Ariel. IV volume della serie Shadow Girls
Recensione.
Quarto volume della serie paranormal che ha ormai
conquistato il mio cuore. Sto parlando dei volumi autoconclusivi urban fantasy
della serie Shadow Girls, con il suo immancabile doppio pov.
Vi dico perché questo romanzo mi ha entusiasmata
praticamente subito: presenta una delle trope che preferisco, ovvero l’age gap,
ha un’ambientazione rurale da ranch con una protagonista che è l’emblema della
ribellione. E uno slow burn fatto bene, che riesce a farci piacevolmente impazzire.
Un altro elemento che rende questo volume piacevolmente
intrigante è l’aumento di personaggi sovrannaturali: non solo licantropi, ma
qui possiamo sbirciare più da vicino sia le streghe che i fae.
La nostra protagonista è Ariel la ribelle, che a seguito di
numerose infrazioni alle regole sulla sicurezza del branco Moonstone, viene
mandata da un branco affiliato al Black Lodge, i Greystone, che vivono in un
piccolo ranch che sembra quasi essere tagliato fuori dal mondo.
Ariel, dunque, deve adattarsi al nuovo stile di vita, più
tranquillo e isolato rispetto a quello a cui era abituata. La vita nel ranch,
infatti, ha un ritmo più interno, fatto di albe e duro lavoro. Sono lontani le
lotte di potere in cui i Moonstone si ritrovano sempre, così com’è lontano il
branco numeroso e ben oliato di Black Lodge, portandosi via anche le loro faide
tra sovrannaturali.
Nel ranch Silverhorn, Ariel verrà messa più volte alla
prova, dai membri del branco e soprattutto da se stessa. Tante piccole sfide la
attendono che sveleranno la sua vera natura. A sormontare tutto ciò, vi è la
presenza dell’alfa dei Greystone, Lucien, più grande di lei di vent’anni.
È un romanzo introspettivo, in cui non mancano i momenti di
azione e minacce esterne, ma che si concentra sui due protagonisti e
sull’importanza di accettarsi e perdonarsi.
La narrazione è selvaggia e libera, sa di terreno duro e
fertile, di venti burrascosi e di sole che scalda. Unita alla prosa corposa e
suadente della scrittrice, che continua a mietere apprezzamenti, con lo stile
ormai ben oliato della sua scrittura.
Vediamo più da vicino i due protagonisti:
- Ariel è un personaggio sofferto che cerca di indurire i suoi bordi, non riuscendoci sempre. Ostinata, ribelle, ma anche piene di insicurezze e una forza levigata da tutto ciò che ha passato. Sfida ogni comando, mettendo in discussione ogni certezza. Ariel ha diversi strati che la rivestono e il lettore pian piano scoprirà il suo nucleo. Porta con sé un segreto che l’appesantisce e che la rende inferiore rispetto ad altri. Rifiuta la partecipazione attiva in un branco, abbandonata fin da piccola dalla madre solitaria, Ariel, sa che non va bene per nessuno e a nessuno sembra importare così tanto per far si che resti. Ariel è fuoco che brucia, rabbia lasciata libera a rinforzarsi e una condanna che non riesce a togliersi. Odia essere percepita come un problema che deve essere aggiustato, anche se sotto sotto pensa di essere difettosa.
- Lucien, capobranco dei Greystone. È un personaggio selvatico in modo quasi inesprimibile, una roccia sicura che sostiene il proprio branco, sovraccaricandosi di lavoro e problemi. Gentile in modo ruvido, autoritario e sempre un po’ distante, con tante responsabilità sulle spalle, soprattutto perché anche essendo affiliato ai Moonstone non vuole dipendere da loro. Lucien da un passato che continua a tormentarlo e che l’ha spinto a distanziarsi dai rapporti.
Due personaggi che si girano intorno e che in molti aspetti si ritrovano sempre con opinioni differenti, eppure, qualcosa li spinge verso l’altro, come due calamite opposte che si attraggono. La tensione cresce lente ma inevitabile, con una sfumatura dolciastra. Ho amato vedere l’evolversi del loro rapporto, un passo conquistato e un passo indietro, in una continua danza che li vedrà finalmente comunicare e accettarsi.
L’importanza di connettersi ad un branco e a fidarsi dei suoi membri, insieme ad un pericolo vago che preme sul ranch facendosi sempre più vicino, non fanno altro che rendere scorrevole il romanzo.
Inoltre, le trasformazioni dei lupi durante la luna piena è qualcosa che mi lascia sempre estasiata. L’autrice ha un modo evocativo di farti sentire ogni singolo momento di dolore, di ossa che si allungano, di artigli che squarciano la carne. E poi l’istinto di correre, di sentire la foresta sotto le zampe, di essere il predatore, di liberare il lupo.
Ariel è il romanzo dell'intera serie che presenta una dolcezza disarmante, dove i personaggi si mettono a nudo e in cui il bisogno d'amore permane l'aria, rendendo ogni momento struggente e pieno.
Una certezza si è ormai costruita: volume dopo volume, l’Ordine con le sue regole e i sovrannaturali che si muovono all’interno stanno cambiando. C’è aria di apertura, di rinnovamento, di uscire allo scoperto… che da molti non viene accettato. Gea Petrini getta sempre più carne a fuoco, preparandoci per il gran finale di questa serie suadente e incredibilmente bella.
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