Autore: Stephen King
Titolo: La sfera del buio
Trama: Roland di Gilead e il suo ka-tet (Eddie, Susannah, Jake e Oy, uno strano animaletto parlante) sono intrappolati in una carrozza di Blaine il Mono, il treno teleguidato dalla stessa intelligenza malefica che ha sterminato la metropoli di Lud. L'ultimo cavaliere si salva vincendo una sfida davvero particolare... solo per ritrovarsi in un'America alternativa, spopolata da una misteriosa superinfluenza. In un mondo che «va avanti» sempre più rovinosamente, è infatti facile sconfinare in luoghi e tempi paralleli attraverso le sottilità, gli insidiosi passaggi per l'altrove via via più frequenti. Nello spiegare ai suoi compagni di avventura che cosa sia questo fenomeno, Roland è costretto a rituffarsi nel proprio lontanissimo passato e, in una notte che pare senza fine, narra la tragica storia di Susan Delgado, del loro amore immortale e di una sfera magica che sembra scaturita da un'antica leggenda
Prezzo di copertina: 15,00 euro.
Recensione.
Questo è il romanzo
migliore dell'intera saga, siamo travolti da un'atmosfera
completamente differente. Sono lontane le desolazioni che si perdono
a vista d'occhio, così com'è lontano l'amarezza forgiata da anni di
tradimenti e guerre di Roland.
La sfera del buio è un essere
trapassati dalla dolcezza succosa degli anni della adolescenza,
dell'amore, del desiderio, della crescita levigati, però, dalla
tragedia sconvolgente che già intravediamo e ci colpirà
sconquassandoci inaspettatamente.
È un romanzo che ho
amato visceralmente soprattutto perché si fa luce sul passato di
Roland, un passato a cui King ci ha sfamato con brevi accenni
rivelandoci un fasto ormai decaduto, ebbene, quel passato che ci è
sempre sfuggito per i primi tre volumi qui ne diventa il protagonista
indiscusso. La stessa narrazione di King addolcisce i suoi bordi,
assumendo toni poetici e malinconici che strazieranno il lettore.
Incontreremo i personaggi
del vecchio Ka-tet di Roland, giovani e sprizzanti di energie che
verranno mandati nella Baronia di Mejis all'apparenza pacifica e
ancora intoccata dai disordini. Ed è proprio qui che Roland
conoscerà l'amore. Folgorato dalla bellezza e dallo spirito di
Susan Delgado, una giovane ragazza costretta ed educata a diventare
concubina del sindaco della baronia.
Il quarto volume è una
fiamma che divampa e brucerà implacabile ogni cosa del suo cammino.
La Torre e il destino dell'ultimo pistolero è solo un'ombra quatta
che inizia ad allungarsi mentre Roland, Cuthbert e Alain daranno
prova d'essere dei veri pistoleri, che hanno ricordato il volto dei
loro padri in atti di coraggio e astuzia cercando di fronteggiare gli
uomini ribelli del Buono.
King riesce a
caratterizzare personaggi in modo incredibile, donandogli una
profondità senza eguali, anche quando sono rozzi, maligni e
spudorati. Incontreremo la temibile strega Rhea, i famosi cacciatori
della bara, e gli abitanti sonnacchiosi di questo borgo che iniziano
a prendere vita tra le pagine.
Il volume è
caratterizzato quasi per il suo intero da questo lungo flashback, e
la narrazione di King è cosi calzante e calda che spesso dimentichi
di star vivendo il passato e ti ritrovi a sperare in un risvolto
migliore... ma il libro implacabile ci porterà alla morte e alla
disfatta, in un modo dolcemente cruento.
Ho apprezzato moltissimo
avere la preziosa possibilità di vedere un giovane Roland diverso,
acuto, ardente con quella durezza fredda che adesso è solo
accennata, attendendo di essere modellata attraverso il dolore, la
disperazione e la forza.
I fantasmi del suo
passato prendono vita è sono carne, sogni, volontà e ti ritrovi a
vorticare insieme a loro, vivendoli.
Tra una concatenazione di
eventi si getta, irrimediabilmente, la presenza sciagurata delle
curve dell'iride del mago, sfere dai poteri pericolosi che prendono i
colori dell'arcobaleno. La maledetta sfera rosa, oggetto di cupidigia
dai molti, getterà del precipizio le storie di questi personaggi che
abbiamo iniziato a conoscere ed amare. Roland sarà posto davanti ad
una scelta, la prima difficile di molte altre che riempiranno il suo
cammino. Il nostro pistolero sceglierà, sancendo il destino del
cavaliere, una scelta agognata da cui non si riprenderà, che
determina la morte del giovane e la nascita dell'uomo che abbiamo
imparato a riconoscere.
Il flashback si chiude e
noi ancora boccheggiamo quando stanchi ma inflessibili riprenderemo
il nostro lungo viaggio nel sentiero del Vettore.
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