Il battito dell'Orologio.

 


Autrice: Marta L. Destler

Titolo: Il battito dell'Orologio

Trama: Ovunque, anche a Cambrica, gli Orologi scandiscono il tempo che separa una persona dalla propria Anima Affine, o anima gemella; ma non quello di Harriet Seward. Nonostante segni sempre l’ora esatta, il suo è irrimediabilmente rotto, come nessun altro Orologio al mondo. Ormai si è rassegnata: è destinata a una vita senza la sua Anima Affine. Ma Harriet è determinata a diventare un'Orologiaia, per studiare la scienza di questi misteriosi oggetti e capire perché solo il suo è così, dovesse smontarlo pezzo dopo pezzo. Niente la terrà lontana dal suo sogno, non la famiglia men che meno le inflessibili leggi del tempo. La sua ricerca sembra prendere una piega inaspettata quando si trasferisce in un appartamento impregnato di una storia intrigante ma fantasiosa. Lì, Harriet scoprirà che il suo Orologio non è l'unico a essere rotto. Di chi è quel vecchio rottame abbandonato in soffitta? E come fa l’Anima al suo interno a battere senza un proprietario? Con l'irrazionale compagnia di uno sconosciuto che infesta i suoi sogni in un mondo in bianco e nero, Harriet dovrà espandere le sue ricerche. I suoi studi l'aiuteranno a risolvere il dilemma o dovrà fare i conti con una realtà in cui persino la scienza che tanto ama è incapace di spiegarsi una tale anomalia? Soprattutto, può l’amore trascendere il tempo?

Prezzo di copertina: 15,90 euro (disponibile anche versione kindle unlimited a 4,99 euro)

Recensione


Primo romanzo autoconclusivo della serie Cambrica Chronicoles. Un fantasy steampunk che riuscirà non solo a conquistarvi... ma a divenirvi caro. 
Personalmente avevo alte aspettative su questo libro, aspettative che non solo sono state soddisfatte ma ampliamente superate. 
Attenzione, però, perché questo romanzo crea un continuo stupore: due anime che si cercano, sovvertendo le regole stesse della realtà. Una storia sconvolgente che sa riscaldare dentro. 
Credetemi quando vi dico che scivolerete, con una facilità sorprendente, tra le pieghe di questa storia senza volerne uscire più. Ebbri di incanto, ingegno e meraviglia. 
In questo mondo gli Orologi sono fondamentali nella vita dell’essere umano, custodiscono la coscienza e l’anima del proprio portatore. E tutti gli Orologi scandiscono il tempo che manca per incontrare la propria Anime Affine... ma non quello della nostra protagonista, Harriet Seward. 
Il suo Orologio è inspiegabilmente rotto, e ciò le provoca non pochi problemi... soprattutto inerenti a come viene percepita dagli altri: difettosa.
L'esistenza e le funzioni degli Orologi vengono spiegate in modo esaustivo, cibando avidamente la nostra curiosità su suoi diversi aspetti. 
Immaginatevi di possedere un Orologio simile che segna l’ora in cui troverete la vostra anima gemella, quanto sarebbe bello poter dire “quella persona è destinata a me”; adesso, invece, immaginatevi che il vostro Orologio sia l’unico rotto in tutta Cambrica, l’unica persona a cui non è concesso trovare la propria Anime Affine. La prima cocente domanda che vi porreste sarà: perché a me? 
Ecco, è la stessa domanda che si pone la protagonista e alcuni dei suoi cari. La stessa Harriet andrà a studiare all’Accademia, per poter diventare una illustre Orologiaia, proprio per cercare di scoprire il mistero che si cela dietro il suo difetto. Un difetto ingiusto con cui impara a convivere. 
Questa è una storia dove la fantasia si sprigiona libera e le sue scintille si mischiano in qualcosa di intimamente magico, una miccia che promette costante meraviglia, piena del colore abbacinante del rame caldo, che sa di librerie e mani che si muovono per riparare piccoli ingranaggi celati. 
L'autrice ci prende per mano e ci conduce nella sua storia, che sa di ticchettii e zeppelin voltanti, e pian piano diventerà anche la nostra storia. Sa di calore, di amore, di coraggio, di desiderio, di intraprendenza. 
Seguiremo la nostra protagonista nella sua quotidianità e nella sua nuova dimora a Clockwork House, che si dice sia abitata da qualche fantasma a causa di eventi inspiegabili e un po' sinistri. E nel cuore della notte, quando tutto tace, Harriet avverte il battito lento e lieve di un Orologio. 
Tuttavia, tra lezioni in Accademia, il lavoro, lo stress costante delle insinuazioni della sua famiglia, Harriet non ha davvero tempo da perdere in stupide superstizioni. Fin quando scoprirà nella mansarda chiusa moltissimi libri, appunti, studi innovativi, complicati, quasi folli e... l’Orologio di cui davvero sentiva il battito. E qui non fa che addensarsi il mistero, infatti l’Orologio incustodito è rotto, sì, e nonostante questo conserva il suo incessante battito che sembra chiamarla. Com'è possibile? 
Harriet prenderà l’improvvisa decisione di custodire l’Orologio abbandonato. Una decisione che metterà in moto ingranaggi che non si potranno arrestare
È solo l’inizio di stramberie che lottano con la ragionevolezza spiccata della nostra protagonista. Sparizioni di piccoli oggetti, mobili ritrovati in posizioni diverse nella casa, e sogni alquanto peculiari in bianco e nero, ambientati proprio lì, nel suo appartamento che però è differente e provvisto di un coinquilino parecchio interessante. 
La narrazione è capacità allo stato puro, corposa, scorrevole, ingegnosa con un pizzico di evocazione, mistero e qualcosa di inspiegabile che unisce tutti i suoi filamenti. Come ingranaggi ben oliati che si muovono in armonia, la trama di questo romanzo si muove sinuosa, senza nessun inghippo, lasciandoci avvolgere nella sua tela intricata dai colori vividi e dai personaggi intensi. 
A questo proposito, le descrizioni sono assolutamente fantastiche e ben calibrate, riuscendo a catapultarci tra i meandri di Cambrica, divisa tra la Old e la New, in netto contrasto in rappresentanza di due ere differenti. Una città piena di vapori e automi, frizzante e mai quieta; dove spicca con la sua fiera compostezza la tranquillità dell’Accademia, ricca di storia ed eleganza, che si erge quasi indomita di fronte ad una città in continuo sviluppo, che avanza a suon di macchinari e innovazioni. 
E spendiamo anche due parole sul worldbuilding, estremamente denso e dettagliato, che appare di fronte al lettore in un modo così istantaneo che non si fa fatica a credere che sia reale. 
Come ho già detto, l’autrice è stata minuziosa nelle descrizioni e nel saper ampliare il suo mondo con piccoli riferimenti, oggetti, nozioni, che rendono Cambrica un luogo di perpetua meraviglia (sì, okay, mi rendo conto che sto usando spesso la parola meraviglia, ma non posso fare altrimenti. In questo romanzo è tutto meraviglioso, okay?! Lasciatemi spiegare e non avrete difficoltà a credermi). Dai giornaletti di La Rotella al mercato degli Ebbri, o la mistica e affascinante (e azzarderei a dire pericolosa) bottega delle Cose Impossibili. 
Senza far riferimento a tutto il contorno che lo rende ricco: autonomi eleganti, biciclette al vapore, zeppelin volanti e così via. 
Un altro punto di assoluta forza del libro sono i suoi personaggi, ben delineati e caratterizzati, che conoscono all’interno del romanzo una crescita realistica fatta da piccoli atti di gentilezza, un segreto rivelato, il coraggio di dire la propria opinione. 
Ci sono alcuni personaggi che riusciranno ad entrare subito nel cuore (sì, sì, Beckett stiamo parlando di te, non preoccuparti), altri invece riusciranno nell’impresa prendendosi del tempo e mostrandosi senza belletto né maschera. Ma una cosa rimane certa: saranno indelebili a modo loro. 
E tra i personaggi indelebili e sicuramente tra i più curiosi abbiamo Mr Lance, il Dorato, misterioso e affascinante che governa il Moonlit Zeppelin, caratterizzato da diversi altri personaggi peculiari, tra cui spicca Miss Erin e la Cartomante. 
E poi il gruppo di amici della nostra protagonista: la cugina Catherine, sempre dalla sua parte con una compostezza amichevole (compostezza che evapora vicino a Beckett, ma non divaghiamo!), Mary Anne, la migliore amica di Harriet, un personaggio fresco, irriverente e che non ha paura di dire ciò che pensa. Beckett, sfacciato, insolente ed estremamente leale. Albert, il fratello maggiore, con cui la protagonista ha un forte senso d’affetto e appoggio reciproco. Lilibeth, la sorella minore, opposta in tutto quello che fa e dice Harriet; un personaggio che riserverà non poche sorprese, scopriremo come Lilibeth sia una persona con propri desideri, oltre le obbligazioni che deve costantemente riempire nel suo ruolo di figlia perfetta. E nonno Percival, questo è un personaggio coccola che si ama subito. 
E ultima, ma non per importanza, la nostra protagonista, Harriet, con cui ho sentito fin dalle prime battute una piacevole affinità. 
È un personaggio atipico, che non segue gli schemi preimpostati dalla società in cui vive. Studia all’Accademia dove punta ad entrare nella rinomata Gilda degli Orologiai, vive sola e lavora in biblioteca. Non pensa minimamente al matrimonio e al compito ingombrante, soffocante, di dover essere solo una signorina rispettosa. È curiosa, riflessiva, intraprendente, insomma uno spirito pragmatico. Adoro il suo modo di essere sempre pratico. 
Ma Harriet si sente anche in difetto, rotta, inutile. Su di lei pesa una diversità che alcuni personaggi non le permettono di dimenticare: il suo Orologio è rotto. O almeno così sembrerebbe. Una disgrazia, a cui la nostra protagonista, fa continuamente i conti: il non avere la possibilità di trovare qualcuno la cui anima possa incastrarsi perfettamente con la sua. Eppure, ciò non annulla il desiderio, celato da occhi indiscreti, di poter trovare un po' d’amore. Un desiderio che davanti alla logica della nostra protagonista appare davvero impossibile
Inoltre, Harriet è angustiata dalla consapevolezza di essere stata la causa della prematura morte della madre. Un qualcosa di amaro con cui ha imparato a convivere, insieme all’indifferenza e freddezza di alcuni membri della famiglia. 
La scrittrice riesce a levigare ogni singolo dettaglio di questo personaggio, le sue ombre e luci, smussature e incavi: l’orgoglio per il percorso intrapreso, nonostante le mille difficoltà riesce a darle belle soddisfazioni, anche se getta l’ennesimo giudizio negativo da parte della sua famiglia; il desiderio che il padre la consideri di nuovo una figlia; le ansie degli esami; e l’eccitazione mista a qualche preoccupazione nei confronti del suo coinquilino fantasma che incontra nei sogni. È tutto un miscuglio complesso e in continuo mutamento, che la rendono profonda e reale. Nonché il cuore pulsante del romanzo. 
E a proposito dell’affascinante inquilino della Clockwork House... gli incontri proseguono, Harriet è sempre meno convinta che si trattino di sogni partoriti dalla sua mente. E il cuore, oh! Quell'oggetto che pareva arrugginito pompa i suoi pistoni velocemente quando è in compagnia dello sconosciuto in bianco e nero. 
Un misterioso fantasma a cui Harriet affida il nome John Smythe, rendendolo ancora più concreto, dove inizieremo a scoprire qualcosa di più sul suo passato, avviluppato in una patina di mistero quasi inspiegabile. 
Le interazioni tra questi due personaggi sono così giuste, delicate e piene di tutto ciò che è bello tra le interazioni umane. Come stringere tra le mani una tazza di tè bollente, dove il suo tepore lentamente ti conquista, scaldandoti dentro. Credo non ci sia modo migliore per descrivere questi due. 
Una storia d’amore può trascendere il Tempo? Harriet e John vivono nella medesima casa in due tempi discordanti, ma il velo che li separa sembra assottigliarsi sempre di più... anche se qualcosa pare studiarli. Qualcosa che cerca di insinuarsi, tentando di dividerli, allontanarli. 
C'è un’intensità nei sentimenti descritti che colpiscono il lettore in tutta la sua potenza rivelatrice. L'angustia e l’amaro in bocca nel sapere che si sta cercando di raggiungere qualcosa di irraggiungibile, che tuttavia, Harriet si impegnerà allo stremo delle sue forze per permettere a qualcuno di vivere, finalmente. 
Un mistero fitto a cui la nostra protagonista, ormai, conosce ogni centimetro di pelle, dove occhi castani sono due fuochi di colore in un grigiore che ormai ha caro.
Il romanzo è anche ricco di temi, tra cui troviamo: l’amore e la domanda se esiste la sua predestinazione o meno. Una domanda a cui l’autrice cerca di rispondere attraverso i suoi personaggi e le loro diverse esperienze in merito. 
Non sempre trovare l’Anima Affine finisce bene o riesce a colmare le aspettative. A volte è solo una sofferenza che avrà ripercussioni sul proprio Orologio. E l’amore, in questi casi, può davvero definirsi libero e spontaneo? Credo, che non esista una risposta universale, ognuno è diverso. Domande, risposte e consapevolezze che i nostri personaggi si portano sulla pelle e sul cuore
Anche, l’importanza di autodeterminazione e protezione verso la propria libertà. Prendiamo in esempio Harriet, il suo avere un Orologio rotto la limita? No, la nostra protagonista non si lascia modellare da questo fatto (anche se questo non vuol dire che esso non le provochi costantemente sofferenza di sottofondo). E lei stessa a decidere che tipo di persona voler diventare e il non avere un’Anima Affine e un conto alla rovescia ad attenderla non intacca l’impegno che Harriet mette in tutto ciò che fa. 
Ed è qui che troviamo un altro fondamentale tema del libro: credi in te stessa e abbi la capacità di perdonarti e rinascere. I personaggi che girano all’interno del libro hanno sofferto in mille modi differenti, alcuni scontato anche una pena dilaniata dal Tempo. Sono visti diversi, pericolosi, rotti, folli, irrilevanti. Ma è davvero così?
E poi arriviamo al concetto temibile del Tempo e del suo scorrere solo e sempre in avanti, inevitabile... ma ne siamo davvero sicuri? E se, invece, fosse possibile l’impossibile? Poter agire sulla sua linea e avere la capacità non solo di percorrerla in avanti ma anche all’indietro? E se il Tempo non perdonasse tale mancanza di rispetto? Cosa succederebbe? Beh, il Battito dell’Orologio ha una risposta a questi quesiti, ma per scoprirli dovrete leggerlo e attraversarlo di persona.
Le emozioni che attraversano il lettore sono una moltitudine e non può essere altrimenti, proprio perché questa storia smette di essere solo inchiostro vergato, grazie anche all’abilità dell’autrice, e diviene qualcosa di consistente, qualcosa che ti fa sospirare, battere il cuore e amare i suoi personaggi. Qualcosa che ti aiuta ad affrontare la propria vita.
Davvero, ho perso il conto di quante volte io abbia riso di fronte alle battute di Beckett; all’affetto di nonno Percival; alla passione di Harriet per gli oggetti meccanici, le piccole sorprese di John. 
Ma non solo, la disperazione di qualcosa che non si riesce a comunicare senza avere le pareti di casa stringersi su i protagonisti, un’urgenza che formicola su tutto il lettore mentre consuma avido le parole. La paura, il desiderio, l’amicizia. 
La felicità che irradiano i piccoli gesti semplici, capaci di esprimere un’adorazione e autenticità che strugge il cuore. E il cuore che si scioglie di fronte all’interazione tra Harriet e John! Adorabili, un po' impacciati, che riescono a rendere visibile un sentimento che non ha forma né una quantità precisa.
Sebbene in modo differente sia Harriet che John tornano a “vivere” quando si incontrano; due reietti, sulle cui spalle pesano tanti errori, accuse e giudizi. Due anime sconsolate che si trovano e si riconoscono.
Non c’è bisogno di fingere e di smorzarsi quando sono insieme. Questo è uno slow burn scritto davvero bene, il mio cuore non riesce a reggere tutta questa autenticità e bellezza. 
Ma il Tempo sembra implacabile nel suo ruolo, soprattutto nel punire chi cerca di sottrarsi alle sue regole. 
Ed è qui che ci imbatteremo nei capitoli più intensi, dolorosi, pieni di tanta speranza che angustierà i nostri personaggi e giungerà con la medesima potenza anche a noi. Il terrore di fallire chiude la gola e fa tremare le mani. Ma Harriet non si arrenderà e non si tirerà indietro... anche quando il prezzo si rivelerà alto. E saremo testimoni ancora una volta della meraviglia e forza che questa donna sa essere.
 E scopriremo segreti custoditi con cura, leggende che hanno qualcosa di vero, racconti che non sono solo fantasia. E l’alone di mistero e magia, che, come pulviscolo, vortica incessante, onnipresente ma quasi inafferrabile. 
E forse è un bene che sia così, lasciamo che la magia non venga del tutto analizzata e scandagliata, non intacchiamone la sua essenza, limitiamoci ad attraversarla con un po' di timore, scetticismo e stupore.
Le ultime centinaia di pagine sono stupende e agonizzanti. I fili giungono al pettine, i misteri svelati e scelte difficili attendono i nostri personaggi. 
Ci sono stati momenti incredibili, di strazio, di speranza, di lotta. Occhi nocciola pieni di dolore. Crepe su un orologio. Qualcosa che preme di voler riaffiorare. 
Continua con spoiler, di colore diverso. Mi ha emotivamente distrutto la Harriet che non ricorda, che cerca di proteggersi cercando di trovare scuse razionali di fronte ad un'evidenza che fa paura. Questa parte del romanzo credo sia quella in cui Harriet finalmente si mostra senza freni. Il terrore di provare speranza per qualcosa che le è stato sempre precluso, come cerchi di negare e allontanarsi da qualsiasi appiglio per evitare altre fratture su un Orologio già devastato e pieno di ammaccature.
Ho amato ogni singola pagina, ogni preziosa interazione. Una storia che per me supera ampiamente le cinque stelle. 
Ci sono momenti di questo romanzo che custodirò gelosamente nel cuore. Come la magia stupefacente e un po' inspiegabile del Moonlit Zeppelin; il mistero che aleggia come nebbia fitta nei meandri della Old Cambrica; fiori di carta e un cielo stellato in una soffitta buia; il calore di un abbraccio; il conforto di un ticchettio; l’amore che emerge nello sfiorarsi. 
Non so come altro dirvelo: leggete questo libro! Ha una storia originale, dinamica, che pare pulsare di vita sotto gli occhi del lettore estasiato. 
Inoltre, voglio un attimo parlarvi anche della cura degli interni del romanzo, dalla mappa ai suoi disegni, al dettaglio dei capitoli, e la creazione anche di nomi della settimana. Un lavoro che comunica tanto amore, impegno e pazienza. 
Una storia che non può, dunque, collocarsi in un solo genere. Il battito dell'Orologio è fantasy e anche steampunk, come abbiamo ampliamente visto. Ma è anche romance, di quelli che sono concreti e che aiutano ad alimentare la piccola fiammella di speranza, che ricordiamo non è cieca illusione, verso l'amore nelle sue infinite forme. Che sia la persona attesa che si incastra bene con te, che sia il tacito perdono di un padre che non ha mai smesso di amare e se ne rende conto. 
Ma non è solo questo, il romanzo valica i generi perché non sta mai fermo. C'è il diritto di perdonarsi e bastarsi. Ma soprattutto vi è un concetto potente: meriti amore. Lo meriti anche se pensi di essere difettos*, guast* o troppo poco per altri. Lo meriti. Harriet e John hanno avuto un bellissimo e travagliato percorso per farci comprendere questa verità, a cui molte volte non diamo il giusto peso.
Questo non è un addio, ma un lungo arrivederci e la promessa, da parte mia, di tornare a scoprire le nuove storie che già girano all’interno di Cambrica nell’attesa di essere scritte dalla scrittrice. Personalmente, non vedo l’ora di scoprire cosa abbia in serbo per noi!.


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