Il deserto degli striati
Autore: Enrico Graglia
Titolo: Il deserto degli Striati
Trama: In un mondo minacciato dal morbo della striatura, l'ex militare Nikolaus viene ingaggiato per trasportare organi attraverso il deserto, guidando una spedizione disperata, a bordo di un veicolo supertecnologico, fino ai laboratori di una struttura segreta, dove attraverso varie sperimentazioni si cerca una cura per la pandemia omega, che ha provocato mutazioni biologiche in gran parte della popolazione umana. È un viaggio da incubo, che porta il protagonista e la sua squadra di professionisti a confrontarsi col proprio passato tormentato, dove niente è come sembra e l'incontro-scontro tra umani e striati deflagra fino a mostrare tutte le conseguenze e implicazioni, ma anche antiche e impensabili radici, di due razze che si contendono ciò che è rimasto del pianeta.
Prezzo di copertina: 14,90 euro.
Recensione.
Il deserto degli Striati è un romanzo veloce, adrenalinico, ambientato in un mondo post-apocalittico che rende tutto più vivido.
All'interno ci sono molte scene grafiche di violenza, sangue e azione. Un romanzo che si beve tutto in un bruciante sorso.
Non sono nuova alla narrazione dell’autore, di cui anni fa lessi il suo esordio (lo trovate qui). Con questo nuovo romanzo l’autore ci fa piombare immediatamente nelle sue atmosfere, avvertiamo la polvere e il sudore, la banda che strimpella rock nel No Mercy, un bar al confine, mentre il nostro protagonista, l’ex militare Nick, è chiuso in una gabbia di combattimento contro uno striato, ovvero un umano mutato a seguito di un devastante virus contratto.
Sono passati dodici anni dal Giorno Zero (anche se il romanzo ci fa vedere sprazzi di un passato recente per capire meglio le dinamiche all’interno). Respiriamo a pieni polmoni l'ambientazione ben studiata e delineata: il pericolo costante, il mondo andato alla rovina dove rimasugli di moralità si cancellano a suon di pistole e soldi.
La narrazione è ruvida, mordace al punto giusto, con una buona dose di descrizioni.
A Nick viene affidato l’incarico di dover attraversare il deserto per poter portare un carico di organi di striati nell’Eden, un complesso tecnologico avanzato dove i ricchi si sono rifugiati dopo la pandemia. Un luogo ben protetto.
Ci viene delineato un mondo stanco, vecchio, con ancora qualche scintilla di cruda emozione.
Sappiamo che un’epidemia ha portato al collasso il sistema sociale e politico, i mutati sono diventati striati, una nuova e pericolosa specie, le città si sono svuotate, lo sciacallaggio ha preso il sopravvento. Vige la regola della sopravvivenza feroce.
L'autore è bravo nel tratteggiarci questo presente post-apocalittico, le strade invase dalla vegetazione e animali selvaggi, il silenzio di certi luoghi, vetrine rotte e scheletri di case che un tempo erano caldi focolari domestici. C'è un’amarezza gelida che pervade l’ambientazione, forse trascinata proprio dal suo protagonista Nik, mentre sfreccia con la sua Harley.
Rispetto al primo libro letto dell’autore qui ho notato una piacevole maturazione della scrittura, divenuta più mordace e incisiva.
Il gruppo per questa perigliosa spedizione si forma con personaggi assai peculiari, abbiamo: Roy il giovane samurai, Salvador brusco e di poche parole, Michelle la pilota, Mohamed il ricercatore vivace.
Ed eccoci dunque in pista nella Grande Padella di Dio, intorno a noi solo il temerario deserto, una distesa di ghiaia e alture che celano il grosso degli striati, che attendono il momento giusto per attaccarli. La Schiacciastriati, il veicolo tecnologico che gli hanno dato, macina chilometri che accorciano sempre di più la distanza dalla loro metà: l’Eden.
Nell'attraversare il deserto abbiamo tanta azione, adrenalina che brucia veloce e pallottole che non si fermano, insieme ad una paura primordiale che ci fa sudare le mani. Il viaggio si preannuncia parecchio interessante.
Durante lo svolgimento della trama ci sono interessanti domande che assillano il lettore: davvero gli striati sono da considerare il male che ha spazzato via l’umanità? O ne è l’evoluzione migliore? Sono senzienti, capaci di parlare e di provare emozioni? Esiste una cura che possa arrestare l’inevitabile e lenta estinzione dell’umanità?
Sono domande che inducono riflessioni complesse, riflessioni che condurranno lo stesso protagonista ad agire di conseguenza.
E parliamo un attimo del nostro protagonista: Nik è un personaggio tormentato, alle prese con i demoni, non solo del suo passato, dagli errori e dal peso delle morti che lo avvolgono, ma anche di Isabel, la sua innamorata ormai perduta e il loro sogno, i loro frammenti di vita che hanno saputo vivere in giro in un mondo desolato. Nik tenta di rimanere umano in un mondo che ne ha ormai perso i connotati, divenuto brutale e feroce, governato da leggi dure che lasciano poco spazio alle fragilità necessarie all’essere umano per rimanere tale.
Nel deserto le cose si complicano gradualmente e poi la rivelazione, che coincide con un ritmo più pressante della prosa. I momenti di azione sono ben calibrati, c’è la giusta dose di paura e indignazione, voglia di sopravvivere che preme veloce sul grilletto mentre gli striati avanzano, compatti e letali.
Gli eventi si susseguono veloci, con risvolti davvero inaspettati che danno carburante ad un finale inaspettato. Il Deserto degli Striati è un romanzo breve e veloce che rimane fedele a sé stesso fino alla fine.
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