Nella nebbia
Autore: Federica Gaspari
Titolo: Nella nebbia. Serie di "Alan Giuliani"
Trama: In un campo, esposto come uno spaventapasseri, viene rinvenuto il cadavere decapitato di una donna con una testa di mucca sul collo. Il criminologo del RIS Alan Giuliani viene richiamato da Cortina per indagare, e a lui si affiancheranno gli altri membri della squadra che ha lavorato per fermare il killer del fiume. Il ritrovamento di altri corpi mutilati e ricomposti con teste di animale fa pensare a un serial killer che assembla i corpi come se fossero divinità egizie, ma Alan è convinto che non sia tutto: inizia a immaginare collegamenti tra questo caso, quello di Cortina e l’incidente dei suoi genitori. Quando il caso dello spaventapasseri sembra essere a un punto morto, Giuliani fatica a reggere la pressione, finendo preda di uno stato di ansia crescente. Sempre più in balia dei suoi deliri, sembra destinato a un declino inesorabile, ed è proprio in quel momento che il suo nemico nascosto nell’ombra si prepara a colpire.
Prezzo di copertina: 17,00 euro
Recensione.
Nella nebbia è il secondo volume della serie “Alan Giuliani”.
Un thriller dagli omicidi sconvolgenti che nascondono molto di più di quello
che si crede.
Il nostro protagonista, Alan, è un criminologo che è
diventato conosciuto dopo la caccia al serial killer del fiume a Cortina. Viene
richiamato nella piccola cittadina di Zero Branco per far luce su uno
sconcertate assassinio pieno di dettagli disturbanti: viene ritrovato il corpo
deturpato di una donna decapitata con una testa di animale sopra.
È solo l’inizio, la certezza che lo sconosciuto killer
colpirà ancora si fa strada nel protagonista, avvolgendo il ritmo narrativo in
un’inquietante ed esasperante attesa. Possiamo avvertire tutto lo spettro di
emozioni che il nostro criminologo vive, tra cui l’ansia di non riuscire ad
inquadrare l’assassino sapendo che dovrà colpire ancora per assorbire altri
preziosi dettagli.
Ritornano volti noti del primo romanzo della trilogia “Oltre
il fiume” per dare la caccia al nuovo serial killer, che viene soprannominato “lo
spaventapasseri”. C’è stata un pochino di confusione all’inizio, in quanto il
mio primo approccio alla serie, ma grazie alla scorrevolezza dell’autrice si
riesce a recuperare quasi subito lo spaesamento provocato da tanti altri
personaggi collegati al nostro protagonista.
In particolare, Eris, sembra essere una componente importante
della storia. Non solo per il suo sapersi insinuare nei pensieri e turbamenti
di Alan ma soprattutto in quanto certi riferimenti al suo nuovo romanzo
sembrano collegarsi agli omicidi che stanno avendo un luogo. È troppo poco per
definirlo sospetto eppure non è un particolare da tralasciare.
La narrazione è limpida e permette un maggior coinvolgimento
soprattutto con il protagonista. Avvertiamo i suoi dubbi e ipotesi mentre il
nuovo agghiacciante caso si addensa, pronto a colpire di nuovo.
È un romanzo che permette di avvicinarci alla mente
criminale, cercando di cogliere gli omicidi dal suo personale punto di vista,
studiandone i piccoli dettagli disseminati sulla scena e sul cadavere, cercando
di carpirne gli stati d’animo e il movente. Lo Spaventapasseri pare voler apparire
come un Dio, capace di qualsiasi azione lui ritenga giusta e misericordiosa.
I collegamenti alla religione egiziana mi sono piaciuti
moltissimo, è una componente che rende gli omicidi intriganti e ancora più
complessi. Infatti, vengono recapitate delle collane con diversi simboli egizi
alle donne che in qualche modo sono importanti nella vita di Alan, colleghe,
amiche ed ex. Appare ormai chiaro, dunque, che il killer abbia qualcosa di
personale con il nostro criminologo. Ad aumentare questo sospetto è avvalorato
anche dal fatto che il caso si collega ad un romanzo incompiuto che Alan si
porta dietro. Un romanzo vergato dalla disperazione e dal bisogno di voler dare
un senso all’omicidio dei propri genitori, rimasto in ombra e in attesa di
essere ripreso.
Entriamo in una spirale insidiosa e diverse domande
affollano il protagonista, trascinandoci con lui, tentando di capire che non è
solo paranoia… ma c’è qualcosa di reale nei collegamenti. Qualcosa che ancora
non si riesce ad afferrare ma si ha la certezza della sua esistenza. Qualcuno che
tira i fili dal retroscena, qualcuno che sta giocando con la vita delle
persone. Qualcuno di pericoloso che ha messo gli occhi su Alan.
L’indagine si allarga, ipotizzando un mandante ed un
effettivo omicida, un’idea dettata da elementi che stridono tra di loro, come
ad esempio: il pensiero di uccidere queste vittime per non farle soffrire ma il
loro ritrovamento in scene macabre, che gelano le viscere, sembra farsi beffa
del loro iniziale intento.
Il ritmo narrativo cresce e decresce continuamente, il
lettore stesso brancola nella nebbia, fitta, densa e soffocante. Ci si sente
profondamente scoperti e deboli, lì fuori alla cieca circondati da rumori lievi
che potrebbero significare tutto o nulla. Si ha l’impressione acuta che l’assassino
è vicino. Forse più vicino di quanto ci piaccia credere.
Il nostro criminologo Alan ha un crollo totale. Non ha più
fiducia nel suo lavoro e nel suo saperlo fare, si sente tradito da persone
importanti ed è emotivamente confuso. Troppi pensieri, troppe sensazioni a cui
cerca disperatamente di dare un senso.
E poi il capovolgimento e l’accusa. La fine è geniale e spiazza,
capace di alzare il ritmo del romanzo lasciandoci con un cliffhanger di quelli
che ti fanno venire fame di curiosità. Non dico di più per scongiurare spoiler.
L’autrice ha dimostrato di saper utilizzare una buona prosa
e di avere un’idea decisa di cosa farci provare.
Non vedo l’ora di scoprire dove ci condurrà questa
inaspettata presa degli eventi e come i nostri personaggi riusciranno a
destreggiarsi tra nuove sfide e insidie quasi impercettibili ma decisamente pericolose.
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