Autore: Manuela Vinario
Titolo: Il tempo della neve. Segni del destino
Trama: Norvegia, secondo millennio dopo Cristo, in una realtà alternativa. Siamo in un'altra dimensione, in un mondo unico ma al contempo terrificante che associa alla modernità il retrogusto amaro dell'antichità. Profezie, incantesimi e giochi di potere si innestano su uno scenario barbaro e ostile, dove ogni anima umana è mossa dal filo invisibile del Destino, alle cui forbici nessuno può sfuggire. La magia è il fondamento su cui si regge il mondo conosciuto ed ingloba ogni essere umano che non abbia avuto l'ardire di rifiutarla, aspirando ad una natura indipendente e rivoluzionaria. Alesys Von Hardin è una giovane fanciulla, principessa del Nord, cresciuta a Tromsø, una cittadina accogliente a nord della Muraglia, che divide i suoi territori da quelli dei suoi acerrimi rivali. Tutto in lei è diverso dagli altri Norvegesi, quelli che si considerano Puri. Lei, infatti, fa parte dei Tidløs, una popolazione indigena autoctona il cui territorio si estende in tre grandi fiordi, da sempre in conflitto con il resto dei sudditi di Norvegia. Da tempo immemore leggende e maldicenze di ogni tipo aleggiano su questa specie: maghi e stregoni violenti e barbari, che non si fanno scrupoli ad uccidere e a torturare violentemente chiunque capiti loro sotto tiro. Ad Oslo invece, confinato fra le mura di un antichissimo castello, vive Gunnar, principino del Regno di Norvegia, Islanda e delle Nazioni dei Ghiacci. In questo primo volume della saga le loro storie si intrecceranno catastroficamente e il Regno subirà disastrose vicende. La potenza della natura, personificata in Alesys, si scontra con la sciocca evoluzione umana di cui Gunnar fa parte. Ostacoli e tradimenti coinvolgeranno la fanciulla, in un viaggio solitario alla riscoperta di se stessa, che, sospinta dal vento rivoluzionario che si agita in lei grazie ad una profezia ancestrale, incontrerà un crudele Destino da cui sarà schiavizzata e dalle cui catene cercherà di liberarsi.
Prezzo di copertina: 13,00 euro (disponibile versione kindle a 5,00 euro)
Recensione
Il tempo della neve è un fantasy che ci introduce in un nuovo mondo, dove l’antichità e il moderno coesistono tra di loro. Il romanzo è ambientato in una Norvegia dai contorni magici ed eteri.
All’inizio del volume vi è un’importante introduzione che spiega a grandi linee il mondo che stiamo andando a conoscere, con le loro casate, accenni alle loro genealogie e differenze. Veniamo a conoscenza di una sanguinosa guerra avvenuta antecedente al romanzo che ha modellato il regno così come adesso appare. La guerra dello Smeraldo che ha visto la sottomissione dei Tildøs, i maghi, e il loro confinamento a Nord dentro la Muraglia che ne annulla i loro poteri. I vittoriosi, ovvero quelli che si fanno chiamare i Puri, governano da allora il regno. Ho apprezzato questa spiegazione iniziale che permette al lettore di avere una migliore immersione nella storia a cui si sta approcciando.
La nostra protagonista è Alesys Von Hardin, principessa del Nord, che possiede il temibile potere di Dominatrice, ovvero, poter governare il ghiaccio e la neve. Un’importante profezia pesa sulle spalle della ragazza, come una tempesta di neve promessa e agognata. A causa della rarità del suo potere viene temuta da moltissime persone e additata come una strega.
Alesys è un personaggio solitario, scostante, che preferisce non immischiarsi con gli altri. Di contro, abbiamo Gunnar, principe del Regno di Norvegia, un personaggio leale, empatico e gentile nei confronti di tutti. Durante la narrazione il lettore è portato ad empatizzare nella diversità dell’educazione di questi due personaggi che sono destinati a collimare insieme.
Infatti, i genitori di entrambi decidono di unire le loro casate, sposando gli eredi ai troni. Alesys e Gunnar incarnano l’essere nemico delle proprie razze, eppure, dopo i primi momenti di risentimento che porta con sé il peso del proprio popolo, questi due personaggi inizieranno a riconoscersi ed apprezzarsi. Ma la situazione è destinata a precipitare da lì a breve in una concatenazione di eventi inarrestabili e sconvolgenti.
La narrazione è semplice e scorrevole, sebbene ci siano stati diversi momenti in cui le descrizioni appaiono meno fluide con alcuni passaggi un po’ ripetitivi e qualche errore.
Ho trovato originale l’idea dell’autrice nel saper adattare i miti norreni alla propria storia, fondendola insieme capace di incuriosire il lettore. Il tempo della neve è un romanzo pieno di magia, complotti e profezie, in cui la scrittrice inserisce l’amore per la Scandinavia.
Uno degli aspetti che riesce a catturare maggiormente l’attenzione è l’abilità nel sapere gestire così tanti diversi personaggi tra di loro, unita alle descrizioni delle magie, semplicemente bellissime.
Tra i vari personaggi del romanzo, veniamo catturati anche da Lene e Jørgen, personaggi di sfondo in questo primo volume ma che sicuramente avranno un impatto maggiore nella trama. Due personaggi, sottovalutati da molti, che all’apparenza possono apparire docili e obbedienti, tuttavia, nascondono una tensione crescente legata alla cruda emozione di non essere mai stati liberi di poter agire come meglio desiderano.
I diversi personaggi agiscono e combattono tra di loro, ponendo le basi per l’inizio di una nuova e devastante guerra. E al centro del caos generato dalle ultime rivelanti notizie abbiamo Alesys e i suoi schivi stati d’animo densi nell’intero romanzo. Il tormento della principessa del Nord è intricato: si domanda del perché non riesca a provare emozioni e di conseguenza si interroga a cosa realmente sia destinata. Una domanda che avrà la sua risposta alla fine del romanzo, preannunciando un secondo volume carico di eventi.
Infine, ci vorrebbe una migliore accortezza nell’editing, ma questo è un problema risolvibile. Personalmente, ho trovato tanta fantasia e bellezza in questa storia, che però deve essere ancora pienamente incanalata. Ed è un percorso che avviene con l’esperienza, con tentativi ed errori, e trovo che l’autrice abbia tutte le carte in regola per avere una propria crescita esponenziale, in quanto ha dimostrato di avere passione nel voler raccontare questa storia.
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