Paura del Brujo. Diario di un cacciatore di fate

 



Titolo: Paura del Brujo, diario di un cacciatore di fate.

Autore: Stefano Fantelli

Trama: Il Brujo, guerriero e stregone metropolitano, cacciatore di fate, affiancato dal suo migliore amico Angelo, nella sua ricerca dell'amore perduto si imbatte in personaggi e situazioni surreali, come un uomo blu che sta per partire verso il cielo con un razzo legato dietro la schiena, una ragazza bellissima di cui esiste soltanto l'involucro esterno, uno strano vampiro che infesta una colonia abbandonata sulla riviera romagnola, una fata che vive nelle acque di un fiume, il fantasma di Hemingway, la Morte che succhia Chupa-Chups alla vaniglia, e tanto altro. Al Brujo non interessa vincere, per lui l'importante è vivere nell'eterno istante del grido di battaglia, perché è l'unica cosa che lo fa sentire vivo. Stefano Fantelli, lo racconta attraverso le schegge sparse nelle pagine del diario del Brujo, come pezzi di un mosaico, come frammenti di uno specchio che ricostruiscono sotto gli occhi del lettore la sua storia e il suo mondo, in un viaggio attraverso il tempo e la memoria, illustrato da Dario Viotti.

Prezzo: 16,00 euro.

Recensione.

Torna il nostro ormai conosciuto brujo di fiducia (vedi recensione sul blog di La ragazza con l'occhio di vetro) in questo nuovo libro dove ci mostrerà sprazzi del suo passato, tra sirene irriverenti e mostri pittoreschi, con l'immancabile presenza di Angelo, un angelo reale che ha già timbrato il cartellino.
Paura del Brujo è pieno di personaggi importanti, tra cui la presenza-assenza di Mela, l'angelo fulgido che si è fregata il cuore del nostro stregone preferito. E la Morte, un'affascinante donna piena zeppa di tatuaggi che non stanno mai fermi e un lecca-lecca alla vaniglia sempre pronto.
Con premesse del genere e conoscendo lo stile del Brujo si parte già con un euforico hype!
Il volume è visivamente fantastico, con bellissime bozze e disegni al suo interno che stuzzicano la tua onnipresente curiosità.
Il romanzo è strutturato in una sorta di diario che ti avvolge con estrema facilità, all'interno delle vicende narrate e i miscugli di sentimenti che il protagonista lascia aleggiare. C'è un che di visceralmente intimo in questa scelta narrativa.
Credo che non sia un libro per tutti, rientra nella tipologia weird e dark humor; penso si possa maggiormente apprezzare dai cultori o da chi voglia consapevolmente approcciarsi a questi generi.
Il linguaggio è colorito, spiccio, disilluso e intriso di poesia ed emozioni fugaci, non destinate a durare e forse proprio per questo più intense e brutali nel loro attimo di gloria.
Anche qui parliamo di storie e protagonisti al margine. Il Brujo ci conduce ai confini di mondi, dove si scontrano e si mescolano differenti realtà e verità, mostrando come spesso sia tutta una questione di prospettiva. Siamo alla presenza di luoghi colmi di paradossi, dove le persone si rivolgono ai macellai per ben altre questioni; angeli e mostri sono abbelliti dalle diverse reazioni umane e dalla risata un po' rauca della Morte, spettatrice che oscilla tra la noia e il divertimento.
Troviamo storie auto conclusive gestite sul filo dell'inquietudine con un bicchiere di birra sempre a portata di mano; girovagando tra i racconti ti ferisce la consapevolezza che il Brujo è davvero uno stregone, capace d'incantare con le parole, con una vaga insofferenza che colpisce i malati d'inchiostro. Nel romanzo si avverte un qualcosa di scalmanato che spinge a scrivere, a narrare storie, momenti, sogni, deliri che si intrecciano e si spezzano tra un punto e a capo.
Ho amato i riferimenti alla narrativa che raggiungono il culmine, a mio parere, con l'inaspettata comparsa del fantasma di Hemingway.
I protagonisti sono persone comuni che vivono una vita stanca e surreale, forse senza manco rendersene conto. C'è chi vive la propria vita ignaro di venir avvelenato dal portinaio, c'è chi esce per una passeggiata con le alte possibilità d'incontrare un uomo blu con un razzo, chi sfoggia delle cicatrici che nascondono una storia a cui non crederesti mai. Oppure chi come il Brujo e il suo amico Angelo incappa, senza neanche volerlo, in fate vampire che leggono libri o in missioni investigative da veri filibustieri.
È un libro che mi ha lasciata affascinata e confusa, come dire pinco panco (cit).
Mi aspettavo un po' più d'azione in queste periferie pullulanti di creature e storie non ancora scritte, ma ho apprezzato la scelta dell'autore nel puntare sull'introspezione, infatti i pensieri del nostro Brujo ne sono il fulcro. Pensieri distratti e certuni a cui non si vuol far vedere la luce. Grazie anche alla narrazione riflessiva e auto-ironica, il protagonista svela molto più di quello che dice sul suo carattere.
Rimane un libro originale, capace di sorprenderti se gliene viene data l'occasione.


Ti consiglio questo romanzo se:

  • Ti piace/vuoi approcciarti al genere weird.
  • Desideri una lettura breve ma originale.
  • Vuoi conoscere il Brujo.



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