Libertà e solitudine
Autore: Alessandro Barca
Titolo: Libertà e solitudine
Trama: Andalusia, fine Ottocento. I Castilla sono una famiglia di possidenti e nella loro casa vivono molte persone che condividono lavoro, cibo e segreti. Tutto sembra seguire un ordine antico e immutabile, finché una misteriosa nebbia viola non appare dal nulla, inghiottendo chi vi entra e lasciando dietro di sé una scia di terrore. Che ne è di queste persone? Sono solo scomparse o sono morte? Rodolfo, il capofamiglia che da sempre governa la casa con giustizia e autorevolezza, non sa darsi una risposta. E la paura si insinua nei cuori di tutti. Mentre i segreti riaffiorano e le rivalità si accendono, si concretizza l’ipotesi di una maledizione. Violante, Diego e Ramón si trovano costretti ad affrontare un nemico che non ha forma, non sanguina e non teme la morte. Tra amori proibiti, antiche superstizioni e misteri sepolti nella memoria, Libertà e solitudine racconta una storia sospesa tra incanto e realtà, dove il passato non smette mai di chiedere il conto.
Prezzo di copertina: 18,00 euro.
Recensione.
Libertà e solitudini è un romanzo che è un mix di generi: c’è un pizzico di suspense, un’ambientazione vagamente storica, una nota romance ed elementi paranormali.
Siamo in Andalusia di fine Ottocento, qui facciamo la conoscenza dei Castilla, una famiglia che possiede vasti terreni e nella loro casa padronale abitano numerose persone al loro servizio. Qui ci imbattiamo nella loro quotidianità, fatta di lavoro, obblighi, segreti sussurrati, amicizie e cattiverie che lievitano, lealtà traballanti.
I personaggi che si muovono all’interno della vicenda sono molti, tra cui Guendalina, madre di ben sei figli che cerca di mandare avanti la sua casa, ritrovandosi sempre stanca e un po’ esasperata. Violante, che ha una tresca con Durante, un girovago che si innamora perdutamente della bella ragazza. Diego, che segue le orme del padre, Rodolfo, il primogenito dei Castilla, che è innamorato di Nali. Con tanti personaggi appare chiaro che le rivalità, invidie, desideri, aspirazioni e rabbie si muovono veloci al suo interno.
La prosa è scorrevole e ricca di una nota di suspense che si addensa nei momenti giusti. Una delle cose più ho apprezzato sono le descrizioni, ampie e ricche, capaci di essere vivide. Visualizziamo senza nessuna fatica i campi floridi, le stradine di campagna che trattengono segreti e la casa padronale, grande e imponente, un’ancora in mezzo alla natura.
Ma la quotidianità placida viene spezzata da una foschia viola e spettrale che lenta sale, avvolgendo la casa e i suoi personaggi, rendendone l’atmosfera tetra. Così iniziano le inspiegabili sparizioni, componenti della famiglia che vengono inghiottiti da questa nebbia peculiare. Ovviamente questi avvenimenti rendono la prosa ancora più inquieta.
I personaggi, come ho già detto, sono tanti e molti di loro, quindi, vengono caratterizzati poco, quel tanto che basta per far progredire la storia. Questa scelta non deve essere vista come una necessaria componente negativa, però, secondo me, influisce sul poco legame che si instaura con il lettore e i personaggi che animano la storia.
L’unico personaggio di impatto è Guendalina. Matura, con sulle spalle la gestione di una grande casa e di tante persone, le responsabilità sono diverse. Eppure, è cordiale, posata, giusta. Ma il suo aspetto quieto nasconde mille pensieri diversi, l’età che avanza, il doversi mostrare ferrea a proteggere il lascito dei Castilla, tutto questo viene portato al limite nel momento in cui le certezze vacillano e il turbamento esplode.
La nebbia porta via i colori e lascia solo un crudo terrore. Rende spento l’ambiente, sonnolento, come se improvvisamente fosse privo di vita: i pesci scompaiono dal fiume, il raccolto va male e non c’è nemmeno il cinguettio di qualche uccellino a rischiarare il bosco, adesso muto. Solo una pesante angoscia che affonda le sue radici nella disperazione dei personaggi che cresce, sempre più forte.
In questa situazione precaria le antiche gelosie e vendette che attendevano di essere riscosse, fanno il loro ingresso. La paura è tanta e mina il rapporto della grande famiglia: i dubbi smangiucchiano e il rancore mostra i suoi artigli. Le possibilità che una maledizione si sia abbattuta su tutti loro si fa sempre più concreta e pressante.
La stessa casa Castilla rispecchia gli umori dei suoi abitanti, dove un tempo c’era gioia, fatica e lealtà, adesso crespe crudeli si insinuano portando impotenza, dubbio e malasorte.
Molti punti della storia sono solo abbozzati e rendono un po’ piatta la storia. Ad esempio, mi sarebbe piaciuta un maggiore approfondimento sulla questione della “maledizione” che aveva grandi potenzialità di dare un tocco ancora più inquieto all’intera vicenda e soprattutto alla sua evoluzione.
Tuttavia, l’autore ha dimostrato di avere una buona scrittura capace ed evocativa, le descrizioni sono state il punto forte: ho adorato come riesce a farci visualizzare la scena, ponendo l’accento su dettagli che l’arricchiscono.
Libertà e Solitudine rimane un esordio interessante, con un'autore promettente da tenere d’occhio.

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