Un litro di lacrime
Recensione.
Trovo arduo parlarvi di
questo romanzo e anche mettendomici credo non riuscirò ad
avvicinarmi minimamente a ciò che si prova leggendo Un litro di
lacrime. In realtà, non è neanche difficile esprimere l'alto grado
di emotività in cui il lettore si imbatterà, piuttosto, è
complesso parlare della protagonista della storia. Aya, riesce a
comunicare l'inesprimibile e lo riversa con una delicatezza
disarmante.
Un litro di lacrime,
prima ancora di essere un romanzo, è una testimonianza importante e
necessaria, un diario personale in cui poter essere ed esprimere sé
stessi. Un pugno allo stomaco che non può essere altrimenti, non ci
sono personaggi inventati, c'è Aya che ci riesce a descriverci lo
spicchio di una realtà sconosciuta ai più, rivelandosi una ragazza
incommensurabilmente umana, nel senso più alto del termine.
La vita di Aya è uguale
alla vita di ogni giovane studentessa fino a quando si insinua,
prepotente, la malattia. Pian piano, questa malattia modifica la vita
di Aya in modo brutale, pretendendo sempre più spazio. Aya non si da
per vinta, la dolcezza con cui sprona sé stessa ad impegnarsi e il
suo farsi coraggio è incredibile.
Aya impara a convivere
con la malattia mentre gli anni passano, tuttavia, la malattia esige
di più e la prima a capirlo è lei medesima, la disperazione provata
taglia, brucia, ti soffoca senza via d'uscita. Il non riuscire più a
camminare dritta, la difficoltà di sollevare gli arti, la lingua che
non vuole articolare certe consonanti. La consapevolezza di essere
bloccati in un corpo che non obbedisce alla propria volontà, non
riesco nemmeno ad immaginare cosa voglia dire. La malattia diagnosticata ad Aya è l'atassia spinocerebellare, una malattia neurodegenerativa.
Aya, negli anni della
malattia, ha sempre accanto la sua famiglia, le sue sorelle, sua
madre, baluardo di speranza e amore. La madre che tenta di reggere
con lei questo fardello, spronandola a non demordere, accudendola con
silenziosi gesti, tentando di rimanere una roccaforte a cui Aya può
aggrapparsi. Momenti in cui l'amore materno è così forte da uscire
dalle pagine e torna ad essere vivo, presente, imbattibile.
Attraverso il suo diario,
Aya riesce a confidarsi, ad arrabbiarsi, a continuare ad essere
forte. Davanti ha solo scelte difficili da compiere e lei stessa
sente d'esser diventata un fardello, qui subentra il dispiacere
perché non vuole dare fastidio a nessuno, tuttavia, è consapevole
di non poter svolgere molte delle azioni quotidiane da sola.
C'è un grumo d'emozioni
devastanti che una ragazzina non dovrebbe provare, ma Aya sopporta,
Aya si impegna. Aya non vuole far soffrire la propria famiglia.
Pagine di diario intime in cui si riesce ben a capire quanta forza
d'animo risiede in Aya, una forza che raggiunge il lettore e lo
annienta. La stanchezza e la voglia di vivere coabitano e lottano,
assiduamente.
Nei suoi pensieri intimi,
la protagonista, ci mostra come pur riconoscendo di avere una
disabilità, accettarla è un altro paio di maniche. Eppure, Aya non
si sottrae, combatte ogni singolo giorno attraverso le sfide e le
emozioni. Ma la malattia discende inarrestabile, ne ha consapevolezza
Aya e cerca di resistere il più a lungo possibile.
Un litro di lacrime
presenta una narrazione non prettamente lucida ma emotiva e
coinvolta, com'è giusto che sia. Aya strappa via quella linea di
delimitazione che ci imponiamo nel guardare e ascoltare la sua
malattia in modo distaccato, lontano da noi. Invece, Aya ci conduce
dall'altra parte, ci mostra la paura di una condizione non stabile,
il desiderio lancinante di vivere, l'angoscia e la disperazione che
cerca di tenere a bada, la frustrazione derivata dalle parole altrui,
parole che hanno un peso immane per Aya, che pur schiacciata, non
vuole darlo a vedere. Odio, verso sé stessa perché non riesce ad
impegnarsi come vorrebbe.
Aya, personalmente, è
una ragazza fragile e coraggiosa che non demorde e riversa i suoi
pensieri in un diario che ha la capacità di toccarci e di aver
sconfitto il tempo.
Aya vorrebbe quello che
ha ogni altra ragazza, la libertà di potersi lamentare dei troppi
compiti, la possibilità di poter correre a perdifiato, il diritto di
provare, tastare e assaporare il mondo che si spalanca davanti a lei;
diritti che le vengono negati, sottratti. E nonostante tutto, Aya
fino alla fine è riuscita a sorridere, ha continuato a lottare fino
allo stremo con una volontà inossidabile e ha amato le persone che l'hanno circondata in un modo
puro, intoccabile.
Aya continua a vivere
ogni volta che qualcuno si rivede nelle sue parole, che cerca di
capirle o semplicemente ascoltarle.
Vi invito a leggere il
romanzo, così potrete fare personalmente la conoscenza di Aya e
scoprire le verità celate tra le sue pagine.
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