Per chi suona la campana.
Titolo: Per chi suona la campana
Autore: Ernest Hemingway
Genere: Narrativa
Prezzo: 14, 50 (nuova versione Mondadori)
Trama: Un episodio di guerriglia durante la guerra civile spagnola, un ponte che deve essere fatto saltare, un piccolo gruppo di partigiani uniti dall'unica speranza che "un giorno ogni pericolo sia vinto e il paese sia un posto dove si vive bene"; in mezzo a tutto questo, Robert Jordan, il dinamitardo, l'inglés giunto da Madrid per organizzare la distruzione del ponte. Robert è un irregolare nell'esercito repubblicano, un intellettuale votato a una causa che, tra mille dubbi, egli sente non meno sua degli altri: perché al di là di ogni errore e di ogni violenza ci sia pace e libertà per tutti.
Recensione.
È il mio primo approccio
allo scrittore Hemingway e ne sono rimasta folgorata. Per chi suona
la campana è un romanzo denso, cupo, tragico; e non può non essere
altrimenti: siamo nel pieno della Guerra civile spagnola, e insieme
al protagonista Robert Jordan viviamo la guerra attraverso i suoi
occhi da partigiano.
Sinceramente, l'inizio
del romanzo non ha entusiasmata, ho fatto fatica a leggere complice un
linguaggio e l'immersione in un contesto nuovo; ma quando Robert
viene mandato sui monti, tra un gruppo di guerriglia, con il compito
di far saltare un ponte, la narrazione ti incolla al romanzo. Vi è
una tensione impalpabile che permane l'intero libro e a tratti è
soffocante. L'incertezza, vissuta alla propria singolare maniera,
tiene compagnia tutti i componenti del gruppo di rappresaglia.
La penna di Hemingway è
incredibile, dipinge in maniera vividissima ogni personaggio; a tal
proposito, ho apprezzato il saper dare a quasi ogni personaggio un
momento loro per evidenziarne lo spessore. Con un pensiero, un
dialogo, un comportamento che ne rivela l'essenza insita del
personaggio in questione.
Lo scrittore riesce
abilmente a rivelare tantissimo in una singola frase, e come se
invitasse i lettori a fermarsi, interrogarsi, ad aprire un dibattito
con sé stessi per farti assaporare le contraddizioni insite della
guerra, i dilemmi dei combattenti e l'insensatezza di certe brutali
azioni. Dialoghi intensi e appassionati che straziano il cuore e
danno un ritmo di malinconia alla vicenda. Attraverso i lunghi flussi
di coscienza del protagonista possiamo renderci conto della presa di
posizione dello stesso scrittore, spesso è idealista, freddamente
razionale, altre, invece, è cinico, travolgente.
In questo romanzo ho
avuto due personaggi preferiti: Pilar, la mujer di Pablo capo del
gruppo, mi è piaciuta subito. Pilar è una donna schietta, onesta,
risoluta, intelligente. Crede fermamente nella Repubblica e combatte
per i valori con cui dovrebbe essere rivestita. Pilar ha un modo di
parlare che incanta, e quando prende in mano le redini della
narrazione tutto diviene un miscuglio di forti emozioni, dai sapori
dolci delle notti in Catalogna all'orribile odore di paura dei corpi
dell'inizio della rivoluzione.
In particolare, ce un
momento, in cui Pilar racconta un episodio passato dell'inizio del
movimento: l'epurazione dei fascisti dal proprio paesino. Lo
scrittore, attraverso la calda voce di Pilar, ci fa toccare quasi con
mano le incoerenze insite del conflitto. L'ultima camminata dei
fascisti in mezzo alle file dei “rivoluzionari” pronti a punirli,
dimostra come un'idea di giustizia può essere soppiantata dalla
cruda emozione di potere: la folla di giustizieri, che in nome di una
Repubblica al momento lontana come un vecchio sogno, si trasformano
in aguzzini esaltati dalla violenza. La possibilità di far male, di
dar voce alla rabbia, e rimanerne impuniti ubriaca la folla, mettendo
a tacere la coscienza e il buon senso, che fino a pochi attimi prima
aveva trattenuto la mano.
L'altro personaggio che
ho amato è stato Anselmo, anche lui come Pilar crede nella
Repubblica e non si tira indietro nel fare ciò che si deve per la
loro amata Spagna. Anselmo può essere riassunto come un grande
sentimento d'umanità disarmante. I suoi pensieri sono intimi, veri e
saggi. E, di nuovo, Hemingway attraverso Anselmo sintetizza una delle
più grandi e crude verità della guerra, di ogni guerra. Anselmo
spia un gruppo di soldati nazionalisti che chiacchierano tra di loro,
parlano di quotidianità, di speranze, di desideri, di paura. Anselmo
si rende conto che quei soldati sono uguali a lui, non sono cattivi e
nemmeno credenti fascisti. “Ci dividono solo gli ordini”, un muro
invalicabile, che li rende fratelli e nemici allo stesso tempo. Lo
scrittore, con una prosa fluente, racconta com'è la gente comune a
perdere, sempre. La gente comune, pedine bistrattate di una guerra
che non ha più il sapore di libertà.
Il romanzo ha diversi e
importanti temi principali. La morte, una costante, che riempie
gli spazi bianchi tra una parola battuta e l'altra. La paura della
morte che può spingerti a tradire gli ideali e a voltare le spalle
alla Repubblica; e quando la morte sembra incombere su di te, ti
spinge ad uccidere per non essere ucciso. La consapevolezza della
morte, che mischiata alla voglia di vivere ancora un po', ti spinge a
guardare la bellezza sulla collina in cui si è, a cercar di tener
fuori il rumore rombante dell'aereo nemico in avvicinamento.
L''ideologia
nell'opporsi al fascismo che si collega al comunismo, il dovere di
lottare, il diritto di odiare.
Abbiamo l'amore, impregnato
negli occhi di due amanti, nel volersi amare furiosamente adesso ed
ora, perché il domani potrebbe non esserci, ed è proprio in questo
momento che il desiderio pulsante di vita lascia senza fiato.
E la paura della
tecnologia, vista come una minacciosa ombra di morte e viene
personificata dai rombanti aerei che i fascisti hanno a disposizione.
Enormi, scintillanti e moderni, che guastano il blu del cielo e che
fanno apparire ancora più piccoli, insignificanti, indifesi i
partigiani.
In conclusione, Per chi
suona la campana è un romanzo che fa vorticosamente male. Ed è
giusto così. Il titolo stesso, viene preso da uno scritto di John
Donne, e vuole evidenziarne il concetto in cui nessun uomo è un
isola, un qualcosa a parte dal resto, tutti partecipiamo all'umanità,
alla storia. Ognuno di noi, nel suo piccolo, è responsabile
dell'azioni di questo stanco mondo. Sia che si volti la testa,
fingendo di non vedere, sia scegliere consapevolmente una parte.
Vi consiglio questo romanzo se volete:
- provare la scrittura di Hemingway.
- un romanzo che parli di guerriglia.
- una narrazione ricca di significato.
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