Blood. III volume delle Darkness Chronicles

 



Titolo:  Blood

Autore: Gea Petrini

Trama: Un'ombra che chiamano krigger si aggira tra le strade macabre del nord, nessuno sa chi sia ma sono tempi sempre più pericolosi nel continente gettato ormai nelle tenebre. Tormentata tra quello che deve lasciarsi alle spalle e chi reclama il suo amore, Liv Lars guida l'alleanza bianca con Aron Sander, il gran maestro, e il comandante della guardia Aleksander Sander. I tre amici hanno il destino del continente tra le mani, anche se il loro rapporto sembra pronto a naufragare come il futuro delle casate. Tra i corridoi di Aspera, Freya la necromante combatte per restare al potere mentre Ingrid la beskytter, attratta da un amore proibito, si trova invischiata in nuove insidie insieme ad Alva la veggente. Per Liv e Finn, i due fratelli del nord, e l'intero sistema della magia, si avvicina inesorabile il momento della verità.

Prezzo di copertina: 16,00 euro (disponibile anche versione kindle unlimited 2,99 euro)


Recensione.

Eccoci, infine. Scrivo queste parole colma di emozioni, l’ultimo volume della trilogia Darkness Chronicles porta con sé la strascicante bellezza e immersione di questa serie.
Il romanzo ci proietta un anno dopo i devastanti avvenimenti che hanno chiuso Moon Rays, il secondo volume (clicca qui per recensione). Talamh è ormai alla deriva, il territorio si è inasprito fino all’inverosimile a causa della guerra che devasta le sue floride terre. Dalla gelida Mantor l’oscurità e il terrore si propaga come una miccia, mentre l’Alleanza Bianca tenta di opporre resistenza.
Ritroviamo i nostri personaggi molto cambiati a seguito degli accadimenti che li hanno scossi, alle esperienze che hanno vissuto, alle persone che hanno perduto. Adesso, si fa quasi fatica a vedere in quei volti duri e bruschi i giovani dell’accademia di Tentor, vivaci e spensierati che ci avevano scaldato il cuore.
La narrazione è voluttuosa, spessa, consapevole e ombreggiata, che riesce a proiettare gli avvenimenti e le emozioni con una nitidezza gradevole.
Non c’è nulla di stabile all’interno del romanzo: ogni cosa è in continuo mutamento, si forgiano piccole alleanze, sotterfugi, si intessono tradimenti inconsapevoli, verità dal sapore orribile vengono inghiottite. E in tutto ciò i nostri personaggi si muovono, sperando, provando paura, desiderio e temendo il futuro di Talamh che è ancora nebuloso al confine.
Ingrid sta per conto suo, sempre ai bordi della narrazione mentre si scontrano sentimenti e doveri in lei; Alva è schiva, controllata e attende il momento propizio per fare la sua mossa. Freya, astuta e disposta a tutto pur di possedere ciò che desidera mentre tenta di difendere la sua nuova posizione ad Aspera; Aron è ambizioso, indurito, ostinato e dentro lui arde un desiderio indicibile. Aleksander è maturato, taciturno che però osserva, prova e combatte.
Al centro della maturazione dei personaggi, però, abbiamo i due fratelli Lars. Qui diviene ancora più accecante il loro contrasto ma allo stesso tempo una metamorfosi che avviene quasi di pari passo, ad ogni azione dell’uno corrisponde la reazione dell’altro.

  • Liv, la Krigger. La vendicatrice, assassina dei Gardon sulle strade notturne vicino ad Aspera. Liv che pratica una nuova e potente magia, la magia sconosciuta del drago. In questo ultimo volume vediamo sfumature di Liv che non avevamo mai visto così nitidamente; Liv è il prodotto di ciò che le è accaduto, di ciò di cui ha dovuto fare i conti, e adesso fa fatica a riconciliarsi con il suo ruolo di Dorata, che sembra appartenere ad una vita fa, quando ancora non aveva perso il suo sposo. A Liv Lars è rimasta solo la furia.
  • Finn. Da parricida diviene il timorato incubo del Nord, nuovo signore di Mantor, mago nero e capo del Nuovo Ordine. Nel libro risalta molto il contrasto che noi lettori avvertiamo si agita dentro di lui. Una spaccatura incolmabile che divide due parti essenziali del suo essere. Lo notiamo nel mago nero a comando e nel Finn che si rifugia nella vecchia stanza della sorella, respirando e disprezzando un se del passato che non riesce ad uccidere. Questa dualità che si intravede nel personaggio rende ancora più complessa la sua figura.
Blood ci dimostra come la guerra che incombe nel continente non sia semplicemente azione, ma piccoli ingranaggi che si muovono, mosse studiate a tavolino, alleanze segrete, tradimenti sussurrati solo nella sicurezza della notte e una dosa inconsistente di speranza a cui i personaggi si aggrappano pur non ammettendolo. Tutto per poter andare avanti, tutto per poterne uscire vincitori, tutto per poter. . . sopravvivere.
Amici, nemici, amanti, il confine si sbava, si occulta volutamente mentre il destino di Talamh viene affidato alle accoppiate più impensabili, a sconosciuti che solcano i mari solo per recapitare un messaggio che cambierà tutto ma spezzerà anche un cuore.
La scrittrice ha un talento in continua evoluzione. Riesce a farmi ridere, a spalancare la bocca per qualche plot twist che non avevo visto avvicinarsi, a gridare di fronte a certe scene cariche di una tensione che si può quasi tastare. Ma non solo, ad essere fiera per personaggi forti, intrepidi, impauriti e incredibilmente realistici.
La situazione è satura: lo sconforto si rimescola vorticosamente in una guerra che non solo appare inevitabile ma soprattutto catastrofica. Emozioni intense si rincorrono nel romanzo: desiderio taciuto che corre serpeggiante tra i personaggi rendendoli aspri, bisognosi e disperati. La violenza, che sboccia furiosa per poter macchiare ogni cosa; la paura che si insinua fredda e scivolosa per il futuro mai apparso così incerto, per i personaggi a cui siamo affezionati, per la Notte che viene invocata e scende densa e minacciosa.
E l’amore che annega nella tempesta di tutte le altre emozioni, acquietandosi o infervorandosi, delineando cose taciute, l’attimo prima di un bacio che arrende o lo sguardo che fissa la parte più recondita dell’altro. Ciocche grigie che danzano nel vento donando fiducia e potere; ciocche rosse nel cuore più oscuro della notte che promettono peccato e sangue.
Il logoramento della lunga stasi si avverte in tutti i personaggi. Il momento decisivo sta giungendo veloce, le fazioni lo percepiscono. I due fratelli separati da odio, tradimenti e morte, si rincontrano. La resa dei conti, infine, è giunta. E quando si crede che la disfatta sia l’unica cosa che li attende, una sorpresa coglierà il lettore inaspettato, avvenuta proprio da chi meno ti aspettavi.
Blood è la degna conclusione di una trilogia che ci ha regalato tanto, che ci ha permesso di essere maghi in questo pezzo di terra colmo di magie, tradizioni e oscurità.
Inoltre, voglio spendere due parole sulla bravura della scrittrice nell’averci dato una protagonista sfuggente come Liv. Nel primo volume pare chiaro quale fosse il suo ruolo, come se fosse modellato in una pirofila per essere solo un’eroina. E invece no, Liv si evolve, si spezza e si irrobustisce in una continua sorpresa. Passa dall’essere la figlia Lars, vissuta nell’ombra e perseguitata dagli abusi della madre ad una folgorante Dorata. Tuttavia, non si ferma qui. La Dorata, che abbiamo imparato ad amare, diviene la Vera Erede per sbocciare in una pericolosa Krigger, la vendicatrice che cercherà di fare ammenda per tutto ciò che è andato storto. E non solo questo, Liv nel corso dei libri si affila, diventando tagliente, veloce, inaspettata.
Una protagonista che ha saputo trasmetterci tanto e che rimarrà nel mio cuore per la sua unicità, non priva di sbavature e disperazione e forse, proprio per questo cara.
Gea Petrini, non mi stancherò mai di ripeterlo: con le tue parole riesci a farci viaggiare. Non vedo l’ora di scoprire cosa altro hai in serbo, quali altre storie ci faranno narrare lontano e vivere emozioni preziose, raccolte in parole d’inchiostro.


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