: un botta e risposta in cui si può avvertire l'odore intenso della polvere da sparo. Le scene crude racchiudono una sinistra bellezza e i colori sanguinolenti sembrano attirare l'intera attenzione in uno scenario desolato.
Il racconto, che si muove tra presente e sprazzi di passato, ci permette di entrare nella visuale di due differenti parti principali: i cittadini di White Crow e Queho. È un alternanza potente, in quanto permette una costante attenzione allo svolgimento della vicenda.
Ho adorato l'atmosfera western, (mea culpa, ne ho un debole) le dà quel tocco in più che si apprezza, e si può quasi sentire la sabbia che svolazza intorno ai vestiti, il sole cocente, il lieve vento che trasporta l'odore di violenza e paura che ti fa storcere le viscere.
Dalle memorie del passato apprendiamo che Queho è stato, fin da subito, sottoposto a isolamento e non riconoscimento da parte della propria tribù perché è anomalo. Tutto l'ostracismo che è portato a subire stoicamente facilitano il fertile terreno per l'habitat perfetto del demone, dentro di lui. Queho, allora, si rende conto di poter ispirare un sentimento puro e primitivo negli altri: il terrore. Dunque, Queho veste la parte dell'orrido indiano, accogliendo ciò che gli altri gli hanno inculcato e diventa furia sanguinaria.
Man mano che siamo sempre più immersi nella storia avvertiamo quest'indefinibile, dapprima, ombra cupa che viene lentamente, ma inesorabilmente, proiettata sempre con maggiore violenza all'interno del racconto fino a divenire ingombrante, irrespirabile. Ci infesta e ci guida, con lucida freddezza, in un finale angosciante.
E l'ansia sudata in particolari momenti in cui la narrazione è serrata e scarnificata, quando l'impatto con ciò che viene descritto è assordante...come il colpo di uno sparo che rimbomba in una cittadina ormai muta, morta.
Aggiungo che seppur in maniera marginale, abbiamo uno spaccato della mentalità prevalente dell'epoca, soprattutto in merito ai nativi americani: disprezzati e considerati una razza inferiore; quindi anche se con poche accenni e battute la predominazione dell'uomo bianco è onnipresente nel racconto. 
Per concludere, mi è molto piaciuto lo studio che troviamo subito dopo la conclusione del racconto. Si toccano argomenti interessanti: dalle leggende indiane a fatti di cronaca, ovviamente in mezzo a questi due poli vi è tanto altro; è stato interessante leggerne i contenuti (che consiglio di allegare a delle ricerche più approfondite).


Consiglio questo racconto se vi piacciono:

  • ambientazioni western

  • una narrazione slasher

  • film di Tarantino e compagnia bella.

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