La ragazza con l'occhio di vetro.

 



Titolo: La ragazza con l'occhio di vetro (e altre storie di amore dark)

Autore: Stefano Fantelli

Genere: Narrativa horror

Prezzo: 17,90 euro

Trama: Molti miti femminili hanno, non per caso, una tripartizione: tre le Moire, le Parche, le Nornem germaniche, le Brigit in Irlanda, le Roznicy slave. Tre anche le Marie sotto la croce (e tre, di nuovo, le sorelle vampire di Stoker). Stefano Fantelli, da brujo qual è, rinnova le sue e le nostre paure ancestrali, con un'abilità di scrittura in grado di farci temere, e al tempo stesso desiderare, l'incontro con le sue incarnazioni delle antiche divinità femminili.


Recensione.

Fin dalle prime pagine si è immersi nella sensazione d'essere in un inesplorato limbo tra la veglia e l'onirico; una sensazione che si percepisce ancora in bocca anche dopo aver concluso il libro.
Leggere questo romanzo è stato come un volteggiare in una casa disabitata, dove ogni singola stanza è stata saccheggiata ed è ormai abbellita solo con sparuti orpelli caduti in disuso. Eppure è affollata di gente, ricordi, fantasmi che raccontano una storia in cui un po' ti rivedi, un po' ti discosti. E ti invitano ad entrare.
Ogni racconto, che struttura l'intero romanzo, in cui entriamo è differente, ma presenta alcuni punti d'incontro, come ad esempio: le figure femminili esse riempiono la scena con la loro presenza, portatrice di sfuggenti desideri, movimenti bruschi, affilati pensieri e... qualcos'altro.
Qualcosa d'antico capace di farti rabbrividire piacevolmente o spalancare gli occhi per il terrore. Questo “qualcosa” in alcuni racconti è quasi inconsistente, come può esserlo la nebbia che si percepisce chiaramente, ed ha un sapore atavico; un sapore particolare che può essere notato nel vivido colore sanguinolento di muri o pelle imbrattata, nell'essenza sovrannaturale che pizzica la lingua o nell'occhio di vetro di una ragazza.
L'autore, con una lentezza mirata a torturare, ci fa discendere nei suoi racconti impregnati di una prosa poetica e malinconica in una Bologna vagamente tratteggiata, palpabile come se fosse magica. In altri invece, l'autore, ci scaraventa con una delicatezza contorta in racconti brutali, dove la violenza sembra essere l'unica vera risposta. Dunque, la narrazione diviene cinica, scarnificata da qualsiasi appiglio di redenzione e la penna dell'autore sembra dissezionare le trame di una realtà bucherellata da eventi paranormali e crudi sentimenti.
Ed ecco che i racconti presentano un altro punto di congiunzione tra di loro: eros e  thanatos, (spiegati esaustivamente nella prefazione) eternamente in combutta che si scontrano l'uno contro l'altro, amandosi, odiandosi, annullandosi in una forsennata e macabra danza priva di vincitori.
Alcuni dei racconti che ho letto hanno avuto poco impatto su di me, pur apprezzandone lo stile narrativo. Altri racconti, invece, li ho maggiormente apprezzati. Tra i miei preferiti ve ne sono un paio ambientati in una Bologna post-apocalittica o in un domani futuristico dai toni oscuri alla black mirror.
In conclusione, è un romanzo in cui c'è tanta verità scritta ai bordi, che taglia e brucia consapevolezze, emozioni e visioni proprie. Credo che risieda proprio qui il suo fulcro: i racconti possono essere un balsamo o veleno. È un libro che ti fa vivere la bellezza e bruttezza del mondo, in egual misura, perché senza l'uno o l'altro non si sarebbe completi.


Consiglio questo romanzo a chi:
  • piacciono le storie cupe
  • vuole provare una narrazione affilata
  • desidera entrare nella casa disabitata.

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