I giorni bui della Milano violenta

 



Titolo: I giorni bui della Milano violenta

Autori: Marcello Iori - Antony Piemontese 

Trama: Milano è un formicaio impazzito, una metropoli europea cosmopolita e affollata. Lucida e accogliente di giorno, nasconde un lato oscuro che nella quotidianità appare quasi impalpabile. In questo clima frenetico, appare Franz, un uomo di mezza età di origini tedesche, ricco e potente, mosso da motivazioni misteriose e malvagie. Vediamo Carmine, un ragazzo di trent’anni con un animo buono, sognatore, figlio unico. Abita con la madre in una casa popolare. Sogna di avere un appartamento di proprietà e non dover più litigare con lei perché non arrivano a fine mese. E poi c’è Michael, la gioventù assetata di potere, cresciuto con la malavita in casa. Deciso a riportare il nome di famiglia agli splendori di un tempo, cercherà contatti e amici per avere il monopolio della droga. Mentre Carmine incontra l’amore, Michael conoscerà Franz e in lui vedrà l’oscuro e affascinante lasciapassare per il suo sogno. Il sangue trasmesso diventa sangue versato e Michael non perdona, chi tradisce paga con la morte. Il turbine di orrore e morte che provoca, getta Milano nella paura, agitando le forze dell’ordine. Le stragi richiamano eventi accaduti in passato e il Maresciallo Tanzi sarà costretto a riaprire il caso Milano Violenta. Tuttavia, Michael sembra inarrestabile e introvabile, sorretto, inizialmente, dalle informazioni che gli passa il brigadiere Foschi. Foschi, frustrato da ciò che ha fatto, cercherà le forze e le giuste motivazioni per correggere gli errori commessi.

Prezzo: 14, 00 euro. 



Recensione.

Il prologo è la conferma che il libro con cui ci stiamo approcciando è un pugno chiuso dritto nello stomaco. Non c'è spazio per la gentilezza e l'ingenuità. Mi ha piacevolmente sorpresa.
Il romanzo presenta una narrazione tagliante, quel che basta per farti stare perennemente vigile mentre giri le pagine e ti inoltri in una Milano opaca, dura, vera, nascosta. Respiri la stessa aria inquinata dei protagonisti, giri con occhi un po' apprensivi nella zona di Corvetto, cerchi di interpretare i volti stremati di fine giornata o gli sparuti atti di gentilezza.
L'autore è abile nel tessere un microcosmo che pare vivere a sé stante, con le proprie leggi non scritte e gerarchie da rispettare. Sembra lontana anni luce la Milano cosmopolita, rumorosa e leggera... annebbiata da questo quartiere fulgidamente oscuro che inizieremo a conoscere.
La storia intreccia le vite dei suoi protagonisti, quasi con crudeltà contorta. Incontreremo Carmine, che ha come sogno nel cassetto il cinema con le sue vivide dinamiche, un sogno custodito con cura mentre lotta con la vita di tutti i giorni: tentare di trovare un buon lavoro per scostarsi da quel senso d'incertezza, che permane ogni aspetto della quotidianità, dettata dalla necessità di denaro. Un vivido e crudo dipinto della lotta per arrivare a fine mese.
Dall'altra parte, legati da un'amicizia fraterna, troviamo Michael, figlio del boss della zona, con un'ardente desiderio di riprendere il controllo di una Milano che sembra scivolargli sempre tra le dita prima di poterla agguantare.
Tra questi due indiscussi protagonisti girano intorno altri importanti personaggi, di cui però non sono riuscita ad essere molto empatica. Tra di essi, troveremo il fautore di numerosi eventi che diventeranno inarrestabili e porteranno ad una inevitabile fine amara: Franz, un facoltoso tedesco in visita, porterà lo scompiglio mascherato da buone intenzioni. Franz è il terribile cacciatore travestito da agnello, un personaggio che preferisce rimanere ai margini e godersi lo spettacolo.
C'è qualcosa dei personaggi che non mi convince del tutto, un po' carenti nella caratterizzazione... ma forse questo è il desiderio dell'autore, un non volerci dare certezze in una trama che si muove a scatti in maniera completamente inaspettata.
Dall'altro canto, mi piace moltissimo lo stile narrativo dello scrittore, pieno, lineare e descrittivo. Ho apprezzato la scelta curata dei termini utilizzati per creare associazioni, metafore e immagini semplicemente belle e di ampio respiro, che smuovono fugaci emozioni intense nel lettore.
In I giorni bui della Milano violenta c'è un escalation inarrestabile di violenze e omicidi che conduce le forze dell'ordine a riaprire un vecchio caso nominato “Milano violenta”; l'atmosfera pesante del romanzo sembra star trattenendo il respiro di fronte all'orrore, una gamma di disperazioni differenti e la sete di sangue che i personaggi reclamano, con sicurezza alcuni e con accettazione altri.
E tra le pagine frenetiche di introspezione, troviamo al loro centro il rapporto combattuto tra Michael e Carmine, che portano addosso il passato pesante e indelebile dei genitori intrecciati nella malavita, un passato che conduce al presente ma che viene gestito in modo totalmente diverso: uno accogliendolo, l'altro discostandosene, tentando di trovare una nuova strada da percorrere.
Due ragazzi che hanno perduto i padri nella Milano violenta di anni fa, due figli sventurati con poche effettive scelte. Uno va verso la salvezza anelata, rappresentata dall'amore sincero e fresco di una giovane ragazza, che pare venire da un'altra realtà; l'altro va verso la disfatta, a testa alta, sapendo di non conoscere altra vita che questa.
L'intero romanzo è pervaso da una sottile stanchezza, come se gli stessi protagonisti pur sperando in qualcosa di migliore sanno che non arriverà. È come una boccata d'aria, dolce e dissetante, che serve per rinvigorirsi, per resistere tra gli stenti e palazzi malmessi. Sono diversi i temi che il libro porta con sé, tra cui: l'incertezza del futuro, la corruzione che infetta le persone, il bisogno del denaro che si unisce all'estrema fragilità umana, resa evidente in un quesito: per una cifra esorbitante di soldi cosa saresti disposto a fare?
È una domanda che genera una paura fredda e vaga... proprio perché fino a quando non viene seriamente posta non sei mai certo della risposta. Si insinua il dubbio, sporco e corrosivo che brucia e ti smangiucchia implacabile.
Quanto è profondo e oscuro l'animo umano?
Il finale del romanzo cerca di elaborare una risposta, mostrandoci la conclusione di queste vite che abbiamo sfiorato e di questi atti crudi di cui siamo stati silenziosi testimoni. Un finale amaro che rimane fedele al corso della trama, eppure, sbigottisce per l'incredibile lucidità che l'attraversa.

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