Il nido segreto
Recensione.
Ho tentato di elaborare la bellezza e la vita che scorre
dentro questo romanzo, ma non ci sono ben riuscita. E forse è giusto che sia
così, Il nido segreto è un libro che va vissuto in prima persona, sulla propria
pelle, per riuscire a capire la portata di sensazioni che trascina con sé.
Il nido segreto narra la storia autobiografica romanzata di
una scrittrice celebre che ancora oggi riscuote successo: Mary Wollstonecraft
Shelley, conosciuta come la creatrice di Frankenstein.
Mary fin da piccina mostra di essere vivace, curiosa e capace
di nutrirsi di cultura, soprattutto grazie anche alle tante possibilità di
assorbire che le viene data non solo attraverso i libri ma discorrendo con gli
amici intellettuali del padre. Mary è la
figlia della compianta filosofa Mary Wollstonecraft, rivoluzionaria, innovativa
nelle sue idee e importante figura del femminismo liberare. Il padre, William
Godwin, è anche egli un filosofo e scrittore conosciuto. Due figure che hanno
influito sull’andamento della letteratura e società inglese, e Mary da degna
figlia non farà che superarli con le proprie idee e storie che diverranno
pressoché immortali.
L’autrice senza nessuna difficoltà ci conduce nei meandri
della sua storia, rendendoci partecipi della vita di Fanny e Mary, le due
sorelle, fin dalla loro primissima infanzia, che subirà un drastico cambiamento
con il secondo matrimonio del padre. Viviamo abbagli di una Londra gotica ormai
scomparsa, in pieno fermento di cambiamenti, scoperte, tradizioni e
pettegolezzi che fanno da sfondo.
La narrazione è piena, delicata ed estremamente scorrevole.
Capace di saper evocare luoghi e momenti particolari del libro che serberò nel
cuore con gelosia, come le passeggiate nella tranquillità del cimitero dove
riposa la madre di Mary, o i panorami mozzafiato che la nostra protagonista ha
vissuto nelle sue lunghe peregrinazioni. E quante emozioni noi lettori saremo
in balia nel leggere questo romanzo, quante!
Inoltre, voglio spendere due parole sull'immenso lavoro di studio e ricerca che l'autrice ha compiuto per rendere ancora più realistica la vicenda, particolari di lettere, poesie e traduzioni. Un gran lavoro che ha reso il volume ancora più soddisfacente e dettagliato.
Il romanzo è denso di dialoghi interessanti, dove numerosi
personaggi animano le pagine con il loro ardore per i più disparati argomenti.
C’è così tanta cultura e poesia! Si sfiorano personaggi celebri del secolo: Lord
Byron, Wordsworth, Coleridge, solo per citarne alcuni.
Mi sono sentita molto coinvolta nelle vicissitudini che Mary
affronta, potevo intuire le sue emozioni come se fossero le mie. Mentre la sua
vita insieme alla famiglia allargata continua nella sua quotidianità, con una
nuova casa, un nuovo quartiere e un nuovo modo di aggiustarsi alla vita di
tutti i giorni. Mary trascorre dei bei momenti in Scozia, a Dundee, ospitata
dalla famiglia Baxter, nella tranquillità e ricchezza della natura.
Tuttavia, ben presto, nella vicenda del romanzo irrompe
Shelley, giovane idealista dalle idee rivoluzionarie, che darà un prezioso
aiuto economico alla famiglia Godwin.
Sebbene Shelley sia spostato giovanissimo, si innamora
follemente di Mary, ardentemente ricambiato. I due giovani decideranno di stare
insieme, non si piegheranno al decoro imposto e dunque fuggono insieme in
Francia per poter vivere insieme. Ma non solo, i due amanti sono anche due
artisti, e le loro idee, le loro avventure in una nuova terra, i loro
sentimenti ribollono e trovano espressione nelle parole vergate, che poi
leggono reciprocamente ad alta voce.
Nel romanzo sono diversi i personaggi che riescono a
rimanere indelebili, grazie anche alla bravura dell’autrice nel saper delineare
le profondità che li animano. Personaggi che avverti come umani, che nutrono
dubbi, paure, incertezze, sogni in cui possiamo benissimo ritrovarci. In
particolare:
- Fanny, primogenita di Mary Wollstonecraft e di Gilbert Imlay, che verrà riconosciuta da Godwin come figlia propria. Fanny è un personaggio che ispira una tenerezza assoluta. Il grande desiderio che smuove le sue azioni è l’essere amata dal padre, essere riconosciuta in tutto e per tutto come sua figlia. Fanny, dunque, fin dall’infanzia muove i suoi passi cercando di ottenere sempre l’agognata approvazione da Godwin, ciò la rende quieta, malleabile, disposta ad accordarsi a secondo dei capricci della famiglia. Fanny è affamata d’amore e lo manifesta con la mansuetudine, ma sotto la superficie placida risiede un tormento che non le da pace, un tormento che la smangiucchia lentamente e inesorabilmente per tutta la vita. Questa giovane donna si dispera perché non assomiglia allo spirito intraprendente della sorella, che pare abbia incarnato tutte le buone qualità della loro madre, e si odia per il suo essere inamovibile. Fanny che passa inosservata e che eppure è colma di sentimenti ardenti che non riesce ad esprimere, non riesce a far sbocciare. Schiacciata dalla solitudine e dall’ombra di una madre che sa di non poter eguagliare. Ho amato come l’autrice riesce a farci percepire la sua figura, a volte anche sui bordi della narrazione, facendoci assaporare la malinconia, l’amarezza e la forza di una giovane donna che non ha avuto amore per se stessa.
- Jane, sorellastra di Mary e Fanny, poi divenuta per scelta personale Claire. Una giovane ragazza che segue le orme di Mary fin da piccola, sempre vista come un modello a cui aspirare. Claire, durante la narrazione, diviene una donna indipendente, assetata di libertà e con la voglia di trovare e scegliere di vivere il proprio futuro.
- Percy Shelley, un personaggio innovativo, sbadato, fanciullesco, allegro che trova in Mary la compagna di vita, a cui appoggiarsi, l’appiglio che lo tiene saldo in una vita girovaga, la certezza di un'amore incrollabile, fedele e necessario.
E durante la narrazione, Mary si dimostra sempre interessata verso il pauroso, leggende legate alla terra e a castelli in rovina, che presentano quell’alone misterioso che permette alla scrittrice di poter errare negli spazi bianchi: immaginando e creando.
Il fascino dell’occulto, il brivido di una paura curiosa viene generata dalla domanda dibattuta sull’esistenza o meno dell’anima per poter rianimare un corpo morto. Tale quesito si insinua nel romanzo e attecchisce con entusiasmo nell’esuberante mente di Mary; ed è proprio così che inizia a dare forma al suo capolavoro.
Nel Il nido segreto vi è tanto amore vivo racchiuso nelle sue pagine, c’è lo struggimento di sentimenti che si muovono lesti e quieti come lo sciabordio delle acque. L’amore, l’impotenza, la gelosia, l’affanno, la morte, la gioia, tutto attraversa il romanzo in modo sublime e si può quasi sfiorare con mano.
Leggere la vita di Mary e di tutte le altre persone coinvolte, con una narrazione limpida, è stata un’esperienza unica e preziosa. Mary ha vissuto moltissimi momenti belli e spensierati, ma la sua vita è stata anche segnata da momenti bui, tristi lutti per la perdita di figli morti troppo giovani, che segna inevitabilmente la coppia. Eppure, la mutevolezza, di cui scrive lo stesso Percy, ha un moto continuo e dunque dopo il dolore e l’apatia torna ad riaffiorare la tiepida felicità tranquilla, il calore dell’amore, che sia una parola vergata, un pianto di bambino, o la mano della persona amata.
Il nido segreto è semplicemente meraviglioso. È stato capace di farmi affezionare a personaggi di cui secoli ci dividono… ma che dei fogli d’inchiostro hanno saputo annullare tale distanza, rendendoli veri e vicino a me.
Per quanto mi riguarda, Mary e Percy me li voglio immaginare così, nel loro nido segreto sul lago di Como, felici, spensierati e insieme.
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