Vestiva il Tricolore. La scelta di Giuditta Bellerio

 


Autrice: Sonia Morganti

Titolo: Vestiva il Tricolore. La scelta di Giuditta Bellerio

Trama: Nel cuore del Risorgimento italiano, epoca di sogni, lotte e speranze di libertà, Giuditta Bellerio è una donna che rifiuta i limiti imposti dalla società. Vedova del nobile Sidoli, una tragedia che l’ha segnata profondamente, Giuditta trova nel patriottismo una ragione di vita, una spinta che la trascina nel vortice delle cospirazioni e dei moti carbonari. Determinata e coraggiosa, diventa una figura di riferimento per i patrioti, entrando in contatto con gli uomini più rivoluzionari della storia italiana, tra i quali Giuseppe Mazzini: il suo pensiero e la sua passione per la causa dell’unità nazionale le cambieranno per sempre la vita. Pagherà duramente questa sua scelta, con sacrifici e sofferenze, perdendo tutto e rialzandosi ogni volta. Sullo sfondo corrono anni di smarrimento e ideali in cui il sogno di un’Italia unita sembra prossimo a realizzarsi ma ogni volta si allontana e la vittoria sarà in chi, come la Bellerio, ha creduto che un nuovo mondo fosse possibile. Un intreccio di tensioni politiche, amori e tradimenti, che racconta la determinazione di una donna eccezionale, protagonista, contro ogni aspettativa, della storia del Risorgimento italiano.

Prezzo di copertina: 18,00 euro

Recensione.

Vestiva il Tricolore, la scelta di Giuditta Bellerio è un romanzo storico ed emozionante che ci rende partecipi della coraggiosa vita di Giuditta, una giovane, poi donna, che è rimasta fedele ai propri ideali, combattendoli per un futuro migliore. Un’eroina silenziosa, mai evidenziata dalla Storia, che disarma con la sua semplicità
È un libro ambientato nel Risorgimento italiano, un periodo denso di avvenimenti e sentimenti che ribollono tutti univi verso il sogno di un’Italia unita, un sogno per cui le genti combattono, si sacrificano e sperano. Credo sia la mia prima lettura con quest’ambientazione e l’ho adorato. 
Questa storia prende inizio nella Milano ottocentesca, qui incontriamo Giuditta sedicenne, fresca di collegio, che viene promessa sposa a Giovani Sidoli, di una famiglia ricca e potente che aveva il favore anche di Francesco IV.
I giovani sposini si trovano subito in armonia e complici: Giovanni, infatti, è pieno di ardore per gli ideali che il padre non approva e piuttosto disprezza in maniera assai acre, e in un dolcissimo sussurro ammette a sua moglie di essere un carbonaro. La Carboneria era una società segreta e rivoluzionaria, infiammata dai valori liberali e patriottici che in Italia confluiscono con il voler debellare la brutale tirannia austriaca. 
Entriamo in punta di piedi nelle loro vite, e presto notiamo le differenze tra Giuditta e Giovanni, in termini di famiglia. I Bellerio, famiglia della nostra protagonista, hanno cresciuto lei e il fratello, con ideali di libertà e uguaglianza, invogliandoli sempre ad esprimere la loro opinione. Dall’altra parte, i Sidoli, sono più conservativi, ancorati ad un’epoca che ormai è fresca solo nella loro memoria, Giustina, la madre di Giovanni, è mite e di buon cuore, che comprende con un solo sguardo, Bartolomeo, invece, è rancoroso, rigido, crudele, e non perdona nulla. Abbiamo anche altri personaggi importanti, come gli amici carbonari Ciro e Francesca. 
Avvertiamo già l’agitazione che si stiracchia tra le pagine, bilanciando piccole gioie della vita con i turbamenti vasti degli eventi storici. E qui, appare più che mai essenziale per Giovanni la prontezza di spirito della nostra protagonista, che non ha riserve nell’aiutare il marito nella lotta per un mondo migliore. 
La prosa è delicata, quieta che riesce a veicolare le emozioni dei suoi personaggi, i loro dolori, le loro piccole vittorie e soprattutto una tenacia che non cessa, non importa quante volte venga presa di mira. 
Gli eventi diventano ben presto concitati: Giovanni si ritrova in esilio, costretto a fuggire a causa delle forze dell’ordine austriaco che lo cercavano. Destino simile accadrà anche a Carlo, fratello di Giuditta. E qui, la nostra protagonista, è un fuoco sereno che brilla, che deciderà di seguire il marito in esilio. L’ennesima scelta coraggiosa che conferma l’essere indomita che è Giuditta. Tra le pagine c’è una nostalgia lieve che si fa avvertire nei sospiri, e nei lieti eventi familiari della nostra coppia. 
Giuditta è un personaggio splendido. Complessa, vivida, irrequieta e piena di passione per le proprie idee. E l’amore che la guida e la rende quella che è, senza nascondigli e inganni, Giuditta si mostra. Una donna che si erge, poi, radicata da una forza che non si spezza
L’autrice ci fa avvertire bene le emozioni che si rimestano nel romanzo, le ingiustizie e il desiderio di una patria unita che corrodono l’animo, perché qui si paga il prezzo per le proprie idee. Eppure, molte persone, nonostante tutto, rimangono fedeli a ideali giusti e belli. 
Gli anni passano, Giuditta e Giovanni si sono abituati alla loro nuova vita in Svizzera, ci sono i figli, altri esuli, e il loro rapporto tenero a tenerli forti e legati. Ma una cappa oscura si avvicina, inarrestabile.
Assaporeremo la disgrazia, la morte, il lutto, emozioni furenti che rimangono rigide e sepolte nel cuore.
La narrazione si abbarbica a bordi intensi mentre la storia ci fa sentire la cruda afflizione di Giuditta, la sua impotenza e il suo desiderio di farne qualcosa di buono. Di spingere questo dolore in qualche luogo che abbia un senso, di unirlo alla rabbia che le artiglia la gola, a quel futuro anelato che rimane sempre fuori della portata delle sue dita
Qui iniziano le riunioni a tarda notte, pensatori e rivoluzionari di diversi ceti sociali che si uniscono, discutono, tentano, progettano, danno le basi per una ribellione che avanti vedrà i suoi frutti, generazione dopo generazione. Tutti hanno nel loro sguardo animato il guizzo del sogno di un’Italia unita, che si rispecchia nelle coccarde tricolore. Nel suo verde rigoglioso di promesse, nel suo bianco lindo di nuovo inizio e nel rosso della passione e del sangue dei patrioti. Giuditta con il suo temperamento fermo ma dolce e la sua capacità di aiutare, diventa un’ancora in un mare pieno di incertezze. 
La prosa riesce bene a veicolare un periodo di profondi timori, un caos che gioca sul baratro pronto a cadere. Le tensioni si infittiscono, i complotti e i tradimenti agiscono nella penombra. E poi, lo scoppio. Francesco IV fugge, incapace di rendere conto delle sue azioni parecchio contrastanti, e tutto il dolore, risentimento, paura sboccia in Giuditta, fiera come solo la libertà sa essere. Si marcia in strada, questa donna che diventa un simbolo mentre invita i passanti ad unirsi a lei, a far vedere i vividi colori che i patrioti inneggiano. Un momento ricco d’emozione e di leggiadra… che viene abbattuto con crudeltà. Gli Asburgo marciano per la repressione, e la potenza di un impero preme sui patrioti. 
E di nuovo, la nostra Giuditta perderà tutto, e anche se pagherà caro i suoi ideali non li tradirà mai. Per lei, per Giovanni, per i figli, per i tanti rivoluzionari che si sono animati dello stesso bellissimo e puro impegno.
Ho apprezzato moltissimo come l’autrice ritrae Giuditta, una donna in un mondo di uomini, in un’epoca in mutamento. La nostra protagonista è un personaggio d’azione, che non si risparmia nei suoi dolori, eppure, rimane in piedi non volendo dare sazio ai crudeli che sperano di schiacciarla. C’è una resilienza in lei che ci fa sussultare, una resistenza che non viene urlata ma che piuttosto si fa notare con trasparenza e costanza. 
In Vestiva il Tricolore ci avventuriamo tra vite costellate di solitudini, stenti di esuli che non smettono di agognare l’Italia unita, libera dal gioco degli Asburgo, con una Costituzione a cimentare un nuovo inizio. Ed è così che Giuditta incontra il celebre esule Giuseppe Mazzini, dagli ideali forti e dai modi gentili, la nostra protagonista si immerge totalmente nella causa italiana. L’amore che sboccia come una piccola brezza di speranza tra gli inverni più rigidi, per poi essere strappata via con cattiveria. 
Giuditta vive ogni cosa, a testa alta, piena di un coraggio che la riveste, sempre fedele alle sue idee e piena d’amore per i figli lontani. C’è una vulnerabilità che non si vuole spezzare e ci emoziona tanto, disarmandoci con la potenza propria della vita
Vestiva il Tricolore, la scelta di Giuditta Bellerio è un romanzo bellissimo, che ci fa avvertire vicino la figura innovativa di questa donna, che non è sfumata nei secoli. Grazie all’autrice è giunta a noi con forza, un’eco potente di tante altre numerose donne, silenziate dalla Storia, che hanno combattuto, dato, sanguinato e perso per i loro ideali. Ereditiamo una scintilla preziosa di ribellione che dovrebbe aiutarci nel non risparmiarci a fare quello che si crede giusto.


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