La pietra di Crono. Cronoverso vol I

 


Autore: J. M. Rivers

Titolo: La pietra di Crono

Trama: È l’oggetto magico più potente della Storia, usato per ingannare e sconfiggere il padre degli dèi. Si tratta della pietra di Crono, e chiunque la possegga ha il potere di controllare il tempo a suo piacimento. Harleck lavora per i De’ Bisognosi, importante famiglia della malavita newyorkese. Spietato e senza scrupoli, è pronto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi, anche uccidere la sua futura sposa nel giorno del matrimonio. Quando però il suo boss decide di sbarazzarsi di lui, Harleck rimane intrappolato in una situazione senza via d’uscita. È allora che la pietra di Crono finisce nelle sue mani, catapultandolo nel futuro, un tempo oscuro dove nulla è più come lui ricorda. Il tradimento subito nel passato ha avuto conseguenze disastrose e adesso il potere è in mano a un temibile tiranno che governa sul nuovo mondo. Tra mostri mitologici, gladiatori nell’arena e rituali sanguinosi, Harleck dovrà imparare a usare i poteri della pietra per sconfiggere i propri demoni e combattere la guerra del futuro.

Prezzo di copertina: 14,00 euro (disponibile anche versione kindle unlimited a 3,99 euro)


Recensione.

Primo romanzo della serie “Cronoverso” un genere che mescola bene il mitologico con il distopico, creando una storia originale capace di suscitare nel lettore una continua sorpresa per gli eventi che andremo a vivere.
È un romanzo che presenta diversi elementi in sintonia tra di loro: ritmo ferrato, viaggi nel tempo, plot twist ben assestati, creature mitologiche che riprendono vita, un protagonista sfuggente e una Pietra capace di cambiare il passato e il futuro. Vi ho già incuriositi? Se vi piacciono questi elementi siete nel posto giusto per scoprire un libro che merita. Ma procediamo con calma.
Premessa: mi piacciono tantissimo i romanzi che provano a gestire i viaggi nel tempo, la mente non finisce mai di elaborare possibilità e interpretazioni a quello che siamo assistendo. È un genere che spalanca infinite possibilità e pericolosità; la Pietra di Crono ha tutte le carte in regola per stupire e agguantare il lettore in una storia che non procede in modo lineare, no, anzi, ci ritroveremo a fare salti all’indietro, la nostra mente sarà affollata da domande che ci turberanno, a combattere contro un Fato di cui ancora non conosciamo l’estensione e poi… siamo sicuri che possiamo governare il tempo e non è invece il contrario?
Il prologo mi ha sconvolta, in senso positivo, un inizio rocambolesco. Mette subito in chiaro che tipo di storia andremo a leggere: movimentata, violenta, fatta di spari, tradimenti e adrenalina che scorre veloce.
Qui troviamo Harleck, il nostro protagonista, che vive la sua vita nella frenetica New York e lavora per la malavita locale, il suo capo Victor una sorta di distorta figura paterna. Ma una serie di eventi lo porterà a diventare il nuovo custode della pietra.
Insieme a lui verremo catapultati nel futuro. Un futuro devastato da guerre atomiche, dove non esiste più la democrazia, né gli Stati Uniti, solo un uomo a capo di tutto. Chiamato il Titano, nonché il suo vecchio amico Jacob. Assimiliamo una quantità spropositata di informazioni, che ci appaiono quasi surreali, ed emozioni contrastanti ci afferrano alla gola.
La narrazione è fresca, ironica e riesce a mantenere un buon ritmo per tutta la durata del romanzo. 
In questo futuro post-apocalittico in cui tutto è mutato, l’autore riesce bene a giostrarsi gli elementi che caratterizzano questa nuova agghiacciante realtà, dove gli aspetti futuristici si mescolano in modo originale ai miti greci.
Il nostro protagonista deve fare i conti con il suo nuovo immane compito, ovvero essere il possessore della Pietra di Crono, grazie a Nadine, una figura fondamentale della resistenza nei confronti del Titano, inizia a capirne le sue potenzialità e incomincia lentamente a maturare la consapevolezza di dover intervenire per poter cambiare il corso degli eventi. Ne ha la capacità e i mezzi… ma ne avrà anche la volontà?
Guardiamo più da vicino alcuni dei personaggi del romanzo:
  • Harleck. Il nostro protagonista è un personaggio grigio a tutti gli effetti. Mi piace la sua caratterizzazione: senza peli sulla lingua, ironico, scettico e che cerca di ricavare il proprio vantaggio. E poi c'è l'ammasso di emozioni in contrasto che prova per Victor, il suo tutore, il suo salvatore, capo e aguzzino. C'è l'orgoglio e la lealtà verso una figura a cui il nostro protagonista ha dato tutto, e c'è il tradimento che brucia e la voglia di vendetta che lo riempie.
    Harleck non vuole essere un eroe o il simbolo di una rivolta che attende da tempo il passo decisivo, vuole tornare a vivere la propria vita nel proprio tempo, eppure, si ritrova incastrato in qualcosa più grande di lui. In una lotta in cui non può prendersi il lusso di non scegliere da che parte stare.
  • Nadine. Figlia del Titano, audace e coraggiosa, che tenta di rimediare agli errori del padre, combattendo per un futuro migliore con tutti i mezzi possibili. Fondatrice di Amaltea, roccaforte dei ribelli.
  • Adegone, altro personaggio che ha suscitato la mia vivida curiosità. Figlia di Ade, l'unica sopravvissuta al crepuscolo degli Dei. Insomma, una potente dea bloccata nel corpo di una mortale, mi piace molto come l'autore ha scelto di caratterizzarla e di come utilizza il suo peculiare (e diciamolo parecchio figo) potere. Estremamente pericolosa ma ammorbidita ai bordi... almeno all'apparenza.
Il wordbuilding non è ben delineato ma credo sia stata una scelta voluta dall'autore, facendoci scoprire le cose avanzando nella storia, rendendoci un po' come il protagonista, dunque le sue emozioni di spaesamento e meraviglia rispecchiano le nostre.
Scopriamo che la Pietra possiede diversi poteri: bloccare il tempo, riavvolgerlo, usarlo su esseri viventi, per elencarne qualcuno. Ma come per poter avere anche equilibrio la Pietra ha un prezzo e un limite che impone al proprio Custode: il potere sottrae giovinezza e tempo al suo proprietario.
La narrazione prende due strade diverse che si andranno ad alternare: da una parte siamo ancora nel presente di Harleck, nell'altra vivremo nel futuro conseguente. L'autore è stato bravo a creare un'armonia tra le due fazioni di tempo che andremo a vivere, portandole avanti in modo fluido senza provocare nel lettore confusione. Piuttosto, si avverte un dipanarsi di una trama che si approfondisce e si allunga in ogni dove, moltiplicando le possibilità e i pericoli.
Il libro presenta diversi temi interessanti che l'autore riesce a sviluppare bene dando basi solide all'intero svolgimento della trama e soddisfacendo le regole che su cui un romanzo distopico si basa: inquietare il lettore e raccontare una verità che non è troppo lontana dalla realtà.
Tra tutti, spicca la massiccia propaganda del Titano perno fondamentale della sua dittatura. Lo scrittore ci mostra come il potere derivi dal controllo sulla popolazione, come la gestione dei viveri, aggeggi elettronici che vietano agli abitanti di allontanarsi troppo da Othrys, l'agghiacciante rituale della potatura. Ogni piccolo tassello si incastra perfettamente al suo principale scopo, ovvero, ottenere ciò di cui il Titano ha bisogno: il sangue che nutre l'Albero da cui estrae la linfa magica che gli permette di poter abusare del potere della Pietra.
Altro tema centrale è il concetto del Tempo, dove creazione e distruzione coesistono in un'armonia e in cui solo l'intervento umano ne macchia la autonoma volontà. E a questo tema ne è collegato un altro complesso: esiste il Fato? E se esiste è immutabile o si adatta al nuovo ritmo temporale? Forse riusciremo a trovare una risposta insieme ad Harleck.
L'ultimo tema importante del romanzo è la sopravvivenza e il saper scendere a patti. Nella Pietra di Crono possiamo benissimo notare come il mondo non sia bianco o nero, ci sono sfumature di colore che lo rendono estremamente realistico, dove la volontà umana gioca un ruolo fondamentale insieme alle sue paure e ai suoi desideri. La religione su cui gira tutto il culto del Titano è una menzogna, eppure, perché nessuno lo dice ad alta voce? Qui gioca un ruolo decisivo la sopravvivenza che l'essere umano prova. Ed è così che il Titano riesce a governare la massa, una massa che ha paura e desidera vivere, una massa che non sa di poter essere una e sovvertire l'ordine attuale in quanto è concentrata sul riuscire a sopravvivere alla giornata.
Il monito dell'autore è estremamente potente. Ci mostra un futuro immaginario, sì, ma che presenta una buona dose di verità: l'uomo, le sue colpe e la sua scelta di continuare ad essere indifferente fino a quando poi non è troppo tardi, fino a quando quel problema che non ci riguardava riesce a raggiungere anche noi.
Il romanzo presenta tanti elementi interessanti, che se ben sviluppati, promettono un continuo ancora più intenso e sorprendente. Come tutto l'aspetto distopico della nuova città e delle sue regole, l'autore ci mostra uno scorcio inquietante, un taglio netto tra i fortunati della cittadina e i poveri che tentano di sopravvivere. Splendore e povertà che convivono e stridono nel nuovo mondo governato dal Titano. Non solo, anche l'Arena è piena di simbolismo. Un luogo dove gli umani vengono condannati a morte attraverso sofisticati robot, un fasto antico riportato al suo splendore violento per l'unisco scopo di intrattenere il pubblico e per ricordare laconico che non vince solo il più forte... ma quello che sta dalla parte dei potenti.
In questo frangente ho apprezzato la scelta narrativa dell'autore di farci vedere il futuro, Harleck e quello che accade, attraverso gli occhi freschi ed innocenti di Ikar, che nella sua semplicità riesce a trasmettere davvero tanto.
Ci sono delle descrizioni così accurate e dense che puoi quasi vedere la desolazione che l'autore narra mentre cammini accorto nella Liberty Island del futuro. O la bellezza algida e irraggiungibile della città di Othrys. O il terrore incantato di vedere l'inchiostro vivo scivolare via da un corpo e prendere forma di fronte a te.
E le domande raddoppiano, insieme alla curiosità del lettore. Cosa succederebbe se si realizzasse un paradosso? Come lo risolverebbe il Tempo? Perché Jacob non utilizza il potere della Pietra che possiede nel futuro per cercare di fermare Harleck con la Pietra del suo presente che però è finita nel futuro? E ancora: siamo sicuri di avere un qualche modo di governare il Tempo o stiamo solo procedendo, inconsapevolmente, nel dove e nel quando il Tempo ci vuole? E se ciò che noi crediamo sia l'inizio non è altro che il continuo di una potenza temporale che si smuove già da molto tempo?
Giusto qualche domanda per farvi capire l'immersione che questo romanzo mi ha causato!
Ed ecco che si forma un altro tema essenziale del libro: le possibilità, i suoi sbocchi e i suoi imprevisti. La Pietra di Crono scandaglia come diverse scelte possano portare a conseguenze ancora peggiori di quello che si crede. Di come a volte, la scelta più difficile è quella di accettare di non poter cambiare come si vuole il corso di qualcosa più grande di noi. Ci sono leggi sconosciute dell'universo che reclamano obbedienza.
Siamo in un territorio inesplorato, oscuro e colmo di numerosi crocevia. Personalmente, sono estasiata e curiosa di come l'autore continuerà questa storia.
Il plot twist finale, infatti, non l'ho visto arrivare! Ci lascia a bocca aperta fino alla fine. E la scena Post Credit ci conferma un seguito pieno d'azione.
Ah, credo che l'espressione Ruota infame sarà la mia preferita per i prossimi mesi.
Vi lascio con una domanda: fin dove può spingerti l'amore e il rimpianto? Questo libro tenta di darci una risposta, mostrandoci fin dove ci si può spingere... ai confini del Tempo, forse. Non vi resta che immergervi in questa lettura per trovare una risposta.


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