Gargoyle
Recensione.
Gargoyle è uno splendido esempio di realismo magico contemporaneo. La scrittura dissacrante e spigolosa dello scrittore non lascia scampo, spesso supera la barriera narrativa e si rivolge direttamente a noi, i lettori.
Il punto di vista è quello del nostro protagonista, di cui non conosceremo mai il nome, che ha avuto un terribile incidente automobilistico e adesso giace in un letto di ospedale, sfigurato dalle numerose ustioni. Le descrizioni della sua condizione, mentre è bloccato in un anonimo letto, le terapie che scandiscono i suoi giorni, i suoi pensieri e le emozioni sfuggenti, sono narrate in una maniera così accurata e vivida che ti fa provare un dolore quasi fisico, una sensazione assiderante che ti riempie.
In un giorno uguale a tutti gli altri, nella sua routine ospedaliera, fa la conoscenza di Marianna, una ragazza alquanto stramba che scolpisce delle bellissime figure di pietra, che lo tratta come se si conoscessero da sempre. Il nostro protagonista fatica a crederle, ma Marianna inizierà a visitarlo regolarmente e gli racconterà delle storie, tra cui quella del loro primissimo incontro.
La narrazione del romanzo, qui prende una piega interessante: si alterna la storia e questi racconti ambientati nel corso di diversi secoli con protagonisti e ambientazioni sempre differenti.
Le storie narrate, che richiamano le atmosfere da Le mille e una notte, sono coinvolgenti. Le ho adorate tutte. E ogni racconto sembra una martellata in più nella storia principale, e si inizia ad intravedere le linee del gargoyle dello stesso romanzo.
Nel frattempo ci viene data qualche informazione in più sul background del protagonista, costellata da una vita difficile, acuita dall'utilizzo giornaliero di droghe e sgretolata da pessime decisioni. Marianne, dunque, con la sua apparizione viene vista come una moderna Beatrice dantesca. Tappa dopo tappa lo conduce ad una rigenerazione, dove il protagonista torna a respirare nuovamente ed impara a vivere nella sua condizione di paziente ustionato.
Devo dire che i riferimenti danteschi si incastrano alla perfezione in questi viaggi onirici, in cui la linea di demarcazione tra realtà e sogno è molto flebile.
Pian piano il romanzo ci conduce nei meandri più reconditi di questa storia, in cui vi è un alone di mistero onnipresente. Tra l'altro, alcune lettere, che presento un formato diverso, sono anche dei piccoli indizi su qualcosa che si dovrà assemblare.
Marianne scolpisce la pietra e la leviga con squisita maestria e da una forma al nostro protagonista. Il gargoyle, quindi, sta per liberarsi dal marmo informe, a cui viene donata la capacità, incredibile, di tornare a vivere e non aspettare solo la visita inevitabile della morte.
Avevo già intuito la fine del romanzo, tuttavia pur immaginandolo, il leggerlo non toglie la delicata bellezza malinconica che ne scaturisce.
Commenti
Posta un commento