Il Male

 



Autore: Giorgio De Martino

Titolo: Il Male

Trama: John Kuznetsov è l'esemplare di persona che ha vissuto la vita seguendo una linea retta, mai uscendo fuori dagli schemi. Figlio modello, studente eccezionale, etica lavorativa impeccabile, compagno invidiabile. La sua vita è perfetta, il classico sogno americano fatto realtà. Tutto cambia quando, una domenica qualsiasi, scopre un segreto che gli è stato tenuto nascosto da sempre. La scoperta sconvolge il suo stato d'animo, portandolo ad evadere dalla realtà che ha sempre conosciuto ed uscendo per la prima volta fuori dagli schemi. Andrà alla ricerca della verità sul suo passato, ciò che imparerà lo porterà gradualmente a diventare l'opposto di ciò che è sempre stato: diverrà spietato, apatico, pericoloso, indifferente e narcisista. Questa trasformazione sarà fatale per lui, il quale racconterà in queste pagine cosa gli è capitato.

Prezzo: 10,92 euro (disponibile formato kindle a 5,30 euro)

 

Recensione.

Il protagonista della storia, John Kuznetsov, infrange la quarta parete con familiarità e si rivolge a noi, i lettori, con il bisogno di raccontarsi, di espiare una colpa.
Il libro è caratterizzato dal flusso di coscienza, una decisione che credo si sposi perfettamente con il tipo di libro in cui ci troviamo, con una narrazione intima, priva di qualsiasi freno morale o sociale. Il protagonista si denuda davanti a noi mostrandosi e riconoscendosi per quello che è.
Fin dal inizio è presente una sorta di ambivalenza che si mescola e si scontra nel  nostro protagonista, cercando una propria espressione che gli permetta di arrivare ad una parvenza di equilibrio interiore. Tuttavia, a causa della scoperta di un pesante segreto (e tutto ciò che ne comporta) John discende, prima lentamente e poi vorticosamente, in una spirale di confusione e contorcimenti emotivi.
Purtroppo, il ritmo narrativo viene peccato da un elenco di atti che accadono in cui il protagonista semplicemente si limita a descrivere azioni elementari e meccaniche piene di quotidianità ma anche risvolti cardinali importanti per lo svolgimento della trama che, però, avvengono senza coinvolgermi. È proprio la ripetizione di certe azioni normali che, personalmente, hanno rallentato la fluidità della storia.
Il romanzo accoglie moltissimi spunti di riflessione e argomenti centrali, tra cui gli effetti del consumismo, proprio del nostro secolo, che permane ogni aspetto della nostra vita; lo slancio, talvolta disperato e soffocante, di voler far propri gli ideali preconfezionati della società odierna; il bisogno di appartenenza, fondamentale per l'uomo; solo per citarne alcuni. Tuttavia, sono temi trattati superficialmente, probabilmente perché sono davvero tanti e non ci si è potuto soffermare abbastanza senza diventare prolisso.
Il protagonista, dopo aver tastato con mano la rivelazione delle proprie origini, che gli era stata nascosta, è alla completa deriva. Rimette tutto in gioco, ogni singolo ricordo, pensiero, emozione viene passato al setaccio. E in un momento di così disperato bisogno di stare solo e venire a patti con sè stesso, il protagonista girovaga tentando di ritrovarsi, un po' nuovo, un po' sconosciuto.
La parte centrale del romanzo è caratterizzata dal protagonista che va in giro a visitare e mangiare squisitezze... ma non c'è nulla di introspettivo che riesca bene a rendere il tormento interiore, solo brevi accenni che, personalmente, non riescono a rendere bene l'idea e soprattutto non riescono a spiegare il gesto disperato, liberatorio, oscuro che lo porterà a compiere.
Infatti, la goccia che fa traboccare il vaso è un incontro casuale e per nulla amichevole con una persona conosciuta in quel frangente. Il protagonista lascerà fluire la rabbia accumulata, ed è un momento fondamentale che non è riuscito a scuotermi. Mi sarebbe piaciuto avvertire un coinvolgimento migliore dei suoi stati d'animo, come l'impegno con cui descrive i piatti apprezzati e mangiati lungo il corso del libro.
Dopo il delitto che coincide con il risveglio di questa sua nuova natura latente, il protagonista cambia, adombrandosi. Nasce così il lupo solitario, che tenta di rimanere a galla in una corrente impetuosa, ma allo stesso tempo si discosta dal cammino intrapreso dal proprio padre. Scompare John e nasce Simon, esecutore di violenza che tuttavia cerca di redimersi nel divenire protettore delle vittime silenziose, invisibili, indifese. Si erge giustiziere assassino, l'ennesimo contrasto dentro di lui.
Ciò che viene, invece, reso bene è il dolore per la morte di una persona cara. Si esprime il modo personale con cui viene caratterizzato quel momento angosciante e vissuto in mille tonalità di dolore differenti.
In conclusione, credo che l'autore abbia un talento che ancora deve trovare la piena espressione, ma è un inizio. All'interno del romanzo, infatti, si nota la voglia dell'autore di mettersi alla prova, questo già è sinonimo di crescita.

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