La principessa d'argento
Autrici: Rebecca Godfrey - Leslie Jamison
Titolo: La principessa d'argento
Trama: 1908. Una fotografia. Tre sorelle vestite di bianco sorridono innocenti all'obiettivo. Sono il simbolo di un sogno infranto. Il sogno di un erede maschio. Perché le bambine sono le figlie di Benjamin Guggenheim, uno degli uomini più ricchi del mondo. Tra loro c'è Peggy, che nella foto si distingue per lo sguardo deciso. Peggy cresce con una convinzione: ogni donna ha il dovere di fare qualcosa di straordinario nella propria vita. Quando il padre muore nel naufragio del Titanic, le sorelle si ritrovano in mano una fortuna enorme, ma anche una pesante eredità. Peggy sente il vincolo delle aspettative della famiglia, di una strada già tracciata per lei, ma che non le appartiene. Ha voglia di azzardare. Ha bisogno di una vita che sia veramente sua. Lascia Manhattan e parte per Parigi. In Francia la accoglie un mondo nuovo, fatto di arte e bellezza. La sua vita si intreccia con quella di artisti destinati a rivoluzionare la storia: Jackson Pollock, che Peggy sarà la prima a capire e sostenere; Man Ray, di cui diventa la musa ispiratrice. Parigi la trasforma, la fa sentire libera. La sua passione per l'arte diventa un fuoco che la spinge sempre più lontano. Ma ci sono famiglie da cui è difficile scappare. Anche mentre viaggia per il mondo, cercando la bellezza e l'indipendenza, il peso del suo cognome la segue ovunque. Un peso che si fa insostenibile quando un evento sconvolgente travolge la sorella Hazel, protagonista di uno scandalo indicibile e doloroso. Eppure, a volte, è proprio dalla sofferenza che nascono le più grandi rivoluzioni.
Prezzo di copertina: 18,00 euro.
Recensione.
La principessa d’argento racconta la vicenda di alcuni componenti della famiglia Guggenheim, una delle dinastie più ricche dell’intero Novecento.
Una saga familiare che ci emozionerà ad ogni passaggio, si denota chiaramente uno studio lungo e approfondito sui personaggi in cui ci imbatteremo. La ricchezza dei Guggenheim deriva dal suolo, dalle miniere, che in poco tempo eleva la famiglia di emigrati in America. Ci addentriamo nella nuova e ricca nobiltà che vive in Fifth Avenue. Peggy, insieme alle sorelle Benita, la maggiore, e Hazel, la minore, viene educata al buon gusto, alla cultura, alle lingue e alla letteratura. Le viene impartita l’eleganza ma mai l’ostentamento; le vacanze in Europa, le lezioni tediose di dizione.
La sua vita scorre lieve in una prigione d’oro dove si deve muovere con leggiadra e mai alzare la voce. Poi la colpisce la tragedia, la prima di molte. Il padre morto nell’oceano Atlantico affondato con il Titanic. È l’inizio di cambiamenti all’interno della quotidianità della famiglia: i debiti del padre, la decisione di spostarsi in una casa più modesta e praticare la parsimonia.
Le tre figlie, prima assiduamente protette e oscurate, adesso muovono i loro primi passi nel mondo, scoprendosi.
La prosa è poetica e drammatica, riesce bene a trasmettere l’intensità di una vita trascorsa. Una scrittura di impatto, come pennellate su una tela, che non ha bisogno di aggiustamenti secondari. Sono ruvide, colorate, screziate proprio come la nostra Peggy, che anelano bellezza e violenza.
Gli anni scorrono, Peggy è un’adolescente pronta quasi al suo debutto in società. Va a scuola, ha delle amiche, partecipa ai cortei delle suffragette, ed è estasiata dalla vita condotta dalla madre di una delle sue più care amiche, Adele Lewisohn. Già da ora possiamo ben assaporare una nota di ribellione che riveste la sua figura, rendendola vivace.
Siamo catturati immediatamente da Peggy, dal suo modo di porsi, dalla forza che possiamo già intravedere del suo personaggio ancora un po’inconsapevole. Spavalda, vivace e complessa, in un abbaglio di desideri, dolori e tumulti.
Il rapporto stretto con Benita e quello freddo e distante con Hazel. La famiglia del padre che le tratta con una distaccata e assai costrutta compassione. E il rapporto contrastato con la madre, ancorata al vecchio mondo, all’eleganza degli inviti scritti, a gonne di gala e una compostezza che va mantenuta sempre. Peggy, invece, è intrepida e si apre con gioia al mondo che cambia, alla contestazione al suo dinamismo. Il loro sarà un rapporto teso che però più avanti le farà trovare in una strada di incontro.
La prosa è fluida e ci presenta gli anni della Grande Guerra, Peggy prende lezioni di dattilografia, in questo periodo di scoperte il rapporto con Benita affronta i primi attriti: il desiderio di avere due vite differenti, mentre Hazel è in collegio, raramente nominata.
Avvertiamo il fervore di queste giovani donne che vogliono mordere la vita e non essere soffocate da frivolezze che le annichilisce. E poi, lo scandalo: Benita che sposa un aviatore e i sogni di grandezza della madre si infrangono. Eppure, nonostante le differenze il legame tra Benita e Peggy rimane indissolubile.
Ma adesso Peggy è rimasta sola, vive le sue giornate con le compagno del corso di dattilografia che la odiano e la bullizzano per la sua ricchezza, la madre che non permette di gestire la fortuna che ha ereditato compiendo i ventun anni ma che la convince a versarlo in un fondo fiduciario. Il lavoro alla libreria Sunwise Turn, un tassello fondamentale che aprirà la nostra Peggy agli artisti, ai letterati, alla modernità che tenta di trovare una propria espressione.
Sarà proprio nella libreria che Peggy incontrerà il suo futuro marito, chiamato da tutti il Re di Boemia, ovvero Laurence Vail. La decisione che le cambierà la vita, con lo sfondo di Parigi. Peggy decide di lasciare un’America che le sta stretta e grigia. Sceglie di perdersi in un’Europa diversa, nuova, fresca, colorata. I cafè, l’arte, la poesia, la stravaganza, le feste peculiari, il matrimonio, i figli. L'amore, la gioia, il dolore e un turbamento angustiante, la voracità della vita e le delusioni che la seguono Avvertiamo tutto con una nitidezza grandiosa.
E poi, il rapporto con la madre che migliora incredibilmente, il senso di sorellanza che avverte ancora con decisione. Ma Peggy sente che il ruolo di bohémienne non le calza bene, si sforza per mantenersi in linea con il marito, ma ad un certo punto inizia a discostarsene. L'idillio che lentamente si frantuma, il marito violento che finisce in prigione, le sue piccole crudeltà quotidiane, la cotta per una donna bellissima, colta e approfittatrice, l’odio per le continue feste che non la rispecchiano, le continue richieste di aiuto finanziario di altri, che vedono in Peggy sempre una persona che deve dare, dare e dare. E allora la decisione di abbandonare il chiasso di Parigi per trasferirsi in riva al mare. La spensieratezza che torna, come un’accogliente brezza... ma non è destinata a durare.
Laurence continua ad essere arrabbiato, prepotente e violento, la vita che continua, i rimpianti che esplodono di colore, macchiando qualsiasi cosa a portata, il rincorrere il brivido di sentirsi vivi, relazioni fugaci, poeti che tentano di dare armoniosità alle loro parole, squattrinati artisti che cercano la musa, geni sgretolati che avvizziscono, i figli che crescono.
E poi... la tragedia che colpisce nuovamente la nostra protagonista con una forza brutale. Il dolore inconcepibile, il lutto che non si riesce a scrollare, il suo matrimonio tossico che la dilania lentamente. Peggy tenta di rimanere a galla in tutto, ma un altro orrendo scandalo arriva, una tragedia indicibile e impensabile che riguarda la sorella Hazel.
La vita di Peggy è stata rocambolesca. Ha vissuto in diversi luoghi, aiutato una moltitudine di artisti, ha vissuto passioni, delusioni, violenze. E ancora gli scandali, l’euforia, il sapersi dedicare ad una propria idea, l’amore in diverse forme che l’hanno resa allegra, sofferente, vuota, piena di fiducia, viva.
E parliamo della nostra protagonista. Peggy è un personaggio inquieto, e questa sua irrequietudine si avverte sempre. Diretta e sardonica, complessa e sfuggente. È un’ereditiera, questo fatto la colpevolizza sempre negli occhi altrui e nei crudeli soprannomi a lei dati. Tutto ciò che fa e che non fa viene visto sempre in risposta alla sua tendenza a dare denaro o alla sua avaria.
Quasi nessuno riesce a guardare oltre e cogliere la vera Peggy. È una donna che pensa e ha delle opinioni, ma viene trattata con una falsa affabilità. Ma anche in questo caso non deve mai mostrare disappunto. Peggy è incredibilmente sagace, forte ma forse un po’ inconsapevole delle sue qualità.
Ribelle ma attenta a non strabordare in un mondo maschile che non attendeva altro che vederla traballare in difficoltà, annaspando per un po’ di tranquillità. Incompresa, con aggettivi come delicata e frivola costantemente incollati addosso. Eppure, Peggy, con una resilienza matura, riuscirà a dimostrare quanto vale ciò in cui crede: smonta il convenzionale e crea qualcosa di innovativo, mordente, mirato a durare nei decenni a venire.
L'impronta di qualcosa che continuerà a vivere, dopo di lei, e che conserverà qualcosa di sé. Una galleria d’arte all’insegna del Surrealismo, una corrente artistica inquieta, strana, non conforme alle regole, che cerca di ammagliare ma anche di mettere a disagio, sollecitando il caos sconosciuto che si agita nell’essere umano e che non vuole davvero dare una spiegazione. Un po’ come Peggy.
Davvero, l’autrice e la curatrice che ha riunito gli appunti, sono state abilissime nello stile della scrittura, che riesce a vestire, calcare ed esaltare la figura sfuggente, ribelle, tormentata e artistica di Peggy. Fulgida, attira scalpore, meraviglia e scandalo, forte di una lucentezza che non diventa mai opaca. Immensa e unica Principessa d’Argento.
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