In Tenebris

 



Titolo: In Tenebris

Autore: Alan Risi 

Trama: Bournemouth, Sud Ovest dell'Inghilterra, durante un autunno di qualche anno fa. Alex è un trentacinquenne fuori dal tempo, boomer ante litteram cresciuto col mito degli anni ottanta. È un uomo che vive di ricordi, ci si crogiola, seguendo un disordinato codice morale basato su citazioni cinematografiche e discutibili massime autoreferenziali; probabilmente, fosse dipeso unicamente da lui, avrebbe volentieri trascorso la sua intera esistenza appollaiato sul divano, ascoltando musica, mangiando pop-corn e aspettando la prossima replica di “Happy days”. L'incontro che gli stravolge completamente la vita avviene il giorno in cui si imbatte in Padre Robert Arminius Donovan Flannagan, il sacerdote che officia il funerale di suo padre; quello che di primo acchito si presenta come un mansueto reverendo dai modi soporiferi, ben presto si rivelerà essere rappresentante dell'Ordine di Sant'Andrea, un'antica organizzazione nata per documentare e combattere i fenomeni oscuri. Nonostante le divergenze caratteriali e una personalità agli antipodi, Padre Flannagan non solo diventerà un mentore per Alex, ma anche il suo unico amico. Oggi Alex è quasi sempre in viaggio – ovviamente in classe economica – verso luoghi che solo a vederli in foto riescono a farti passare la voglia di vivere; il più delle volte dorme di giorno e si muove di notte, esattamente come le creature a cui dà la caccia, mentre quando non lavora occupa le sue giornate come avesse ancora sedici anni, destreggiandosi fra fette di pizza del giorno prima e interminabili maratone Netflix in compagnia del suo gatto Romeo, l'unico essere vivente di cui riesca a tollerare la presenza per più di qualche minuto. Non beve, non fuma, è orgogliosamente misantropo, convenientemente afefobico, maschilista di facciata e sociopatico a intermittenza. Accade proprio durante uno dei suoi viaggi che Alex decide inaspettatamente di mettere nero su bianco la propria vita alle dipendenze dell'Ordine; sceglierà di farlo attraverso il racconto del suo ultimo caso, quello che lo condurrà a Bakersville sulle tracce di Rebecca, una bambina di soli dodici anni, la quale sarà costretta a fronteggiare un male di cui nessuno pare saper spiegare l'origine. Sullo sfondo di una bucolica cittadina di provincia, Alex comincerà a girovagare alla disperata ricerca di indizi che possano aiutarlo a sbrogliare la matassa, trovandosi giocoforza a interagire con un ventaglio di bizzarri personaggi che sembrano usciti dalle pagine di un vecchio noir: dal goffo e sfuggente ispettore in pensione Joseph Bell al piccolo – in tutti i sensi – criminale locale Angus Macmillan, passando per il logorroico Billy Barber, che Alex arriverà provocatoriamente a definire "l'amico gay esperto in faccende di cuore di cui non sapevo di avere bisogno". Dunque, in questo autentico diario di un outsider prende forma il resoconto semiserio di un'avventura "on the road", satura di umorismo nero dal retrogusto british, ambientata durante una stagione autunnale particolarmente fredda, piovosa e bipolare, come solo la terra d'Albione può offrire.

Prezzo di copertina: 12,99 euro (disponibile versione kindle unlimited a 3,99 euro).


Recensione.


In Tenebris è un romanzo che tratta di cacciatori di vampiri alla vecchia maniera: paletto, acqua benedetta, argento e croci. Un rituffo in un’ambientazione e stile che mi mancavano terribilmente.
Il libro si presenta in sottoforma di diario in cui il nostro protagonista, Alex, attraverso anche flussi di coscienza e digressioni ci permette di avere una visione completa della sua vita… e del particolare lavoro che svolge. Ovvero, stanare ciò che lui definisce “Revenants” spiriti inquieti in corpi che non conoscono avvizzimento.
Assistiamo subito ad un caso affidatogli dall’Ordine di Sant’Andrea, una complessa organizzazione che nasce con l’obiettivo di fronteggiare le forme del Male.  Dunque, ci ritroviamo in vecchi e sinistri cimiteri a seguire speculazioni e sopralluoghi per attestare che effettivamente qualcosa di misterioso stia accadendo. Alex è il cacciatore moderno di demoni, si destreggia tra leggende, improvvisazioni e l’immancabile autoironia, che rende il ritmo narrativo coinvolgente e scorrevole.
Nonostante non impazzisca personalmente dei libri sottoforma di diario, la narrazione prende subito: spigliata e intrisa di sarcasmo ci accompagna nelle avventure peculiari del protagonista.
Il nostro cacciatore viene incaricato di un caso diverso dal solito, una corsa contro il tempo per salvare una bambina in fin di vita, Rebecca, e stanare un revenant che riesce a muoversi senza lasciare tracce.  Solo che andando avanti con la storia, ci renderemo conto che non si tratta di un semplice vampiro, ma qualcosa di molto più oscuro e potente.
Ed è qui che la storia inizia a prendere un ritmo più serrato, costellato da differenti piste da seguire, tentavi ed errori e un enigma che appare sempre più attorcigliato a diversi personaggi . La caccia al revenant è davvero iniziata, e può apparire noiosa a chi si aspetta solo azione... ma fidatevi, merita. Alex è meticoloso nel suo lavoro e il mistero si infittisce grazie a piccoli dettagli: qualcuno che ha avvistato il possibile revenant, le telecamere di sicurezza che riprendono qualcosa di inspiegabile alla razionalità umana, per non mancare dell’immancabile visita notturna al cimitero di Bakersville.
Pian piano i pezzi del puzzle si iniziano ad incastrare tra di loro e quando il tassello mancante viene messo al suo posto la vicenda appare chiara nella sua spaventosa realtà. Presteranno aiuto nel misterioso caso personaggi bizzarri e curiosi: come frate Silas, burbero e geniale che cela molto più di quello che si crede o l’ispettore Bells, personaggio misterioso che pare comparire nei momenti opportuni per aiutare il nostro cacciatore. Senza citare padre Flannagan, l’amico reverendo che lo inizierà a questa vita fatta di viaggi e lotte contro il male.
Forse i personaggi sono un po’ piatti, rispetto all’evoluzione della storia che è il motore portante del romanzo; ma probabilmente anche perché il nostro punto di vista è quello di Alex e mal si presterebbe alla caratterizzazione di altri personaggi. Invece, il nostro protagonista credo che si ami o si odi, Alex è un personaggio sarcastico fino al midollo, svogliato se non si parla del suo lavoro e tendenzialmente adora trascorrere il tempo libero nella tranquillità della sua camera, magari con una buona serie tv a tenergli compagnia (già solo per questo come fa a non stare simpatico? Andiamo!).
Il romanzo è costellato da tantissimi riferimenti alla cultura anni Ottanta e Novanta, che ho amato. Nonché, denso di chicche interessanti che dimostrano una vasta conoscenza degli argomenti più diversi e che inducono il lettore a saperne di più: esoterismo, figura del Nachzeher, gli scritti di Montague Summers, l’interessante fatto della creazione del cifrario della nyctografia, solo per citarne alcuni.
Ho divorato in pochi giorni questo romanzo, che presenta un ottimo bilanciamento tra l’horror e il divertente, tutto incoronato dal personaggio che è il protagonista (Chiedete a padre Flannagan!). Davvero, qualcosa probabilmente poteva essere gestita meglio, ma è una lettura piacevolmente scorrevole che ti dimentichi di star leggendo.
Tra esorcismi, black humor e azione si trova la degna conclusione del libro, che ha saputo intrattenerci, senza chissà quali pretese e forse proprio per questo che risulta fresca ed avvincente.
Con Alex abbiamo vissuto un pezzo della sua vita e lo lasceremo continuare a fare il suo lavoro, nei posti più improbabili e sperduti del globo, mentre noi lettori forse presteremo orecchio ai consigli ricevuti. 
Buon viaggio, cacciatore.



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