Titolo: Il tocco delle tenebre
Autore: Filippo Bini
Trama: Bologna, gennaio 2020. In un gelido sabato pomeriggio, il capoluogo felsineo è sconvolto dal brutale omicidio di don Antonio Gissi, trovato morto nella Basilica di Santo Stefano e il cui corpo presenta macabri intagli sulla schiena. Bruce Halfod, ragazzo di origine inglese con la passione per il metal e il vizio dell'alcol, è un talentuoso criminologo che collabora con la squadra omicidi della polizia, comandata dal commissario Davide Cometti a cui viene affidato il caso. Grazie a questa indagine il giovane Halfod avrà l'occasione di dimostrare il suo valore. Aggrappandosi all'intuito visionario che possiede, come farebbero i suoi musicisti di riferimento alle loro chitarre, questi capisce ben presto che l'indagine lo trascinerà in una spirale crescente di violenza e di fanatismo ideologico, nella quale rimarrà invischiato ancora più dei suoi superiori. Le strade del centro di Bologna fanno da cornice alla disperata caccia al killer, i cui indizi lasciati sulla scena del delitto paiono un rebus così intricato che gli sforzi di Halfod potrebbero non bastare: il pericolo si trova infatti molto vicino e al contempo affonda le sue radici in un lontano passato...
Prezzo di copertina: 15,00 euro.
Recensione.
Il romanzo è ambientato a Bologna,
nelle sue strade cittadine pregne di storia e di cultura che si oscurano di
terrore a seguito di efferati omicidi.
Ed è qui che facciamo la conoscenza
della squadra omicidi che si occuperà del caso. Tra i suoi membri troviamo il nostro
protagonista Bruce Halfod, un criminologo inglese innamorato dell’Italia.
Halfod ci viene presentato come un personaggio atipico, fuori dagli schemi,
attento osservatore che non si fa sfuggire nemmeno il più insignificante dei
dettagli, fedele a sé stesso e non proprio ligio alle regole, piuttosto si
lascia guidare dal puro istinto, affilatosi dopo anni di studi.
Il tocco delle tenebre presenta una
narrazione piacevolmente scorrevole unita alla dinamicità della squadra. Ho apprezzato
come l’autore tratteggia i personaggi, senza eccedere, calibrando le loro
azioni con cura nel corso della storia.
Il primo omicidio che sconvolge la
città ha luogo nella basilica di Santo Stefano e la vittima è proprio il prete
che presenta violenti segni sul corpo. Indizi volutamente lasciati dall’assassino
che iniziano a farci sapere qualcosa o forse mirati a confonderci. Ma pian piano
inizia a farsi chiarezza sul modus operandi dell’assassino: una persona
estremamente fredda con un desiderio di vendetta innegabile. Il presunto
assassino si firma con il misterioso nome di “Angelo della morte”; e grazie
alla ricca conoscenza metal del nostro criminologo scopriamo che è il titolo di
una famosa canzone. L’assassino inizierà a lasciare briciole su canzoni metal
dai testi pregni di significato che allargano le possibilità su chi possa
nascondersi dietro gli assassini.
Il romanzo si divide in due tempi
narrativi differenti: abbiamo il presente, in cui siamo testimoni dell’evolversi
della vicenda passo dopo passo, e di preziosi flashback che ci mostrano momenti
essenziali di un passato ancora avvolto nella nebbia, un passato che detiene le
risposte necessarie per la risoluzione del caso. Briciole che sfamano noi
lettori nelle nostre riflessioni e ipotesi del caso, come se facessimo parte
anche noi della squadra omicidi.
Le pagine scorrono e la vicenda si
infittisce e rivela toni scuri e torbidi, sfiorando un tema spinoso: abusi
sessuali da parte della Chiesa e tutto ciò che ne deriva composto da silenzi obbligati, traumi non riconosciuti ed una sofferenza angosciante. L’autore accenna anche altri interessanti
argomenti che arricchiscono ancora di più la profondità del romanzo: razzismo e
la sedicente mentalità della supremazia bianca unita a strascichi di
neofascismo ancora fortemente radicati in Italia. L’autore riesce a valorizzare una denuncia
contro la mentalità retrograda pericolosamente nociva ai giorni nostri.
Ed ecco che, neanche a rendercene
davvero conto, nel romanzo veniamo sfiorati dal tocco delle tenebre con cui lo
stesso serial killer desidera ammorbare tutti. Una sensazione soffocante a cui non
sappiamo sottrarci e che ci terrà compagnia fino al suo epilogo.
L’unica pecca negativa, se così può
essere definita, è che avevo capito chi fosse il nostro presunto killer già dal
primo incontro. Dunque, più che suspense su chi fosse il colpevole mi sono
ritrovata a leggere cercando indizi che avvalorassero la mia tesi.
Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad
un buon romanzo, capace di scaturire emozioni ed empatia attraverso loro personaggi in
una Bologna come mai l’avevo vista.
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