Exilium-Anabasis

 



Titolo: Exilium-Anabasis

Autrici: Andrea Piera Laguzzi; Hilary Sechi

Trama: La discesa all'inferno è iniziata. Ora il gioco si fa duro. Tra inganni, rivolte, salvataggi, cambi di fazione e prese di coscienza, gli ignavi cercheranno di toccare il fondo dell'abisso per poi risalire. Nel frattempo, la ricerca del rituale continua; le sorelle tenteranno il tutto per tutto e gli arcangeli non rimarranno a guardare. Prendi un bel respiro, la lotta per il Paradiso sarà senza esclusione di colpi!

Prezzo di copertina: 15,90 euro.


Recensione.

Dopo la Discesa non c’è altro che iniziare la Risalita. Ma ecco qui la cosa divertente: se discendere all’inferno era parso difficile, beh, non è nulla al confronto dell’ardua impresa della risalita (e chiedetelo pure a Dante, che aveva avuto un saggio accompagnatore).
Il secondo e ultimo volume del dittico riprende esattamente dove avevamo lasciato i nostri personaggi, divisi, arrabbiati e con parecchia fretta.
Greg viene trascinato all’Inferno e Bart lo seguirà a breve. L’ambientazione infernale, caratterizzata da bolge, si delinea di fronte ai nostri occhi con una nitidezza da pelle d’oca, si può quasi avvertire il tanfo orrendo che appesta l’aria, lo sconforto per la desolazione di fumi tossici e chissà cos’altro. L’inferno appare come un luogo industrializzato, una replica del mondo degli uomini solo più corrotto, infido e pieno di creature che non ti aspetti.
La narrazione è impetuosa e ci trascina giù nel ventre infuocato di un abisso che non abbiamo mai osato immaginare, tra le impensabili e rischiose peripezie di due ignavi a cui ormai ci siamo affezionati. La prosa è irriverente, sporca, vera, che non cela la violenza, i drammi e i contrasti che andremo a vivere.
Una delle cose pazzesche del romanzo è che la stragrande maggioranza delle sue pagine racconta una sola giornata. E che lunga, strana, movimentata giornataccia per i nostri personaggi! Gliene succederanno di tutti i colori e sulla nostra pelle avvertiremo la loro fatica, la stanchezza, esasperazione e ciononostante la ferrea forza di mettere fine a ciò che si è stato iniziato.
In Exilium Anabasis abbiamo principalmente due diversi filoni narrativi: l’inferno in cui Greg e Bart ne combinano di cotte e di crude (soprattutto il nostro combina guai preferito) e i demoni alle prese con problemi di potere interno oltre che tenere a bada i due ignavi. Dall’altra parte, c’è Genova, in cui si smuovono le due sorelle e gli arcangeli. Azzurra e Lorena hanno il compito di ritrovare il libello e scoprire finalmente il Rituale, e proprio per questo si incontreranno/scontreranno con Raffaele e Uriele.
In questo romanzo si avvertono ancora di più gli squilibri causati dall’assenza del piatto di Michele, come un pugno brutale assestato alla bocca dello stomaco. Noi lettori rimaniamo incerti, doloranti e angustiati mentre si dipanano di fronte a noi scelleratezze e cattiverie; e nonostante ciò si tifa per i personaggi del cuore di riuscire nel loro intento, anche con diversi tosti ostacoli sul loro cammino.
L’inferno è nel caos, lacerato da una guerra civile in cui i giochi di potere diventano sempre più sottili e traballano le fiducie millenarie. E Greg, che dopotutto è il Sobillatore, sfrutta questa divisione cercando di piegarla a proprio vantaggio. A tal riguardo, in questo secondo volume, possiamo finalmente percepire il rapporto tra Greg e Lucifero. Amici, confidenti, maestro e allievo, legati prima dall’amore e poi dal rancore per il tradimento, che brucia sul cuore come una ferita mai rimarginata. E adesso non c’è margine per risanare il loro rapporto, perché vorrebbe dire che uno dei due dovrebbe fare un passo indietro e sottostare alle idee dell’altro… una scelta impensabile. E pur sapendolo, questi due personaggi si torturano in quel sottile margine di comprensione, inganno e bisogno.
E qui Greg dovrà compiere una scelta difficile, ma non si tirerà indietro, tentando disperatamente di voler eguagliare il fratello, irraggiungibile ai suoi occhi per la sua incrollabile rettitudine e bontà. È solo una delle ardue scelte che Greg dovrà compiere all’interno del volume.
Uno degli aspetti che ho preferito di questo secondo volume è originalità, dove al centro vi è la Bestia, che gestisce l’Inferno ammorbando ogni suo antro con i suoi tentacoli e che sottostà a Lucifero. Mi affascina moltissimo come hanno costruito questa entità, nel modo in cui agisce e come dimostra di avere una mente senziente; per non parlare la acutezza con cui comunica. La sua lealtà è legata visceralmente alla sua fame.
Scrittura sublime per tutta l’intera sezione del combattimento, di come le autrici abbiano saputo gestire un crescendo di momenti che si incastrano tra di loro, senza darti davvero il tempo di boccheggiare perché succede qualcos’altro che supererà il precedente (troppi picchi di emozioni per il mio povero cuore).
Come il precedente romanzo, anche qui i riferimenti esoterici, alla religione, cultura dantesca sono tanti e ben sistemati, come citare Geenna, il luogo in cui Lucifero risiede; le parole ebraiche a riferimento ai nostri due ignavi.
Le emozioni intense che si susseguono nel romanzo sono tante e si mischiano tra di loro: il sacrificio e la forza che ci lascia a bocca aperta, l’odio e la gelosia che annebbia, l’amore fraterno che macchia, la perseveranza di continuare, l’ambizione che esplode, la tristezza inesprimibile.
Le due autrici con la loro penna riescono a tratteggiare la complessità di personaggi che devono prendere decisioni non facili, impasticciati di sentimenti in lotta tra di loro ed un’evoluzione che non smette di stupirmi, rivelando sempre nuove sfumature. Come Uriele che si spinge sempre di più nel baratro del grigiore, agendo in modo menefreghista dando l’impressione di covare lo stesso odio verso le creature amate dal Padre, e sopra tutto questo miscuglio c’è la delusione di Hemah che brucia, gonfia e tormenta questo personaggio.  O la nuova luce con cui vediamo Bart, che per salvare una singola anima all’Inferno è disposto a tutto… ma nel viaggio per aprire la Frattura, acquisire il rituale, salvare il piatto ed uscire incolumi dall’Inferno qualcosa muta. Bart, adesso, avverte il peso di tutte le conseguenze del suo desiderio di riscatto e si chiede se ne vale davvero la pena. Anche Greg si è spinto ormai troppo in là per ritornare sui propri passi, e dunque con accettazione compie i pesanti passi che lo riconducono dove tutto è cominciato, dentro una Genova fradicia di pioggia, tremante di aspettativa e sospesa nell’incertezza.
La bellezza dei personaggi di Exilium sta proprio nelle loro sbavature, quelle imperfezioni che li rendono vivi tra l’inchiostro, quelle piccole minuzie che ci portano ad amarli, compatirli e disprezzarli. Personaggi che mutano, nel loro percorso di redenzione e desiderio, e smangiucchiati dai dubbi e da ambizioni.
L’amore e la capacità di aiutare, di provare compassione, viene cristallizzata negli ultimi atti, rivelandosi la chiave della redenzione. Nei due libri sono sparsi flebili indizi che i piani del Padre (o del Burattinaio, dipende dalla fazione)  non sono quello che tutti credono. Ed ecco che la comprensione si fa strada sui personaggi negli ultimi devastanti atti, l’importanza dell’esilio e di far vedere come gli umani fossero creature amate nonostante le imperfezioni.
E la Luce ben presto si trasforma in Fuoco primordiale che arde rabbioso, disperato e consapevole. Un Fuoco che condanna ma che anche riscalda. Il lettore è in balia di ciò che sta leggendo, dimenticandosi di respirare, di muoversi, di pensare mentre la narrazione implacabile ci conduce alla fine di questa storia.
Un finale perfetto per un dittico che ci ha saputo dare tanto, non dico altro. Adesso, scusatemi ma devo raccogliere i cocci dei miei sentimenti frantumati…
Due autrici a cui auguro di scrivere altre nuove storie che ci sconvolgeranno e ci faranno innamorare, in egual misura.


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