Il mistero della figlia del Re. Madame Royale vol I
Autrice: Lisa Beneventi
Titolo: Il mistero della figlia del Re. Madame Royale vol I
Trama: Rivoluzione francese: 1792-1795 In seguito alla fuga di Varenne, la famiglia reale di Francia è imprigionata nella cupa Torre del Tempio nel cuore di Parigi. Dopo un sommario processo Luigi XVI, Maria Antonietta e Madame Elisabetta, la sorella del re, sono condannati e ghigliottinati dai capi rivoluzionari che hanno instaurato il regime del Terrore. Gli unici superstiti sono i figli Maria Teresa Carlotta, detta Madame Royale, e il delfino Carlo. Sorvegliati a vista, abbandonati a se stessi, senza conoscere il triste destino riservato alla loro famiglia, essi vivono anni di solitudine, nella sporcizia e nella sofferenza. È direttamente dalla voce di Maria Teresa Carlotta che veniamo a conoscenza delle sue paure, dei suoi tormenti, delle sue emozioni e dei suoi ricordi. Vittima inconsapevole degli intrighi di aristocratici e ministri, travolta dalla furia di un popolo miserevole che ha fame, che inveisce contro i reali, ritenuti colpevoli dei problemi economici della Francia, Carlotta, a soli quindici anni, è catapultata dal lusso e dalla vita spensierata della reggia di Versailles nella cella buia, umida e spoglia del Tempio. È grazie a lei veniamo a conoscenza degli eventi che hanno determinato la Rivoluzione, così come sono stati vissuti dalla famiglia reale. Fino al dicembre del 1795 quando dovrà affrontare un nuovo periodo della sua vita. È a questo punto che ha inizio il “mistero della figlia del re”. Che ne sarà di lei, in una Francia ancora sconvolta dalla Rivoluzione, in un’Europa messa a ferro e fuoco dalle guerre napoleoniche? Quale sarà il suo destino?
Prezzo di copertina: 15,90
Recensione.
Il mistero della figlia del re è il primo volume della nuova trilogia firmata da Lisa Beneventi, che tenta di diradare il mistero avvolto intorno alla figura di Maria Teresa Carlotta, figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta.
Ma prima di poter far luce sulla vicenda dobbiamo conoscerla. Ecco, dunque, che l’autrice ci conduce proprio tra i suoi intimi e raccolti pensieri durante un periodo storico assai instabile.
La fine del Settecento francese lo vivremo attraverso gli occhi innocenti ma vivaci di Madame Royale.
La narrazione è raffinata, piena, scorrevole ed estremamente evocativa. L'autrice riesce a delinearci un periodo storico con facilità, dandoci tanti piccoli riferimenti che ci permettono di rendere la scena vissuta ancora più completa.
Il romanzo presenta due tempi differenti: il presente vissuto dalla stessa Carlotta attraverso le parole che verga nel suo diario; e il passato che ritorna in vita dalle chiacchiere e confidenze delle reali chiuse in cella al Tempio, passato rievocato dal desiderio di Carlotta di capire come si sia potuta rovesciare la monarchia. Elisabetta, la sorella del re, e Maria Antonietta narrano, dai loro punti di vista, le vicende che hanno preceduto la rivoluzione e il durante: gli errori, lo sbaglio di non aver saputo ponderare bene il pericolo, le riforme sbadate, le dimenticanze, il cercare di diminuire gravi problemi... mentre il popolo francese lievitava il suo rancore verso una monarchia che li lasciava affamati.
La Beneventi riesce a riportare alla luce una fanciulla persa tra le pieghe storiche, schiacciata da personaggi di rilevanza maggiore a livello storico, insomma, chi ricorderebbe mai una giovane rinchiusa al Tempio, sola e afflitta mentre Parigi è in fermento?
L'autrice riesce a dar lustro a questa figura messa in ombra nel lontano settecento parigino e le parole che la rappresentano sembrano giungere a noi con una nitidezza sorprendente. Una principessa, un Giglio della Francia, che ha vissuto in un periodo funesto in cui i reali venivano legittimamente disprezzati dalla rabbia di un popolo che aveva lievitato troppo a lungo.
La scrittrice con una delicatezza abbacinante riesce, attraverso testimonianze e biografie dell’epoca unite ad una buona dose di capacità narrativa, a donarci non solo un’opera di pregio ma anche e soprattutto una storia che ci colpisce con precisione.
Tra queste pagine c’è un dolore composto di giovani, facendo anche riferimento al piccolo fratello di Carlotta, entrambi vengono trattati in condizioni denigranti solo in quanto simboleggiano la casata regnante, che i rivoluzionari hanno imparato a disprezzare. Una valvola di sfogo: torturarli, isolarli, privarli delle cose più basilari, soddisfa i desideri più contorti di carcerieri che si inebriano ad avere alla loro merce i reali, ritenuti fino a poco tempo fa intoccabili.
Il romanzo riesce a capovolgere il punto di vista che di solito si ha quando si pensa alla rivoluzione francese. L'insurrezione del popolo affamato e la noncuranza della casa regnante; sì, ma è davvero così semplice sintetizzare anni di brutalità ed entusiasmo?
Attraverso la sua narrazione pulita, l’autrice riesce a mostraci come non ci sia solo bianco e nero, introducendoci nel punto di vista intimo e raccolto della protagonista dove avvertiamo lo spaesamento, l’impotenza, l’umiliazione, la paura... il dolore di una figlia, che vede annientata la sua famiglia.
Il romanzo va avanti ed indietro nel tempo, ripercorrendo momenti di raccoglimento e sincerità tra le donne reali, rinchiuse nella loro cella condivisa. Ed ecco che si torna ai ricordi lucenti di fasti, di tempi giovani e allegri. E il lento ed insidioso marciume che squarcia lo sfarzo della Corte.
L'inesorabile inasprirsi del malcontento popolare unito a delle scelte di governo fallimentari. Fino al momento decisivo dello scoppio: la presa della Bastiglia, che evidenzia un’importante verità con cui tutti dovranno fare i conti: la folla ha potere.
A seguito si ripercorre velocemente la decisione del re di non fuggire da Versailles, poi attaccata. I giorni di Tuileries, dove i reali sono tenuti sotto scacco all’interno di Parigi, la fuga poi scoperta.
C'è una frase, che mi ha colpito molto, durante la lettura, dove Carlotta medita sulla rivoluzione e ammette, con un candore bellissimo, che sì, forse suo padre era in qualche modo colpevole per la situazione venutasi a generare... ma lei e suo fratello che colpa avevano? Erano solo bambini, accuditi e viziati tra castelli piedi di opulenza, certo, ma rimanevano bambini estranei alle decisioni che hanno portato l’inasprirsi della situazione politica e sociale in Francia.
Nel mentre, il romanzo procede spedito. Complotti, astuzie, rabbie, colpe ed ingiustizie si susseguono negli avvenimenti che piastrellano la rivoluzione.
Momenti storici e anche l’incontro (o riferimento) a personaggi storici fondamentali: i Polignac, il duca d’Orleans, Necker, Robespierre, la creazione degli Stati Generali...l’apparente calma che invade la narrazione prima del Terrore.
Si respira ogni bordo.
Viviamo tutto l’ampio spettro di emozioni contrastanti che colpiscono la nostra protagonista. La crudezza di certi sentimenti che non si riescono ad inghiottire, un grumo di disperazione che si amplifica rinchiusa in una cella, ignara del mondo.
Quando inizia la prigionia al Tempio, Carlotta, è disorientata, colma di una paura aliena che inizia ad invaderla, lasciandola sopraffatta per tutta la serie degli avvenimenti che si sono già messi in moto, inarrestabili; unita ad una consapevolezza affilata: non è più la figlia del re.
La narrazione diviene vivida nel farci vivere l’inizio della prigionia dei reali nella roccaforte, dove gli urli e gli oltraggi erano i soli che riuscivano a penetrare la fortezza. Ed è proprio attraverso le urla rabbiose che, ad esempio, vengono a conoscenza della triste fine riservata a Madame De Lamballe, carissima amica fedele della regina, uccisa in modo truce durante “i massacri di Settembre” del 1792. A cui si dà seguito alla effettiva abolizione della monarchia attuata dalla Convenzione.
Sono solo i primi momenti agognati che la nostra protagonista vivrà, prima in compagnia della madre della zia e poi in completa solitudine. E fuori una Parigi in fermento, dove la ghigliottina non smette mai di lavorare e le urla del popolo crescono, cercando sempre un nuovo nemico a cui indirizzare la sua rabbia liberata.
Lentamente la famiglia reale si sfalda. Portano via il re, la regina, la principessa Elisabetta. Madame Royale rimane sola.
Rinchiusa in una cella per anni, non sa nulla di ciò che accade o di cosa sia avvenuto a sua madre e sua zia. Sta in pensiero per il fratellino, rinchiuso al piano superiore, che sente gridare e soffrire. Cerca di rimanere composta di fronte agli insulti e alle violenze subite dai suoi carcerieri.
Il ritmo si addensa, agitandosi. La rivoluzione lascia posto al Terrore, un periodo contorto, cupo, violento.
E qui c’è un passaggio di narrazione brillante, in cui l’autrice con una chiarezza metodica, riesce a riassumere bene la contraddizione insita nella rivoluzione. Riporto l’estratto: “Tutti. Tutti ora sono sospettati. Non sentite? Ora il popolo non grida più contro i nemici della rivoluzione, ma contro coloro che hanno voluto la rivoluzione. La rivoluzione mangia se stessa”.
La storia è costellata da tali rivoluzioni. In periodi di grandi squilibri gli ideali giusti che dovrebbero animare la rivoluzione vengono calpestati dallo sboccio liberatorio della violenza. Il desiderio brutale di voler prevalere e dunque utilizzare ogni mezzo disponibile.
Con questo primo volume, l’autrice riesce con la sua abilità narrativa a sgretolare la facciata distante di Maria Teresa Carlotta, un personaggio storico perso tra le incurie del tempo, rendendola vivida, piena, reale.
Un volume straziante che ci permette di provare le emozioni ed angosce della nostra protagonista, il sapore amaro di una vaghezza di giustizia che prima di compiersi... muta sempre.
Davvero, la scrittrice riesce, attraverso una prosa limpida, a farci vivere quei giorni sospesi: la rabbia dei Giacobini, la furia cieca del popolo, le paure e gli sdegni dei nobili. Tutti a modo loro erano terrorizzati, a cui si aggiungono: la debolezza di un re, l’odio nei confronti di una regina straniera. Una polveriera pronta allo scoppio inevitabile.
La Beneventi riesce a dipingerci uno scorcio della Francia di fine Settecento davvero vivo. Pieno di colori e avvenimenti, paure ed inazioni. Dove scorre con furore la voluttà del popolo affamato e che si mescola ad un orgoglio di nobiltà saccente che ha decretato la propria fine.
Due opposti che agitano Parigi, tingendola di violenza e crudeltà, di cui la nostra protagonista ne percepisce solo i bordi, ovattati dalle mura solide in cui è rinchiusa.
Anni che si piegano su di sé, mentre Parigi muta e Madame Royale tenta di rimanere lucida e solida. Cosa ne sarà di lei?
È quello che Carlotta e noi lettori ci domandiamo con la medesima apprensione. E poi, il tiepido vento della libertà penetra la sua cella nella Torre, ma ecco che torna ad essere un’importante pedina nella scacchiera dei reali. Tutti la desiderano per i propri intrighi, tornaconti e legittimazioni.
Le pratiche di uno scambio equo vengono composte affinché Madame Royale vada a risiedere alla corte degli Strasburgo... ma il cuore di Carlotta non dimentica la sua appartenenza al suolo francese.
Ripercorre in modo inverso il viaggio compiuto da sua madre, l’austriaca data in sposa al regnante di Francia. Ora lei è costretta ad abbandonare la sua terra per una Corte straniera.
Così si conclude il primo volume di questa promettente trilogia, siamo ancora all’inizio del viaggio di Carlotta, sono davvero molto curiosa di sapere dove l’autrice ci condurrà.
Inoltre, voglio far notare un’altra qualità del libro. Come ogni romanzo con tanti elementi storici che si rispetti qui troviamo una fornita bibliografia, che dimostra il lavoro incrollabile che l’autrice ha svolto nel regalarci una storia il più possibile attenente ai fatti; che con semplicità ha rispolverato il sapere di questo denso periodo storico.
C'è anche una sezione finale del libro dove l’autrice ci parla dei personaggi stori citati o imbattuti nel Il mistero della figlia del re e brevemente ci riassume che fine hanno fatto. Sono piccole chicche che rendono il romanzo ancora più immersivo, dandoti un senso di completezza.
Lasciamo sospesa la storia di Carlotta, agognando già il seguito. Ma una cosa è certa: Madame Royale ha fatto breccia nel cuore di questa lettrice.
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