Cuore di serpente

 



Titolo: Cuore di serpente

Autore: Giovanni Montini

Trama: In una calda e torrida estate di fine anni settanta, si intrecciano inesorabilmente i destini dei protagonisti, mettendo a nudo passioni e segreti mai svelati. Francesca Bacci, giornalista e suo marito Andrea, invitano nella loro villa, per un paio di settimane, Giulio Martinelli, uno scrittore in crisi che ha un compagno che non ama più, Alberto. A sconvolgere l’apparente equilibrio degli adulti, e a minarne la stabilità emotiva, sarà l’arrivo di Gabriele, figlio di primo letto di Andrea, che seduce Giulio, intrappolandolo in una ragnatela di erotismo e passione, conducendolo verso un gioco al massacro, fino all’inaspettato e sconvolgente finale. Ispirato a "La piscina" di Jaques Deray, il celebre film con Romy Schneider e Alain Delon, e alle atmosfere noir di Patricia Highsmith, il romanzo getta uno sguardo su quelle passioni torbide e inquiete che spingono gli umani negli abissi più profondi della perdizione.

Prezzo di copertina: 17, 00 euro.


Recensione.

Cuore di serpente è un breve romanzo intenso, in cui si pone l’accento sugli abitanti che si muovono tra le pagine, rivelando una complessità profonda dei sentimenti umani.
Giulio, uno scrittore in crisi, accetta l’invito dei suoi amici per trascorrere qualche settimana di Agosto nella loro villa nel Circeo, allontanandosi ulteriormente dal suo compagno con cui non ha più un bel rapporto.
La sottile armoniosità tra i personaggi si inizia ad incrinare pericolosamente con la comparsa di Gabriele, figliastro di Francesca, la padrona di casa e giornalista di successo grazie ad una rivista che segue il conformismo del momento.
Siamo nel pieno estate di fine anni Settanta e si può quasi avvertire la brezza afosa che riempie e il rumore placido di un mare non troppo distante.
La villa, luogo centrale del romanzo, è meravigliosa. Ma forse così bella, ideale, da risultare finta. Come se fosse la studiata scenografia sistemata nei minimi dettagli per dare solo l’illusione di quel sapore dolce e pieno che sa d’estate, di possibilità, di libertà.
La villa viene percepita come un mondo a sé, in cui le persone si scrollano di dosso prima di varcarne la soglia i drammi e le ansie del periodo. Rivolte studentesche, frizzanti movimenti politici, dissensi… tutto appare effimero e privo di peso nei contorni quasi magici della villa. Ci sono incomprensioni, disagi e voglie che girano intorno, insieme ai protagonisti, che studiandosi attentamente aspettano il momento di manifestarsi in tutta la loro potenza.
La narrazione è scorrevole, piena di dialoghi e descrizioni che ci permettono di immergerci nei personaggi che animano il romanzo. Si avverte una certa compostezza nella struttura del romanzo, che richiama prepotentemente uno stile asciutto ma colmo di emozioni, pronti ad agguantare il lettore se glielo permettiamo.
L’unica nota negativa, se così può essere definita, è il riferimento ad un romanzo di Murakami… quando ancora nel 1977 non aveva pubblicato nulla. Può essere stata una semplice svista o licenza poetica dello scrittore.
Ma andiamo ad analizzare i personaggi del romanzo. Abbiamo Giulio, che ad inizio narrazione è stanco, afflitto, decorosamente disperato nel ritrovare qualcosa a cui aggrapparsi per poter, finalmente, respirare a pieni polmoni. Che sia l’idea decente per un nuovo romanzo, un poter ritrovare l’entusiasmo che l’aveva animato nello stringersi un suo libro appena pubblicato. Giulio è pieno di non detti, evita di ascoltarsi, di  guardarsi dentro per poter sfuggire il groviglio di emozioni, desideri, bisogni e disillusioni che lo avviluppano.
Dall’altra parte, abbiamo Francesca, un personaggio che possiede ed esercita assoluto controllo verso gli altri ma soprattutto verso se stessa. Ossessionata dal voler apparire sempre perfetta, elegante e borghese; tiene moltissimo alle apparenze. Personalmente l’ho trovata parecchio piena di sé ed invasiva, ma probabilmente riflette anche l’essenza della villa in quanto padrona di casa è il suo dominio.
Andrea, il marito di Francesca e padre di Gabriele, l’ho avvertito come un automa, grande lavoratore che cerca di far felice sempre gli altri, annullandosi. Andando avanti con la narrazione, noteremo come lui come persona sente di non esistere, di aver sbagliato tutto e viene semplicemente trascinato nella corrente guidata dalla moglie. E soprattutto sente di non essere stato presente quando il figlio aveva bisogno di lui, è proprio questo malessere che da forma a questo personaggio, lasciandolo sempre sui bordi.
E infine, troviamo Gabriele, il cuore di serpente che si insinua nella trama rendendola propria. Gabriele è disarmante, caotico e intenso come può esserlo una di quelle tempeste estive, improvvise e brusche che possono rimanere indimenticabili.
Gabriele infrange le piccole bolle degli altri personaggi, costringendoli a fare i conti e a provare emozioni che bruciano, che ammaliano, che conquistano.
Fragilità si schiudono, lente e timide, rivelando tormenti e passioni che crescono e si ritirano come le risacche. Contemporaneamente, la gelosia comincia a straripare dagli argini, appesantendoli, e un’atmosfera che attende il tuono inizia a stirarsi nel romanzo, rendendo il lettore consapevole di qualcosa che sta per rompersi.
La villa, proseguendo con la narrazione, se viene osservata bene come fa Giulio, si possono iniziare a notare delle piccole macchie, intemperie del tempo poco curate, che sporcano le mura. Ciò rappresenta una forte metafora sui proprietari della casa. All’inizio appaiono abbaglianti, immacolati, lucenti, ma è solo una facciata per non far notare le piccole increspature che rivelano turbamenti e segreti che scorrono appena sotto la superficie.
Gabriele e Giulio vengono inevitabilmente attratti l’uno all’altro, come due naufraghi. Gabriele è così potente in tutto ciò che fa e destabilizza Giulio, minando le sue poche certezze e decori, scoperchiando emozioni che ribollono ardenti e agitate. Gabriele è fuoco languido, la promessa di giovinezza che lo scrittore ormai ha visto seccarsi tra le dita. E i due si lasciano andare ad una passione carica, che mozza il respiro e la ragione.
Giulio scende vorticoso in qualcosa di sconosciuto ed esaltante, ormai appare sempre più chiaro che il rapporto che ha con il suo compagno, lasciato a Roma, è diventato l’emblema di qualcosa che non vuole più. Un rapporto che è divenuto monotono, privo di entusiasmo a cui lo scrittore si è prestato per comodità e paura. Eppure, Giulio sa che non avrebbe mai il coraggio di lasciare andare la sua vita, con tutti gli artifizi di cui è fatta. Gabriele rappresenta il tuffo pericoloso e agognato nel mare, ma Giulio ha anche bisogno di stabilità, sicurezza, qualcosa che il giovane ventenne non gli può dare.
I conclusivi capitoli riversano gli atti finali di un estate maledetta, che ha inesorabilmente cambiato la vita di tutte le persone coinvolte. Un plot twist che non mi aspettavo, che da la brusca risvegliata prima di girare l’ultima pagina. L'estate è infine giunta alla fine.


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