Il Cerchio di Luce. Trilogia del Sole Pallido vol III

 





Autore: Andrea Butini

Titolo: Il Cerchio di Luce. Trilogia del Sole Pallido vol III

Trama: È passato diverso tempo da quando la soglia dell'est è stata aperta, e ormai le nubi nere sotto cui si muovono i noctus hanno circondato Vanhorn. La capitale è isolata, i suoi abitanti sono nel panico e tutti si domandano come farà l'Alto a salvarli. Sorin è stato imprigionato. Ha perso definitivamente la lucidità, e solo la furia lo tiene ancora in forze. Neth è riuscito a portare una manciata di sopravvissuti nel Khyuuten, ma il prezzo è stato molto, troppo alto. Come se non bastasse, le guerriere che si fanno chiamare danzatrici sono ancora restie a prestare il loro aiuto. Shai ha finalmente compreso ciò che Frey ha sempre cercato di dirle. Devono liberarsi dal giogo del loro padre, perché solo così saranno davvero liberi. Luin, infiltrato nel Palazzo del Sole Pallido, ha una strana sensazione: sembra che l'Alto stia attendendo qualcosa. Ma cosa? E mentre tutto precipita verso la rovina, Mali dei Piangenti rinasce nell'Oltre come spirito, pronta a compiere un viaggio che la porterà al centro di tutto e le permetterà di comprendere molte verità. La fine è prossima. Ma sarà davvero la fine?

Prezzo di copertina: 18,00 euro.

Recensione.

Il capitolo conclusivo della trilogia dark fantasy del Sole Pallido. Siamo giunti alla fine di un’altra meravigliosa avventura, non vi nascondo che scrivo queste parole ancora scossa dagli eventi che ne hanno sancito la fine.
Il Cerchio si chiude, l’oscurità preme su Vanhorn, i noctus vagano liberi, le soglie si aprono e il Velo si assottiglia scuotendo dal torpore l’Incatenato. 
C'è una tempesta di disperazione che ha stretto nella sua morsa tutti i personaggi... sconfiggendoli. 
Erin, Neth, Sorin, Shai e Frey, tutti sono annientati dagli eventi che hanno concluso il secondo volume. E, ah! Quanto mi era mancato il pragmatismo sarcastico del Maestro! 
La corruzione dilaga tra le pagine, si può quasi avvertire l’odore di putrefazione della paura che ammorba i sentimenti e le decisioni dei personaggi. Eppure, ognuno di loro si ritroverà ad avere un compito, un obiettivo perché non si può sopravvivere senza, si soccomberebbe alla follia che sta oscurando il mondo. 
Dunque, da una parte servono gli Occhi di Gufo per poter contrastare quello che sta accadendo e sconfiggere i noctus. Dall’altra, all’interno del Palazzo le priorità sono altre: desiderio di vendetta e prevalsa sono più importanti, soprattutto se si cammina sul sottilissimo e già frastagliato equilibrio tra le Casate. 
La narrazione è sempre corposa e incredibile. Qui, è come un taglio lungo e seghettato dove le emozioni e sensazioni dei personaggi fuoriescono senza aggiustamenti. Una crudezza che la prosa riesce ad eguagliare, rendendo la scrittura forte, magnetica e piena di rivelazioni. 
L'autore scava sempre più a fondo, portando alla luce sentimenti grezzi che feriscono e attirano proprio per il loro essere contornati di oscurità. 
I filoni sono ben gestiti tra di loro e tutti puntano al nodo del problema: nel cuore di Vanhorn, dentro le mura del Palazzo del Sole Pallido, dove risiede l’Alto. 
Le danzatrici del vento khyuuti corrono veloci e tentano di contrastare i noctus durante il loro viaggio. Sorin, nel frattempo, è intrappolato tra i deleomanti delle Casate, Shai e Frey tentano di rimanere a galla, Neth, il Maestro e Mali stanno arrivando a Vanhorn, ma prima devono vivere ciò che la strada ha riservato loro. E Luin...beh, Luin fa Luin, tenta di battere con inganno e arguzia gli altri, eppure, inizia a commettere qualche piccolo errore di impazienza... 
Come anche gli altri precedenti volumi (sul blog trovate le recensioni, qui il primo volume) le descrizioni non deludono mai, c’è una complessità nella prosa che riesce a farti visualizzare bene determinate scene; come le grotte gelate del Khyuuten che luccicano nei riflessi dell’aurora, bella e desolata. O ancora le descrizioni peculiari degli spiriti incatenati nell’Oltre; la danza letale delle danzatrici mentre combattono contro le spume di oscurità dei noctus, i momenti di assoluta distruzione che iniziano nella Sala dei Redenti. Momenti incredibili, davvero (ho urlato parecchio perché non si può fare altrimenti).
Ne Il Cerchio di Luce meraviglia ed orrore coabitano, tutto viene portato al limite e superato: sacrificio, violenza, crudeltà, paura, desiderio e proprio grazie alla narrazione piena che possiamo avvertire tutto con estrema lucidità mentre la trama si assottiglia, avvicinandoci pericolosamente alla sua fine. 
L'autore è stato bravo e versatile nello scandagliare i suoi personaggi. In particolare Sorin, in questo volume credo dia il meglio della sua caratterizzazione, avvertiamo tutto il dolore e la furia che lo affila, sguazzando nella follia e nel tormento, adesso dolce e subito dopo acido, in un continuo ciclo. Sorin è consapevole di farsi divorare dalla rabbia e accoglie questo sentimento distruttivo a braccia aperte, lasciandosi dissolvere. C'è una potenza indescrivibile mentre si legge ogni cosa che riguardi Sorin. 
Ma ovviamente non è l’unico personaggio che l’autore riesce bene ad approfondire. Ogni personaggio in questo volume finale viene consumato da emozioni forti che forse non hanno un proprio nome ed ognuno dei personaggi lo gestisce nel loro unico modo, fedele alla maturità che hanno incominciato nei volumi precedenti. Vediamone alcuni da più vicino: 

  • Erin, questa giovane ragazzina che ha visto troppo orrore. Troppo. Erin non riesce a comprendere del perché gli altri continuino ad affannarsi, a tentare di migliorare la loro situazione. C'è solo il freddo e buio intorno a loro che prima o poi li inghiottirà, dunque tutto dovrebbe apparire inutile. Il suo personaggio è apatico, cerca di capire perché gli altri continuino a soffrire e a disperare. Tutto questo non provare emozioni la consuma, rendendola vivida e accecante. Eppure, un pozzo, turbini di vento e uno shukri tempreranno Erin, che si scoprirà spaccarsi, e voler essere forte per chi si è dovuta lasciare indietro. C'è una bellissima evoluzione di questo personaggio dal primo volume, non è solo emozionante ma ci rende anche pieni di orgoglio per la capacità con cui riesce ad affrontare certe cose insormontabili. Erin ha smesso di arrendersi. 

  • Luin, se nel precedente volume tutto sembrava finalmente star andando per il meglio beh...qui Luin inizia a pagare il conto. Testardo, perfido, opportunista, disperato e desideroso di essere dalla parte di chi tiene il manico e non subisce la lama, e il nostro garzone di Rokthan, adesso nel Credo, si ritroverà a far di tutto pur di non far cambiare questa splendida certezza. Il suo personaggio fin dall’inizio è sempre stato complesso, un cubo di rubik  pieno di oscurità e poca luce che continua incessantemente a girare, cercando di incastrare e amalgamare più pezzi. Sarebbe facile odiare Luin, e per quanto riesca a suscitare emozioni negative nel lettore, non si può non riconoscergli la capacità di provare sempre a ribaltare la situazione a proprio vantaggio. Luin è un personaggio che una volta liberatosi non si arrende.

  • Shai, che finalmente attraverso il dolore e consapevolezza ha aperto gli occhi, nel più crudele dei modi. Ha abbracciato la verità: per liberarsi non può fuggire, è inutile. Deve spezzare le catene, colpire dove nessuno si aspetta che lei arrivi. Ora Shai vede davvero e non ha più paura, il suo personaggio raggiunge una maturazione incredibile che la induce ad iniziare il suo processo di redenzione. Non è più la ragazzina chiusa in una gabbia, desiderosa dello scalone più alto ed essere riconosciuta da superiori vuoti. Ora, Shai è davvero pietra e tempesta. 

  • E Neth, ah! Conciliatore fino all’osso che riesce a sorprendere soprattutto se stesso. Neth è uno di quei personaggi che si scopre avanzando nella storia: sentimentale, giusto e incredibilmente forte. Ma di una forza che è dissimile a quella degli altri personaggi, ma non di meno, proprio perché è imbevuta di un senso di giusto che riesce sempre a far avere il suo peso.

Nei precedenti volumi c’è sempre stata una costanza di violenza e crudeltà. Ma qui... siamo al culmine. Violenza grafica, fisica, psicologica, c’è tutto e riesce a rendere le scene ancora più furiose. 
Ho sempre apprezzato la scelta dell’autore di farci visualizzare la storia con una lente di brutalità, rende tutto oppresso e che riesce a sopraffare sia i personaggi che il ritmo stesso della trama, con l’ingiustizia e la disperazione sempre onnipresenti dando alla storia, sicuramente, una tinta dark ma anche capace di far emergere l’inaspettato. 
Bisbigli di potere, viaggi di redenzione, la pazzia che ha una voce e uno schioccare di vermi in testa. Atti di coraggio e una paura che non si sconfigge mai del tutto. C'è sempre un’alternanza che da un peso alla storia, rendendola di impatto. Luce e oscurità, cerchio e abisso, sacrifico e sofferenza, giustizia e vendetta, facce differenti della medesima medaglia che non sta mai ferma. 
Nel romanzo, infatti, un’emozione che anima i personaggi non è mai solo costruita in un solo verso, piuttosto si amplifica e diversifica. Prendiamo come esempio la rabbia, sentimento portante dell’intera trilogia che però ha le proprie interpretazioni. La rabbia può ardere, portandoti alla pazzia. Bollente, devastante, improvvisa. Come quella di Sorin che nutre e di cui si nutre
Ma la rabbia può anche bruciare nella sua freddezza agognante. Calma e immobile che attende il momento giusto per fare più male; e qui abbiamo quella del Maestro, non sempre visibile e ben evidenziata come quella di Sorin ma non per questo inferiore di intensità. 
Un altro aspetto fondamentale che ho sempre apprezzato in questa trilogia è il prezzo da pagare, onnipresente. Vuoi il potere? Bene, ma senza dissolvenza e sfrigolio della carne non può esistere; cosi come una lama che è capace di piegare i venti ha bisogno di sangue per nutrirsi. 
Tutti i personaggi si mettono in gioco a questo riguardo, sanno che non possono ottenere nulla senza sacrifico e dolore. Ed è un aspetto che riesce a dare carattere all’intera trilogia, che evidenzia come non ci siano strade facili da prendere. Per ottenere qualcosa, per continuare a sopravvivere devi metterti in prima linea. 
Nel mentre la trama continua, implacabile nella strada già tracciata: il Palazzo del Sole è fulgido di Luce, il terrore e la violenza raggiungono picchi inauditi mentre il ritmo sferza la sua forza nelle ultime cento cinquanta pagine. 
Si comprende la verità, il desiderio di qualcuno di voler rendere migliore tutto e per farlo prima si deve distruggere, come il fuoco che tempra l’acciaio, battuto più e più volte. Ma... dopo tutta la sofferenza e il sacrificio, cos’è giusto fare? Tornare indietro o continuare avanti nella medesima strada già segnata o tentare un’alternativa? 
Il Cerchio sta per concludersi. Amicizia, sofferenza, coraggio e rabbia sono le emozioni di chi è rimasto, sopravvissuto, in bilico in un mondo che sta inevitabilmente cambiando. 
L'autore è stato fedele alla trilogia fino alla fine, e il finale è in linea con tutto ciò che abbiamo affrontato insieme ai personaggi. È un finale giusto, che lascia un po’ d’amaro in bocca e chicchi di speranza che forse attecchiranno anche con il clima brutale che ci lasciamo
La trilogia del Sole Pallido è stata un’avventura peculiare, ricca di emozioni crude, attraverso personaggi complessi dove luce e buio coabitano. 
Chiudo l’ultima pagina con il magone di dover salutare personaggi che ho imparato a conoscere e amare per tre libri, chiudo con la certezza che qualsiasi cosa dovranno affrontare non si arrenderanno (qualcuno lo ha anche promesso). Continueranno a persistere, a lottare, anche solo per un altro giorno.
Ed è proprio quello che porterò con me, il coraggio di provare nonostante le probabilità non siano sempre a favore. Beh, vuol dire che faremo cambiare idea alle probabilità (Il Maestro qui insegna!).
Quanta strada abbiamo percorso dal piccolo villaggio di Rokthan? Siamo usciti da confini conosciuti e amati, verso l’ignoto che ci ha condotto in luoghi belli, orribili e Oltre. E quanto vissuto hanno attraversato i personaggi coinvolti, rafforzandoli o annientandoli. 
Credo che il wordbuilding della trilogia del Sole Pallido sia pieno di mistero e spazi bui che possono ancora dare molto. E chissà se accadrà. 
Nel frattempo, se la serie è in sintonia con il vostro genere di libri, vi invito caldamente a gettarvi dentro, sarà un viaggio che non dimenticherete, parola mia.

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