Somnia. Velhot vol III

 



Autrice: Chiara Bastianelli

Titolo: Somnia. Velhot volume III

Trama: Secoli dopo gli eventi di Yhrlenam, il passato tornerà a smuovere la terra. Ciò che è sepolto sotto la superficie premerà per uscire mentre nuovi piani verranno orchestrati nell'ombra. L'oscurità voluta da Sariel avanzerà mangiando la luce del sole e gettando la città di Kyorl sotto una cappa perenne di nebbia e inquinamento. Sussurri nei riflessi e oscure presenze, ombre che si muoveranno insieme a Clara percorrendo i suoi stessi passi. Condividendone l'unico destino. Una scalata al potere che verrà perseguita a ogni costo, poco importa a chi apparterrà quella scia di sangue che il Maestro si lascerà alle spalle.

Prezzo di copertina: 13,99 euro. (disponibile anche versione kindle unlimited a 2,99 euro).

Recensione.

Somnia è il terzo volume della serie Velhot, e ci fa piombare immediatamente in un'atmosfera aliena al confronto con i primi due volumi.
Il romanzo inizia con questa bellissima frase in latino “Ego me requiro”, che racchiude bene ciò che in questo libro andremo ad affrontare. Il viaggio di Clara sarà tortuoso alla ricerca di se stessa.
Somnia è sporgersi da un precipizio. Un sottilissimo equilibrio che si mantiene a fatica, di cui sotto sotto vi è la certezza della caduta. La promessa di sprofondare non è mai stata così vicina a corteggiarci.
Ci viene tratteggiato un presente angusto; pieno di progresso e denso delle sue nubi nere, il sole caldo è solo un ricordo anestetizzato dalle modernità e dai privilegi tecnologici.
In questo nuovo presente gli umani raramente contraggono malattie grazie al Noxvitae e alle medicine di Viatorium. Ed è proprio dalla fondazione della sua azienda farmaceutica che Sariel è riuscito a guadagnare fama, riconoscimento e soprattutto potere.
Il mondo è mutato, il disegno di Sariel si è compiuto quasi del tutto, mancano gli ultimi ritocchi, tratteggiare le finali fatidiche linee, piccoli tasselli per poter finalmente accedere alla perfezione.
L'autrice ci regala un romanzo totalmente differente dai primi due. Non solo per il cambio di ambientazione, ma anche l’impostazione del libro appare più scandita e decisa.
La narrazione è coinvolgente e scorrevole, piena di descrizioni che ne arricchiscono il ritmo.
In Somnia, ho trovato una Clara mutata: affilata da consapevolezze e riempita di cinismo per proteggersi. I secoli sono passati e hanno lavato via quell’ingenuità che l’aveva caratterizzata, facendo sbocciare una protagonista disillusa, distaccata e piena di una sofferenza che non riesce a valicare.
In questo nuovo presente, lontanissimo dagli eventi di Yhrlenam, Sariel è professore universitario di virologia e microbiologia nella cittadina di Kyorl e porta avanti diversi progetti per adempiere al proprio piano. A questo riguardo, incontriamo un nuovo personaggio, la dottoressa Irona, che nutre un profondo amore per la scienza e il progresso, lasciandosi dietro inutili pesi... tra cui la moralità. Ed è proprio quest’ultima caratteristica che spinge Sariel ad accoglierla tra i propri stretti collaboratori.
Il passo finale è sempre più vicino. Tutto sembra procedere bene. Ma ecco che le prime silenziose crepe appaiono sulla tela della perfezione, riflessi di qualcosa che Clara ha cercato disperatamente di non guardare. Il passato torna a scivolare sull’ombra della nostra protagonista, esigendo non solo di essere riconosciuta ma anche ascoltata.
Clara ha un’ansia sociale che pervade le pagine. Ricordiamo che attraverso le sue parole viviamo il romanzo, dunque, si ha la sensazione di essere circondate da una bolla ovattata, che filtra tutto ciò che la circonda ma non impatta mai. Si ha la sensazione di dover proteggersi, una sensazione pressante che non lascia mai il lettore.
Come ho già detto, Clara è cambiata, i secoli l’hanno mutata inevitabilmente, facendola ritirare nel suo bozzolo e non interessarsi più degli affanni degli esseri umani intorno a lei, umani che l’hanno tradita e disprezzata.
Ma qualcosa turba questa apparente serenità fatta di vita ritirata insieme a Sariel. Ombre, occhi bianchi, riflessi, che la sfiorano, cercando di agguantarla. I ricordi, i sentimenti, le colpe, desiderano essere riconosciuti. Clara non può più fingere.
Cosa troverà nello specchiarsi davvero?
In questo terzo volume troviamo anche la figura di Joseph in rilievo, e quant’è cambiato dalla prima volta che ci siamo imbattuti in lui! Joseph è un personaggio in penombra, che si va caratterizzando col tempo, rivelando desideri reconditi sempre celati...che però, in Somnia, darà voce.
Una sofferenza inquieta che non potrà mai essere soddisfatta riveste il reverendo, rendendolo altero, vivido e incredibilmente umano. Nonostante gli sforzi di Sariel di renderlo perfetto.
Ed è proprio la sofferenza un tema principale di questo romanzo, lo riveste stringendone i cappi, arrivando a colpire anche il lettore.
La stessa Clara è colma di un dolore che non riesce ad esternare, dove in lei danzano contraddizioni che promettono di spezzarla. Piena d’amore per Sariel ma triste per l’intero svolgimento del suo operato. Cinica ma allo stesso tempo preoccupata per l’esito degli esseri umani.
In lei ci sono tante parti diverse che si scontrano in una lotta quieta che non viene mai urlata ed esternata in modo nitido, proprio perché Clara non vuole causare altri problemi. Eppure, la nostra protagonista risplende di luce, soprattutto se ammantata da oscurità. Un faro di speranza in un mare di caos pronto ad inghiottire tutto.
Somnia è questo. È oscurità che ingoia ogni piccola cosa viva e appetitosa; risucchia i colori e prende possesso dei sogni. Somnia è l’incubo in cui tutti si stanno pian piano risvegliando.
L'autrice è stata bravissima a tratteggiarci un mondo moderno in pieno decadimento: moralità a pagamento, dove i giudizi che contano sono quelli di persone facoltose e pompose, disagi sociali che dilagano sotto l’occhio attento e menefreghista dei potenti. E vediamo gli emarginati, simbolizzati dal gruppo di chiesa con cui Clara entra in contatto, grazie al quale la nostra protagonista si apre pian piano di nuovo alle sincere emozioni umane, dandosi la possibilità di provare empatia per queste persone alla deriva, sconfitte, sottovalutate, in un mondo che esige omologazione.
Anche in questo nuovo mondo, dove le differenze tra la popolazione svettano, lo spaccato tra Sariel e Clara pare aumentare. Sariel che ormai è un riconosciuto status symbol, si destreggia bene nell’ambiente ricco e pieno di squali.
D'altro canto, Clara si sente fuori posto, soffocata dagli sguardi sempre carichi di giudizi che attendono solo un suo nuovo fallo per poterla additare e insultare in modi sottili.
Forse, è proprio la nuova dinamica del mondo odierno che approfondisce e rende ancora più evidenti delle differenze che ci sono sempre state tra questa coppia. Ma adesso, appare sempre più difficile andare incontro verso l’altro per colmarle. Un compito che richiede troppo. Anche pezzi di se stesso. E Clara non può più rimpicciolirsi per adattarsi agli altri, anche se si tratta di Sariel.
Eccoci vicino ad una abissale differenza tra i nostri due protagonisti: lei è disposta a tutto pur di stargli accanto, anche se il piano del Maestro sta assumendo toni inaspettati e crudeli. Ma l’Antico non rinuncerà al suo progetto... nemmeno per Clara. Siamo ad un'impasse dolorosa, che costringerà Clara a non solo guardarsi davvero attorno, ma anche dentro se stessa. E lì, sopiti, vi sono delle verità e forze che attendono il loro agognato riconoscimento.
A questo riguardo, scopriamo anche qualcosa in più sugli Eidola, visti come la parte più oscura dei camminatori dello spirito... ma è davvero la verità?
Inoltre, assistiamo anche a qualche prezioso flashback tra Sariel e Clara all’inizio, quando lui era un Dio riconosciuto e venerato e Clara la sacerdotessa con il compito di istruirlo. Momenti preziosi che ci permettono di fare più chiarezza sul loro rapporto e di come esso sia mutato e articolato nel corso del tempo.
C'è una frase all’interno del romanzo che, secondo me, riesce bene a sintetizzare ciò che Clara prova nei confronti di Sariel, “mi diede sicurezza ma mi fece paura”, una delle contraddizioni più care a Clara, che qui viene esternata con una consapevolezza lucida, nonostante il forte sentimento.
I dubbi con cui avevamo lasciato Clara nel secondo volume, adesso, ritornano pieni di una nuova energia.
C'è un malessere che si smuove tra le pagine e i lettori sono consapevoli di star vivendo la calma prima della tempesta. Gli ultimi momenti di quiete prima di...cosa? Il lettore non può smettere di leggere.
Il destino dell’umanità è stretto tra gli artigli dell’Immondo e mentre le città piombano nell’oscurità, privata di luce ed internet, il caos erutta furioso, e i Velhot escono allo scoperto.
In Somnia Sariel è accecato di potere e orgoglio per il suo operato, troppo concentrato nel suo compito da non rendersi conto che ogni nuovo passo compiuto in quella direzione è un passo in più dove lascia Clara dietro.
Il finale lascia l’amaro in bocca, e non può essere altrimenti. Si raccoglie ciò che nei primi due volumi si è seminato, ed è solo l’inizio. L'inizio di un’apocalisse, dove oscurità e luce si ritroveranno a combattere.
Velhot è una serie che si evolve libro per libro, e sono curiosissima di sapere cosa accadrà nel volume conclusivo!

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