L'orrore di Dunwich
Autore: Howard P. Lovecraft
Titolo: L'orrore di Dunwich
Trama: La notte in cui nel decrepito villaggio di Dunwich, Massachusetts, Lavinia Whateley, albina e deforme, dà alla luce il piccolo Wilbur accadono fenomeni inspiegabili. Eventi ancora più inquietanti segnano la crescita del ragazzo: senza padre, sotto la guida del nonno mezzo matto, Wilbur in una decina d'anni diviene adulto. La gente di Dunwich inizia a farsi domande. Perché nonno e nipote continuano ad allargare il loro fienile? Che fine fa tutto il bestiame che acquistano? Cosa cerca Wilbur tra le pagine del Necronomicon custodito nella Miskatonic University? Presto la loro curiosità troverà la più terribile delle risposte.
Prezzo di copertina: 13,00 euro.
Recensione.
Una storia che ci permette di vagare nel mondo dell’orrore creato minuziosamente dall’autore. La capacità descrittiva di Lovecraft è imbattibile, poche sentenze che si attorcigliano addosso al lettore, iniziando a farci respirare l’atmosfera peculiare del racconto.
Ci inoltriamo a Dunwich, nel Massachusetts, un villaggio decaduto, stanco, intrappolato in un tempo ormai passato, eppure, c’è una nota discordante palpabile in questo luogo, che riesce a manifestarsi in un lunghissimo brivido a cui non sappiamo dare una spiegazione sensata. Forse, privati dalla razionalità potremmo dire che tra le stradine contorte di Dunwich c’è qualcosa di cattivo, un sentore inafferrabile che ci fa seccare la gola.
Questa storia inizia nel 1913, siamo in una grande fattoria nei dintorni del villaggio quando Lavinia Whateley da alla luce suo figlio, Wilbur, da padre ignoto. La famiglia Whatheley composta dal padre e dalla figlia è sempre stata oggetto di stramberie, sussurri tra la gente di Dunwich che sapevano praticare la magia nera.
Il figlio, Wilbur, fin da subito presenta di essere assai particolare: fin dai primi mesi inizia a camminare, parlare e mostrare un acume anormale per un neonato. Questi primi anni sono legati anche ai primi accadimenti fuori dall’ordinario che coinvolgono la famiglia: l’acquisto perenne di bestiame, il piano superiore della fattoria presenta tutte le finestre sprangate, qualcuno si aggira di notte nella foresta.
Un sentore di inquietudine inizia a farsi strada nel cuore del lettore, che non sa bene afferrare gli accadimenti ma c’è decisamente qualcosa di insidioso in loro.
Wilbur cresce, superando i due metri, diventando una figura grottesca e ricurva, che ci scuote dal torpore e ci lascia piombare in uno stato di quieto terrore mentre lo seguiamo districarsi alla ricerca di un libro.
Ed è qui che il racconto inizia a prendere una piega decisamente più sinistra: Wilbur, infatti, sta cercando di completare un rituale su Yog-Sothoth, una divinità onnipresente nel ciclo Cthulhu. Nel mentre, qualcosa dentro la fattoria, cresce e si agita... Questi accadimenti sono il preludio che ci condurrà al dipanarsi dell’orrore di Dunwich del 1928.
I cittadini sono angustiati dal non riuscire ad afferrare il senso degli eventi, le mostruose impronte impresse sul terreno della fattoria ormai devastata, come se qualcosa avesse lottato per essere finalmente libero, il nefasto odore che pervade l’ambiente... Tutto sembra essere estremamente sbagliato.
La stessa vegetazione sembra gemere di afflizione, dove sterpaglie, grovigli di radici e alberi divelti urlano in silenzio un avvertimento che non viene colto. E con il cuore in gola il lettore segue gli avventurieri che si fermano sulla soglia, come se un atavico istinto di sopravvivenza si risvegliasse in loro, in procinto della gola di Cold Spring.
Si barracano in casa, tentando di non soccombere all’oscurità che si propaga fuori. Ma non sarà una porta e la luce di una candela tremolante a tenere il pericolo fuori.
I versi striduli degli antostromi diventano incessanti, un lamento tra le colline che lentamente sembra volerti spogliare di ogni strato di raziocino. La narrazione stessa diviene densa e ricca di inquietudine mentre ci srotola gli eventi finali del racconto.
E poi, l’orrore scoppia, come il tuono temuto e annunciato che squarcia un cielo già nero.
Le tavole di disegno, che sono presenti all’interno del volume, rendono l’esperienza totalizzante. Il brivido di terrore viene marcato dalle linee di matita che fanno emergere l’inimmaginabile. La soglia di un altro universo, freddo e inospitale dove gli Antichi fremono di varcare.
I nostri eroi sono i tre studiosi di Arkham, capitanati dal dottore Armitage, a cui decidono di dare la caccia all’orrida creatura che infesta la zona di Dunwich, che cercano di sovrastarla e annientarla attraverso la stessa magia nera che ne ha decretato la nascita. C'è un'assoluta esigenza di riuscire a mettere fine all’immorale che ammorba la terra e fa fremere le anime delle genti, prima che diventi troppo tardi. Prima che gli Antichi possano fare ritorno e distruggere la terra così com’è conosciuta.
L’orrore di Dunwich è un racconto perfetto per assaggiare il tripudio della prosa e della fervida immaginazione di Lovecraft. Una storia che riesce a scuotere in noi paure primordiali e non del tutto comprese, tentacoli che pian piano ci conquistano e ci annientano perché, nonostante tutto, il terrore viscerale di Lovecraft ci affascina in modo quasi ipnotico.
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