Penelopea. La Regina di Itaca

 




Autore: Tatiana Cavola

Titolo: Penelopea. La regina di Itaca

Prezzo copertina: 14,90 euro (disponibile versione e-book 9,87 euro)

Trama: Tutti conoscono le gesta eroiche di Ulisse, la sua astuzia cantata da Omero, il suo viaggio verso Itaca dove, per vent’anni, la moglie Penelope fa altro che attendere il suo ritorno tessendo la famosa tela. E se non fosse davvero andato tutto così? Se Penelope non fosse stata la moglie paziente che tutti conoscono? Con Penelopea. La regina di Itaca, Tatiana Cavola racconta una versione diversa dell’intera vicenda, una storia che non avrebbe potuto trovare spazio nei poemi epici. È Penelope a parlare, finalmente padrona della narrazione. Il risultato è una “contro testimonianza” dai toni pungenti, ironici, e quanto mai attuale

Recensione.

Romanzo d'esordio dell'autrice, come già il titolo lascia intuire la protagonista è Penelope, figura che la maggior parte delle persone ricollega all'essere moglie di Ulisse. Punto.
Come se Penelope meritasse di venir considerata solo per questo. Penelope vanta un lignaggio nobile, in quanto principessa spartana: fiera e forte.
Fin da subito, posso benissimo dire che non è la donna passiva che si strugge d'amore e di attesa per più di vent'anni!
Il romanzo è una ventata d'aria fresca: la voce di una donna irrompe nella scena, governata dagli uomini, i valorosi guerrieri e re, gli eroi a cui hanno dedicato ballate e miti. A tal proposito, nel romanzo è presente per un breve tratto anche Omero, persona che esalta le azioni degli uomini, a tutti i costi, attribuendo loro meriti alquanto infondati.
Una cosa che mi è piaciuta è la scelta di suddividere i capitoli in canti, richiamando i riferimenti alle odi del passato, soprattutto le citazioni presenti all'inizio di ogni capitolo. Esse mirano a collegarsi a ciò che verrà affrontato nel capito, spesso stridendo con le parole aspre che Omero dedica alle donne.
Veniamo al ruolo della donna, è un secolo in cui non hanno molta importanza e sono poche le donne a cui è concesso un rispetto quasi pari alla parola degli uomini. Le donne sono volitive, governate da passioni e non riescono a gestire concetti e pensieri sofisticati. Penelope, passo dopo passo, straccia i pregiudizi maschilisti e rinforza la propria voce, che merita di essere ascoltata.
Penelope è una ragazza, divenuta donna, forte. Lo deve essere. Ricopre il ruolo di reggente nell'isola divenuta la sua casa, ogni sua parola, ogni suo gesto le può essere contestato solo per la semplice appartenenza al suo sesso. Di contro abbiamo Ulisse, nel romanzo un'idiota che vanta le sue abilità famose piuttosto che possederle davvero. Leggendo di lui qui...non vedevo l'ora che si togliesse dalla scena!
La narrazione è semplice, lineare, moderna e non è solita fermarsi in ampie descrizioni. Lo stile è fresco, ironico, pungente, e ciò ha reso il ritmo narrativo davvero piacevole e scorrevole. Sebbene, scritto in terza persona siamo risucchiati nei pensieri e nelle emozioni provate dalla nostra protagonista. Da questo punto di vista il libro è colmo di struggimenti, dolori, amore e violenza.
Penelope affronta tutto, non sottraendosi, non indietreggiando. Le hanno insegnato ad essere una spartana, spalle dritte e portamento fiero.
Nel libro fanno anche la comparsa alcune Dee, che si mostrano per lo più alterigie e accondiscendenti con la protagonista, sebbene si narrino alcuni noti episodi della loro volubile ira, e ciò si ricollega ad una caratteristica che ho apprezzato tantissimo: il richiamo a personaggi ed episodi famosi nella letteratura greca.
I personaggi secondari sono delineati superficialmente, questo potrebbe dare fastidio, ma è in sintonia con il fatto che l'autrice pone l'accento maggiormente sulla regina di Itaca; infatti ho avvertito tutto il resto come contorno, essenziale solo per permettere alla trama di andare avanti.
Il romanzo non può chiudersi in maniera felice, non può. Penelope rimane sola. Forse scritto nel destino intessuto dalle Moire. Ma Penelope ha agito, ha amato e ha preso decisioni autonomamente con coraggio e saggezza, sbagliando anche. Ma tutto ciò lo ha fatto da donna libera.
E lo fa in maniera magnifica: distruggendo l'aura di donna pia che attende il marito non facendo altro che cucire e scucire una tela. Cade il mito della donna, santificato oltre ogni misura e costretto le innumerevoli, reali donne ad aderirne alla perfezione. Penelope è l'eroe del proprio mito.
Nonostante abbia riscontrato alcune pecche personali, contestabili, Penelope rimane un romanzo disarmante nella forza di voler raccontare la storia di una delle tante donne maltrattate dai miti greci e non solo, ahimé.


Consiglio questo romanzo:

  • per gli appassionati dei miti greci

  • per leggere un romanzo fresco e moderno

  • per una lettura magnetica.


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