The Book of Love
Autrice: Kelly Link
Titolo: The Book of Love
Trama: E se non sono al sicuro nel mondo, perché il mondo dovrebbe sentirsi al sicuro con me? Morire può essere una grande avventura, soprattutto se sei un adolescente alle prese con la vita adulta. Laura, Daniel e Mo sono morti e non si ricordano come: sanno soltanto che sono riusciti a tornare indietro, riapparendo misteriosamente nell’aula del loro vecchio insegnante di musica. Insieme a loro Bowie, un’anima antica, ambigua e sfuggente. Vivere era complicato, ma rivivere è tutta un’altra storia, soprattutto ora che le loro esistenze sono indissolubilmente legate a quelle di un vasto assortimento di personaggi magici e dagli oscuri desideri in eterna lotta fra loro per imbrigliare la tempesta di magia ed emozioni che minaccia la vita della bucolica Lovesend, Massachusetts. È questo il viaggio dei protagonisti, attraverso poteri magici da sperimentare, pizza, domande sul destino, difficili prove da superare, tanto sesso e molta musica. Le leggi della magia sono implacabili: sono morti in tre, sono tornati in quattro, ma solo due possono restare. L’attesissimo primo romanzo di Kelly Link, The Book of Love, è una fiaba moderna sull’amore e la paura di non essere abbastanza, sul tempo che abbiamo avuto e su quello che ci resta, un viaggio nei cuori di quattro ragazzi in bilico tra l’orrore di diventare adulti e quella forma di amore puro e feroce che continua a esistere anche quando noi smettiamo di farlo.
Prezzo di copertina: 23,00 euro.
Recensione.
The Book of Love è uno di quei romanzi sulla soglia che riesce a fartela avvertire tutta: un brivido delle infinite possibilità ti sfiora.
Parliamo di un volume che ha: un luogo magico, creature misteriose, immortali e capricciose, regole magiche che governano ogni cosa, una dea crudele e affamata, protagonisti adolescenti, porte chiuse che dovrebbero aprirsi e una chiave che non è sempre una chiave.
I protagonisti di questa storia erano morti, ma adesso non lo sono più. Laura, Mo, Daniel sono scivolati fuori da un luogo fitto di oscurità insieme ad un nuovo personaggio, che chiameremo Bowie che non si ricorda chi è. Ad averli riportati indietro è stato il loro maestro di musica, Anabin, che è più di un semplice maestro.
Ma ecco che spunta anche Bogomil, il custode del luogo dov’erano alloggiati i nostri protagonisti... che li rivuole indietro.
Da qui una scommessa e un compromesso che nasconde molto di più. Sono andati via in tre ma sono tornati in quattro, ebbene, solo due possono rimanere. Per capire chi può rimanere devono affrontare dei compiti che Anabin darà a loro.
La narrazione ha un ritmo da flusso di coscienza, riuscendo a farci avvertire tutto lo spetto di emozioni di cui i nostri protagonisti sono in balia: paura, confusione, turbamento, voglia di rimanere.
Il ritmo dell’autrice è assai peculiare, gestisce molti pov di personaggi, ha una prosa descrittiva e prolissa che a volte si perde. All’inizio ho trovato qualche difficoltà ma appena ci si abitua allo stile di narrazione non ci si fa più caso.
Il mistero su come siano morti è un perno fondamentale del romanzo, un tassello significativo per riuscire ad avere un quadro completo di cosa stia succedendo, loro non se lo ricordano.
La sera del fatto ricordano che stavano suonando, Daniel, Laura e sua sorella Susannah hanno una band. E Mo era tra il pubblico nel Cliff Hangar.
Appare chiaro che le forze in gioco sono molte di più di quelle che i nostri protagonisti credono, una lotta e una caccia che ha radici molto più profonde e che si mescoleranno al ritmo di vita dell’intera cittadina del Maine, Lovesend.
Il romanzo non solo ha una narrazione particolare ma anche una propria atmosfera, si avanza come in uno stato perenne di veglia, tra sogno e realtà, nel tratto in cui tutto l’inconcepibile è possibile.
I nostri personaggi scoprono di avere la magia e la usano per le più disparate cose, e questa impostazione non fa che rendere ancora più conturbante gli accadimenti della vicenda. Il lettore avverte costantemente questa sensazione mentre i fili di ogni personaggio vengono tirati e ingarbugliati tra di loro: un disegno più grande inizia a fare capolinea, siamo circondati da una strana nebbia dove ci cela tutto e i protagonisti si muovono all’interno tentando di trovare la giusta direzione.
Nel mentre l’oscurità rosicchia i bordi di narrazione, facendosi più prepotente con l’arrivo di altri due fondamentali personaggi: Malo Mogge e Thomas. Figure enigmatiche che avranno un peso nella storia, insieme ai due custodi: Anabin e Bogomil. Due facce della stessa moneta, per esistere uno deve esserci l’altro, per una questione di equilibrio magico che i nostri personaggi inizieranno a capirne il funzionamento.
I personaggi sono ben delineati, l’autrice riesce a limarli bene nel corso della narrazione, ovunque, ovviamente, c’è l’impronta adolescenziale: quel bisogno di volere senza sapere bene inquadrarlo e che guida i nostri personaggi alla scoperta, di sé, degli altri e di cosa stia intorno.
Vediamoli da più vicino:
- Susannah, la mia preferita, è un personaggio interessante, sbadato, con la testa fra le nuvole, si cerca di rivestire di leggerezza ma nasconde un nucleo di turbamento solido che pulsa.
- Laura, sorella di Susannah con cui ha un rapporto altalenante, è una ragazza desiderosa di vita e di progetti, un pochino egocentrica ed ipocrita ma allo stesso tempo razionale e concreta.
- Mo, un personaggio solitario ed introspettivo, con il desiderio di scoprirsi e sperimentare.
- Daniel, il classico ragazzo della porta accanto: simpatico e disponibile, che cerca sempre di far contenti gli altri, pieno di emozioni proprie che aspettano il coraggio di essere riconosciute.
- E infine Bowie, il personaggio più misterioso, ho adorato il modo in cui l’autrice tende a caratterizzarlo, lasciandolo in una costante penombra... fino a quando la sua verità non verrà rivelata.
Ma non solo, tabù scoperchiati, la scoperta della propria sessualità e l’incredibile forza intrinseca che sboccia quando meno te lo aspetti.
Il mistero si infittisce a seguito di rivelazioni chiave che rendono ancora più complessa l’intera storia. La magia cresce e i personaggi diventano irrequieti, tutti alla ricerca di una chiave che non rimane sempre una chiave.
E la Magia! La magia che si trova dentro di sé, che sembra quasi essere musica per la sua capacità di fuoriuscire, armonizzare e cambiare ritmo. E quante cose strane, belle, tristi, violente e particolari accadranno! Cose che di sicuro il lettore non si aspettava ma che leggendo, in effetti, acquisiscono un gran senso all’interno della storia.
Più di questo non posso dire per paura di arrecare qualche spoiler che rovini l’intero romanzo. Il lettore dovrà imbarcarsi da solo in questa magica esperienza.
Ma posso dire questo: uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente della Link è la sua capacità di prendere un personaggio, riempirlo di diverse emozioni e turbamenti e poi lasciare per tutto il libro che si esplori, lasciandolo arieggiare di sentimenti crudi e forse solo ancora accennati, che faccia errori, e si conosca, che si capisca a tratti e che si scopra con timore e sorpresa.
The Book of Love è come ascoltare una nuova canzone per la primissima volta. Pensi di sapere come andrà a finire dai suoi accordi e dalle sue voci calde... ma ecco che al secondo ritornello c’è una crepa che cambia la canzone, strofe e note che non ti saresti mai immaginata e di cui sei già rapita. E come tutte le canzoni che hanno fine, c’è sempre qualcosa che resta, un residuo di emozioni, un glitter di magia, un adesivo che ricorda.
Un romanzo bello alla scoperta di sé, dalla trama particolare che ci mette alla prova insieme ai suoi personaggi, magia, lutto, desideri e la voglia di scoprire il proprio posto nel mondo.
Commenti
Posta un commento