La duchessa d'Angoulême. Il mistero della figlia del re vol II

 


Autrice: Lisa Beneventi

Titolo: La duchessa d'Angoulême. Il mistero della figlia del re vol II

Trama: 27 Dicembre 1775. Dopo tre anni di prigionia al tempio, Maria Teresa Carlotta, la figlia di Maria Antonietta e di Luigi XVI, detta Madame Royale, viene liberata. È l'unica superstite della famiglia reale francese durante la Rivoluzione. Viene perciò condotta a Vienna presso la famiglia materna degli Asburgo. Ferma nella sua intenzione di non sposare il fratello dell'imperatore, riesce a convincere l'imperatore stesso a lasciarla partire per raggiungere lo zio a Mittau, in Russia, dove è esiliato e dove vive grazie all'aiuto dello zar. Lì sposa suo cugino, il Duca d'Angoulême, figlio del Conte di Artois, fratello di Luigi XVI. Da quel momento la duchessa d'Angoulême resterà sempre accanto allo zio, diventando la sua "consigliera", e comportandosi quasi come una regina. Inutilmente Luigi XVIII scrive ai vari sovrani europei affinché riconoscano il suo titolo. È il periodo delle guerre napoleoniche. In viaggio da un paese all'altro, la piccola corte di Luigi XVIII giunge infine in Inghilterra. È qui che i Borboni sono raggiunti dalla notizia della decisione di restaurare la Monarchia in Francia. Il ritorno del Re Borbone e dell'orfanella del tempio è acclamato dal popolo. Non passa però inosservato il cambiamento della duchessa: la voce roca, la scarsa empatia, unitamente ad altre piccole incongruenze, lasciano perplessi. Ci si chiede a cosa sono dovuti questi cambiamenti. Alle pene subite durante la Rivoluzione, alle esperienze affrontate dopo il matrimonio? O al fatto che la Duchessa d'Angoulême non è affatto la fanciulla che era stata rinchiusa al tempio, ma un'altra persona che ne ha preso il posto? Il mistero della figlia del re continua.

Prezzo di copertina: 16,50 euro

Recensione.

Torna la trilogia emozionante di Il mistero della figlia del re con il secondo volume: La Duchessa d’Angoulême. Dopo un primo volume che ci ha fatto vivere l’entusiasmo e la crudeltà della Rivoluzione francese, ritroviamo la nostra giovane Madame Royale sola e inesperta nel grande e insidioso gioco delle potenze astute, diviene contesa tra gli Asburgo e i Borbone, vista puramente come una bella pedina da poter muovere come desiderano. 
Assistiamo a questa giovane principessa ingenua che poco a poco si indurisce, diventando riservata, cinica e taciturna. Finalmente, arriva in Austria in un viaggio a ritroso rispetto a quello compiuto dalla madre e nella corte austera degli Asburgo vivrà pochi anni di spensieratezza tra i diversi cugini, ma… un’amara verità diventa sempre più solida: la nostra Carlotta è una prigioniera politica, preziosa o ingombrante, a secondo delle idee dei diversi monarchi. 
Dunque, presto deciderà di raggiungere lo zio; infatti il duca di Provence adesso si è proclamato Luigi XVIII, un re senza regno ne riconoscimenti, oscurato del tutto dal brillante astro di Napoleone. 
La prosa è delicata e corposa, riesce bene a trasmettere il turbine degli eventi storici, e forse proprio perché viviamo il proseguire della storia nei panni di Carlotta ne avvertiamo il crudele morso, l’ingiustizia e la volubilità inquietante di una Storia che promette di non ripetersi ma che ripercorre gli stessi sentieri… 
La nostra Carlotta sposerà il cugino diventando così Duchessa d’Angoulême, e nel mentre continuano a spostarsi tra la Russia e la Svezia, condannati a quanto pare di non avere una dimora fissa. 
Un’epopea disperata, ricca di complotti e manovre politiche, di assassini e vergogne, ma in tutto ciò spicca un sentimento condiviso tra Carlotta e lo zio re: il desiderio bruciante di tornare nella propria patria e rivendicare ciò che è loro di diritto. Ma è un sogno che negli anni sfuma, nonostante ci si aggrappino con tutte le loro forze, la piccola Maison del re è in ristrettezze economiche, senza più lo sfarzo tipico dell’ancien regime. C’è tristezza, abiti ricuciti e cibi modesti, Versailles sembra lontanissima. 
L’abile narrazione che si intreccia alla storia riesce a farci avvertire una tempesta di incertezza per gli eventi che si stanno intrecciando e le prese di posizioni dei personaggi fondamentali. A questo si aggiunge un seme di dubbio che si ramifica andando avanti: la nostra protagonista è davvero Carlotta? 
Sfioriamo un mistero finemente intessuto e mantenuto per tutta la vita della principessa. Nel frattempo la piccola Corte del Re senza regno, viene rinnegata da potenze che avrebbero dovuto appoggiarle e approda in Inghilterra, nella tenuta di Hartwell. E qui, l’ennesima beffa: la notizia dell’imperatore Napoleone che prende in moglie Maria Teresa degli Asburgo, cugina di Carlotta, sorpassandola e diventando imperatrice di Francia. 
Il sogno di riprendersi il trono dei Borboni, l’eredità dei suoi genitori, sfuma davanti agli occhi neri di Carlotta, tutto questo non fa altro che renderla più fredda, cocente di una rabbia che non vuol far vedere.
Le emozioni del lettore si intrecciano alle amare consapevolezze della duchessa d’Angoulême, avvertiamo come le continue delusioni non facciano altro che smussare i bordi della sua brillante figura, rendendola grigia. 
Ma il 1812 cambia tutto: Napoleone inizia la sua scellerata avanzata verso la Russia, il preludio della fine viene scritto. Le intere potenze europee si destano e i Borboni nella quieta Inghilterra iniziano ad intravedere una nuova consistente speranza: la Restaurazione. 
Qui iniziano anni incerti e veloci, niente è come si sognava, almeno per Carlotta. Ella fatica a ritrovare la serenità che anelava nel rientrare a Parigi. 
Sono di fronte ad una Francia nuova che cerca di coesistere con il vecchio, il re presenta la Carta, cercando di amalgamare la nobiltà dell’antico regime con quella dell’Impero. Le fratture, tuttavia, sembrano incolmabili: la guerra civile cuoce lenta e ribolle di nuova energia, e poi Waterloo, bonapartisti e il terrore bianco. E in tutto questo crescono anche i dissapori interni della famiglia reale, i disastri, assassini e ardori, tra cui l’esempio eclatante Maria Carolina di Berry
E qui vorrei un attimo parlare della nostra protagonista, che appare assai diversa da sua madre, che è stata desiderosa di frivolezze. Carlotta, forse consumata dagli eventi tragici che ha dovuto vivere, appare all’opposto della madre: algida, ligia, seria. 
La figlia del re è assai sfuggente, sebbene noi viviamo la sua vita con intensità e assaporiamo i suoi più grandi dolori, tra cui non essere riuscita ad avere figli, è come se ci fosse una patina invisibile che ci divide, come se Carlotta decidesse di tenere per sé molti aspetti e lo si avverte nello sguardo inafferabile, in un sospiro carico di qualcosa che non si può dire e che viene celato con grande riserbo nel suo cuore
Figlia di re, Orfanella del Tempio, e poi Duchessa d’Angoulême, eroina di Bordeaux. Matrona delle Tuileries, Regina di Francia. Una donna che dimostra fermezza e desiderio di rivalsa, una cocente sete di vendetta mai soddisfatta, sempre celata, rimandata, ripiegata. Tutto per l’eredità della monarchia. Una monarchia che non riesce a rimanere a galla in balia ad eventi rivoluzionari e ideali freschi. Una monarchia che non vuole svecchiarsi e si condanna alla morte
Luigi XVIII, Carlo X, Luigi XIX, Enrico V
E la nostra Madame Royale che diventa vedova, esiliata, contessa di Marnes. Una donna che ha vissuto tanto, vivrà la fiamma del sostegno nuovo alla monarchia ma anche la sua ruvida impopolarità. Sembra la sola a notare l’ombra minacciosa di qualcun altro, i sovrani che si susseguono sembrano avere tutti con sé quella certezza incrollabile di essere amati dal proprio popolo…e tutti subiranno un brusco risveglio. 
La nostra protagonista vede con acutezza i baluardi di nuove rivoluzioni, nuove elezioni, che portano il nome del duca d’Orléans. La miccia è già stata accesa, senza destarli
L’autrice è bravissima nel farci notare come certe increspature della Storia si ripetano, diversi eventi e desideri incanalati in strade disastrose a cui si giura di non percorrere più. Sconsiderati, illusi, ubriachi di un potere che non è fermo come si vuol pensare. 
Così l’incendio divampa, ancora, di nuovo, appare diverso eppure sempre uguale. Parigi ritorna ai tumulti, morti e battaglie, una rivoluzione che ripassa tra le sue vie e sale svelta negli eleganti giardini di Versailles. 
La fine emoziona e sconvolge. Vite scelte e intraprese, sorelle mai riviste. Che nella vecchiaia, a distanza di tantissimi anni, i ricordi sopraggiungono con potenza. C’è strazio, amore, rimpianto, che ci afferra il cuore. 
La duchessa d’Angoulême è un secondo volume che non delude e che mantiene vivo il mistero della figlia del re. Un mistero che possiede ancora un fascino enorme, anche sul lettore odierno. E l’epilogo dell’autrice appaga il lettore e lo invoglia a volerne ancora di più, avido di sapere le numerose penombre degli eventi storici. La Storia continua, ci promette la Beneventi e io non vedo l’ora di scoprirne la fine.

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