Un Fato scritto nel sangue
Autrice: Danielle L. Jensen
Titolo: Un Fato scritto nel sangue. Saga of the unfated vol I
Trama: Costretta a sposare un uomo che non sopporta, Freya passa le giornate a pulire pesci e a sognare di essere una guerriera. E magari anche di piantare un'ascia nel cranio del suo detestabile sposo. Il suo sogno si avvera quando, per un tradimento del marito, viene trascinata in un combattimento letale contro Bjorn, il figlio dello jarl Snorri. Per sopravvivere, deve rivelare il suo segreto: possiede una goccia di sangue di dea, e ciò fa di lei la fanciulla scudiera, in grado di respingere qualsiasi attacco. Secondo una profezia, chi controlla il fato della fanciulla scudiera sarà in grado di unificare e regnare sul popolo dello Skaland. Sicuro di essere destinato a governare sullo Skaland, il fanatico jarl Snorri lega Freya a sé con un giuramento di sangue e ordina a Bjorn di proteggerla dai loro nemici. Per dimostrare la propria forza, Freya dovrà esercitarsi nel combattimento e imparare a controllare la sua magia. Ma la prova più difficile potrebbe essere resistere all'attrazione proibita per Bjorn. Perché se Freya dovesse cedere al desiderio che prova per l'affascinante, implacabile guerriero, metterebbe in pericolo la propria sorte, e quella di tutti coloro che ha giurato di difendere.
Prezzo di copertina: 24,00 euro
Recensione.
Un Fato scritto nel sangue è il primo volume della Saga of the Unfated. Un fantasy romance dalle vibes vichinghe, colmo di mitologia norrena, un world building crudo e denso di violenze e rituali.
Dei, spettri, profezie, tatuaggi di sangue e oscuri presagi aleggiano fitti in questa storia. Insomma, un mix a cui non si può resistere, l’inizio di una nuova saga parecchio promettente. È un romantasy che rimane fedele a ciò che veicola, sapendo questo il viaggio è parecchio godibile.
La nostra protagonista è Freya, che pulisce i pesci, bada alla casa e accudisce suo marito, che disprezza. Freya sogna battaglie, il furore della libertà a portata di mano… ma il suo futuro prende una svolta totalmente inaspettata. La storia prende subito il sopravvento, senza momenti statici che capitano spesso all’inizio dei fantasy: Freya ha una goccia di sangue della dea Hlin, e come ogni benedetto degli déi è una Senza Fato, le Norme qui non hanno potere, sono loro stessi a filare i propri destini.
Freya è la Fanciulla Scudo a lungo attesa e anelata da una profezia complessa. Lo jarl Snorri, infatti, se vuole essere il regnante unificatore deve avere il controllo di Freya, dunque, la prende come seconda moglie. La nostra protagonista è costretta ad accettare, barattando il proprio destino e la propria libertà per salvare i componenti della sua famiglia.
La prosa è fluida, vivace e incredibilmente scorrevole. Tagliente e misteriosa come un fiordo, cupa e ridondante come i primi accenni di battaglia. Me ne sono innamorata.
Essendo l’oggetto della profezia, la Fanciulla Scudiera attira sguardi di cupidigia e rabbia, soprattutto da re Harald, che governa il Nordeland e che non ha nessuna intenzione di far unificare lo Skaland. Ma non è il solo: molti sono gli jarl e i guerrieri che non vogliono giurare fedeltà a Snorri e scelgono di dar battaglia e a provare di uccidere Freya per annullare un corso di eventi che inizia ad ingrossarsi come un fiume in piena.
Per proteggere il proprio "investimento", lo jarl la legherà a suo figlio, Bjorn, anche lui un Senza Fato benedetto dalla volontà di Tyr. Ah, questo forced proximity sarà una meravigliosa tortura per il lettore.
Il romanzo ci presenta dei personaggi abbastanza ben delineati nel loro principale scopo, lo jarl Snorri che desidera essere il re ed è disposto a tutto pur di ottenerlo e che non si fa scrupolo di usare Freya come meglio crede per i propri grandi piani; abbiamo anche Ylva, la prima moglie dello Jarl, una strega che sa usare la magia runica e che odia Bjorn, il figlio di suo marito avuto con un’altra donna; Lef, il giovane figlio di Ylva. La famiglia di Freya, e ancora Skald, benedetta dagli déi e che ha il talento di far vivere sulla propria pelle le gesta delle sue canzoni, che diventano leggenda e molti altri che scopriremo durante la lettura.
Insomma, l’autrice ci presenta diversi personaggi con le proprie aspirazioni che si mischiano tra di loro e che riescono a far approfondire la trama, dandogli dinamicità e mistero. Come ho già detto, ho adorato questa storia dalle sue prime battute, la penna dell’autrice è spigliata e la tensione tra Freya e Bjorn è istantanea, non fa altro che crescere e torturarci. I loro battibecchi, i flirt accaldati e ancora il gelo di comportamenti che mirano a resistere a questa tentazione che pian piano diventa sempre più impellente.
Ovviamente è un forced proximity forbidden, in quanto Freya è dovuta diventare la seconda moglie di Snorri… e i nostri due personaggi tentano di ignorare questo sentimento che esige sempre più spazio. L’attrazione che provano non è solo fisica, Bjorn e Freya imparano a prendersi cura l’un dell’altro e nel frattempo abbattono barriere imposte e si scoprono più simili di quanto pensino, i pregiudizi vengono distrutti e sentimenti forti iniziano a radicarsi nei cuori.
Freya è una protagonista che mi è piaciuta molto, fresca, spiccata, impertinente, con tanta voglia di dimostrare, soprattutto a se stessa, che può fare più di quanto gli altri la costringono. Nello srotolarsi della storia assistiamo al suo meraviglioso sviluppo: l’ingenuità viene levigata via, affilandola attraverso prove ardue e dolori acuti, e la rabbia muta cresce e arde.
Lo jarl Snorri la tratta come se fosse un mero oggetto per ottenere la grandezza che lui anela, e Freya si ritrova a dover obbedire e sacrificarsi, l’unico scudo che le rimane è Bjorn, il guerriero dall’ascia infuocata che la difende, la sprona e la fa sentire forte. E Freya, la Forgiata nel Fuoco, inizia a spaccare le catene che la costringono a volontà altrui.
L’autrice è abile nel condurci in una storia densa di tensione, complotti e desideri di vendetta, basta una scintilla ad infuocare la miccia che è colma di rancore, odio e voglia di ergersi. Le descrizioni sono bel calibrate, riescono a mescolare la magia e la mitologia norrena con un pizzico di fantasia propria, unita a due personaggi indelebili e sempre dinamici.
Ci sono momenti di questo romanzo che rimarranno impressi, proprio per la capacità di saperli narrare bene: come la strada per Helheim, il combattimento con i draug, i non morti, e ancora, una cascata impervia che avrà il nostro cuore in gola, il momento in cui uno scudo imbevuto dalla benedizione della dea Hlin non si spezzerà, nonostante la furia di altri dei che tentano di incrinarlo. E ancora, un’oscurità violenta che preme i bordi e che porta il gracchiare di un corvo su un cielo buio, il luogo di Fjallyndr dove si respira la misticità delle divinità norrene e il brivido malcelato di un destino che sembra finalmente scivolare nel giusto sentiero.
Freya verrà messa continuamente alla prova, per Snorri sono gli déi che desiderano che ella dimostri il proprio valore, dunque non si fa remore a gettarla nelle situazioni più difficili. La nostra protagonista è appesantita da ogni persona che incontra, tutti si aspettano qualcosa dalla Fanciulla Scudiera, e quando vengono delusi, la loro rabbia e il loro rancore sono pugnalate ben assestate a Freya, che nonostante tutto non può permettersi di soccombere. Arretrare vuol dire mettere in pericolo la propria famiglia, dunque, Freya continua imperterrita nella strada che le viene indicata, nonostante le ferite, la stanchezza, l’odio.
E poi, la furia della battaglia, la morte, il dolore e rabbia rompono gli argini con furore e la nostra protagonista sta quasi per spezzarsi, dilaniata da scelte e da volontà, mentre il suo cuore le urla di seguire i propri desideri. La fama di guerriera si accresce. E qualcosa, finalmente, si spezza per liberarsi: Freya inizia a comprendere che non può sempre martoriarsi, proteggere e sacrificarsi per gli altri… soprattutto quando la sua lealtà non è mai stata apprezzata.
Sono momenti crudi e cupi dove la nostra protagonista prende consapevolezza su ciò che dovrebbe essere importante, anche quando la posta in gioco è altissima.
Le ultime cinquanta pagine si susseguono con entusiasmo, terrore e un desiderio a cui finalmente viene dato un nome. Il finale è intuibile eppure rimane un cliffhanger illegale!
Personalmente, Un fato scritto nel sangue passa a pieni voti, è una storia dinamica ed emozionante, con personaggi ben caratterizzati e una prosa che riesce ad agganciarci ai suoi eventi. Non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà, datemi il secondo volume adesso, ne ho bisogno!

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