La strada verso Jonestown- Jim Jones e il Tempio del Popolo

 


Autore: Jeff Guinn

Titolo: La strada verso Jonestown- Jim Jones e il Tempio del Popolo

Trama: Negli anni Cinquanta, un giovane ministro di Indianapolis di nome Jim Jones predicava una curiosa miscela di Vangelo e marxismo. La sua congregazione era integrata dal punto di vista razziale e lui era un leader molto apprezzato nel movimento per i diritti civili. A un certo punto, Jones trasferì la sua chiesa, il Tempio del popolo, nel nord della California. Si impegnò nella politica elettorale e presto divenne un leader di spicco della Bay Area. In questa avvincente narrazione, Jeff Guinn esamina la vita di Jones, dalle sue relazioni extraconiugali, all'uso di droghe e ai modi in cui esercitava finte guarigioni ispirate dalla fede, fino alla difficile decisione di trasferire quasi mille dei suoi seguaci in un insediamento nella giungla della Guyana, in Sud America. Guinn fornisce nuovi sorprendenti dettagli sugli eventi che portarono al giorno fatale del novembre 1978, quando più di novecento persone morirono dopo aver ricevuto l'ordine di ingerire una bevanda al cianuro.

Prezzo di copertina: 19, 00 euro


Recensione.

Lasciatemi iniziare questa recensione col dire che si tratterà di argomenti delicati, dunque, procedete con le dovute cautele.
Immaginatevi un gruppo numeroso di persone che si ritira in un luogo sperduto e fonda una comunità per poi attuare un suicidio di massa che sconvolse l’opinione pubblica e non solo. Tante sono le  domande legittime: cosa passava per la mente di questi seguaci, che si fidavano ciecamente del proprio predicatore? Era follia lucida? Fede incrollabile? Inganno?. E che dire del predicatore in sé? Chi era Jim Jones?
Questo corposo e dettagliato volume scritto da Jeff Guinn cerca di far luce sulla vicenda, tentando di analizzare ogni suo anfratto e lasciare al lettore la possibilità di farsi un idea di ciò che sia accaduto. L’autore ha svolto un lavoro fantastico nel riuscire a mettere insieme i vari pezzi di una storia frammentata, un lavoro senza dubbio lungo e faticoso, di cui ci si può farne un’idea già solo nello sfogliare la numerosa bibliografia che è a fine libro. Inoltre, caratterizzata anche da una gallerie di foto significative e d’impatto.
Il volume inizia inserendoci nel contesto storico, sociale e culturale dei genitori di Jim Jones, un padre con problemi dovuti ad una ferita di guerra e una madre un po’ eccentrica che credeva di meritare molto di più. Erano gli anni della Depressione, anni duri e disperati, in cui la famiglia si trasferisce a Lynn, cittadina che rispecchia la propria epoca: priva di segreti, tutti sapevano tutto. La famiglia Jones in questo contesto, spiccava soprattutto per la loro assenza alle funzioni di Chiesa di Domenica.
Il piccolo Jimmy prese presto l’abitudine di frequentare le diverse chiese presenti nella cittadina, e scoprì che gli piacevano i passi religiosi. I nazareni, quaccheri, i medodisti, i discepoli di Cristo, Jimmy le provava tutte. Insomma, appare chiaro, che un bambino ignorato dai genitori cercava l’approvazione da qualche altra parte, e che le funzioni domenicali insieme ad altre persone furono un momento decisivo nella vita del protagonista. Dobbiamo anche porre attenzione ad un altro fatto di non poco conto: ovvero che la madre ha sempre inculcato in Jim la credenza di essere destinato ad essere qualcuno di importante. Jim cresce con questa consapevolezza e la metterà a frutto.
Tra le pagine e i vari resoconti appare chiaro che Jim era abile nell’incantare con le parole, un’arte che affilò insieme alla manipolazione sottile nei confronti degli altri, al saper gestire la metratura che può avere una verità e soprattutto come venir percepiti dagli altri. Tutte caratteristiche fondamentali che lo porteranno a diventare il Padre della chiesa da lui fondata, il Tempio.
Ma facciamo qualche passo indietro. Nel 1954 Jones fondò la chiesa “Community Unity” a Indianapolis, una chiesa inclusiva aperta a tutti, caratterizzata da sermoni appassionanti, strabilianti guarigioni; insomma in poco tempo il successo di Jones cresce a vista d’occhio.
Ed è proprio questo l’inizio del percorso che porterà alla nascita del “Il Tempio del Popolo” che attirerà sempre più seguaci, riuscendo anche a compiere una parvenza di socialismo desiderata fortemente da Jones, ovvero accogliere una moltitudine di gente senza distinzione, poter dare da mangiare agli affamati e procurare lavoro attraverso la gestione di altre imprese acquistate. Pian piano, il Tempio costruisce la sua base solida, caratterizzata da tante persone che desideravano aiutare il prossimo. Unirsi al Tempio sembrava una proposta allettante.
Guinn analizza questa controversa figura, mostrandoci come Jim Jones era abile nell’apprendere anche da altri, sistemando le proprie sbavature, imparando a diventare un leader capace di affascinare e incuriosire le masse. Ad esempio, prese spunto anche da “Father Divine” un altro predicatore controverso dell’epoca, fu proprio da lui che prese l’idea di farsi chiamare Padre dai propri accoliti.
Un’altra riuscita eccellente di Jones fu quella di riuscire a cavalcare il vento del cambiamento e saperlo effettivamente promuoverlo. Attraverso l’integrazione e il sostegno, unita a delle fantomatiche profezie che si amalgamavano bene alle necessità del periodo; come quando puntualizzava a come salvarsi da una guerra nucleare che sarebbe sicuramente accaduta. Era il periodo della Guerra Fredda, dove la minaccia dell’Unione Sovietica era qualcosa di stabile dentro ogni famiglia americana, e che dunque le parole del predicatore riuscivano in qualche modo a stuzzicare. Ormai siamo consapevoli che Jones sapeva sfruttare bene il momento propizio per far leva sulle altre persone.
Il ritmo narrativo è implacabile nel narrarci gli eventi che porteranno alla popolarità Jim Jones, ma allo stesso tempo gettare intorno un’inquietudine che si inizierà a manifestare delicata, lenta, quasi impercettibile che via via si farà più pressante e soffocante. Ai nostri occhi, occhi contemporanei, tutta la vicenda si veste di assurdità e incredulità, ma l’autore abilmente cerca di farci vedere ogni sfaccettatura di questo caso. Ricordiamo che non è un qualcosa che accade subito, ci vorranno decenni per portare queste persone nella infausta Jonestown, agli eventi che sappiamo. Eppure, il sapere dove condurrà tutto ciò, non può che lasciarci in bocca una sensazione amara.
Tornando a Jones, riesce a superare tutte le crisi che deve fronteggiare il suo movimento, nel frattempo, diviene sempre più paranoico nei confronti di chi gli sta intorno. Siamo agli inizi degli anni Sessanta dove Jim torna dalla completa disfatta della sua missione in Brasile ed inizia ad attuare una chiara separazione tra la sua fede e la Bibbia. È uno dei primi momenti di svolta che condurranno ad una fine tragica, arrivando a proferirsi vera espressione di Dio sulla Terra e che dunque è esente da qualsiasi sbaglio. È solo l’inizio reale di qualcosa che non va, si inizia ad avvertire un brivido d’inquietudine che si rende manifesto ad un occhio attento, ovvero quello del lettore.
Successivamente sposta la sua Chiesa in California, e qui la grandezza del suo grande sogno dovrà fare i conti con la realtà, la comunità di Redwood Valley era molto conservatrice e non vedeva di buon occhio le proclamazioni infervorate di Jones e il socialismo in cui credeva.
Tuttavia, il Tempio riesce a stabilire una solida base finanziaria che cresce di pari passo con la pesante teatralità di Jones. Adesso, si poteva acquistare una sua foto benedetta da lui stesso per “salvarsi” da una tragedia che sarebbe sicuramente arrivata, giusto per citare una delle più assurde strategie messe in atto dal leader. Così come iniziano a diventare surreali ed eccessive le richieste che fa ai propri adepti: lavorare per lunghi periodi di tempo, senza tener conto del loro effettivo lavoro, fare ronde notturne per intercettare i numerosi nemici, non uscire e familiarizzare con delle persone estranee al Tempio, non bere alcolici e fare uso di droghe, non sprecare tempo per le loro esigenze personali. E soprattutto, spiare gli altri membri per carpirne debolezze e dubbi. Ma non solo.
Jim Jones iniziò a far coincidere i propri desideri personali con il “bene superiore” costringendo l’intera congrega a soddisfare ogni minima cosa. Le bugie iniziano a costruire il castello di carte. Fu per il bene superiore che inscenò finte guarigioni, che prese un’amante adepta. Quello che Jim voleva lo prendeva. Non contemplava neanche l’idea che qualcuno come lui potesse essere in qualche modo rifiutato.
L’autore è metodico nel delinearci la vita di Jim Jones, cercando di essere più chiaro possibile e avvolgendoci in una narrazione che rasenta il verosimile, eppure dobbiamo ricordarci è qualcosa davvero accaduto. Possiamo assistere, attraverso le numerose informazioni presenti nel libro, a come Jim Jones da giovane predicatore lentamente si disfa, lasciando cadere la maschera di bontà e lungimiranza che attira le masse. Diviene il manipolatore che usava l’inganno, la violenza, la paura, senza nessun rimorso, piegando vite e persone al proprio volere.
Guinn ci porta nel dietro le quinte, viste dal vivo da una cerchia ristretta di seguaci, quando i riflettori si spengono e la maggioranza del pulpito va via ancora ammaliata. Rimane solo un uomo, capace oratore sì, ma anche manipolatore, egocentrico e indolente. E soprattutto con un potere persuasivo che riesce a sfruttare bene; un uomo che non si fa problemi a sfruttare gli altri e a dettare una nuova moralità che si amalgama bene ai desideri del proprio leader.
E se si contestava apertamente ciò che diceva Jim Jones? Beh, in quel caso la maschera del leader gentile e affabile scivolava via e si mostrava la rabbia e l’indignazione di essere accusato di mentire, insomma di essere posto in qualche modo nello stesso gradino di un uomo normale. Il Padre non mente mai, non può. Mettere in discussione ciò che dice il Padre è dubitare sulle fondamenta stessa della chiesa. In poche parole, inaccettabile.
E noi lettori assistiamo alla crescita smisurata del potere di Jones ma anche al suo lasciarsi andare in una spirale sempre più contorta. Ormai certi campanelli di allarme non possono essere evitati. Si interessava degli oppressi e cercava di abbattere diverse differenze socio culturali… ma quando il potere e prestigio diventarono considerevolmente più consistenti, Jones, si lasciò andare alla sua meschinità, alla sua cupidigia, al suo accrescimento personale. Proprio perché era riuscito a conquistare una fetta di potere non voleva lasciarlo andare; dunque, diventò paranoico e passò ad un controllo sistematico dell’intera chiesa: punizioni corporali, riunioni per fare e ricevere critiche. Non solo, dipendente da droghe e antidolorifici, usò i soldi del Tempio per il proprio tornaconto: viaggi privati, diversi conti privati intestati a lui e ad altri membri della sua famiglia. Ovviamente la maggioranza dei membri del Tempio non sapeva assolutamente nulla di tutto ciò.
E qui ci avviciniamo, secondo me, ad un altro punto critico di svolta. Dopo il “tradimento” avvertito dalla banda degli otto, ovvero giovani studenti che criticarono i dettami della chiesa e se ne allontanarono, in Jones inizia a maturare un’idea, probabilmente stagnante da un po’: quella di trovare un luogo isolato in cui poter costruire la propria comunità ed essere lasciati in pace da influenze esterne. Insomma, un luogo in cui la fedeltà del proprio leader sarebbe stata decisamente più difficile da contestare. Ed è proprio verso il 73’ che inizia ad inserire nei suoi lunghissimi sermoni una sorta di “terra promessa” in cui poter andare a vivere.
E per questa terra promessa verrà scelta la Guyana in quanto soddisfaceva diversi criteri essenziali: innanzitutto, era l’unico paese del Sud America ad avere come lingua nazionale l’inglese, possedeva una posizione assai strategica e il fatto che la maggior parte della sua superficie era coperta da una fitta giungla, il che rendeva difficile gli spostamenti. Non solo sarebbe stato difficile abbandonare tale luogo isolato ma sarebbe stato ugualmente complicato per persone esterne raggiungere tale luogo.
Questo sogno, ovviamente, costava parecchio. Jones esigette dai propri membri numerosi fondi, chi aveva delle polizze assicurative sulla vita doveva versarle al Tempio, una percentuale del proprio stipendio doveva essere dato al Tempio insieme ad atti e beni degli adepti. Inoltre, venne chiesto anche sostegno esterno per contribuire alla fondazione di questa nuova missione agricola.
Nacque Jonestown, dove i primi coloni lavorano duramente per dargli una forma. Diverse sono le testimonianze che raccontano i primi anni di questa missione agricola. La vita era dura e faticosa ma c’era anche un bel senso di comunità e condivisione, la gente lavorava sodo e si riuniva la sera per trascorrerla insieme. Ovviamente questa placida quiete finì quando giunse lo stesso Jones in comunità.
Il leader del Tempio affrettò il viaggio verso il Sud America il giorno prima di una temibile pubblicazione della testata New West, dove i giornalisti incaricati facevano, finalmente, luce su alcuni punti oscuri che vestivano e celavano la figura del Padre. Così l’opinione pubblica inizia a sapere delle manovre per ingraziarsi i politici, il controllo della Commissione della Pianificazione, un organo interno del Tempio fondamentale per i desideri del proprio leader, come i disertati del Tempio venivano lungamente perseguitati dagli altri membri per convincerli a tornare o per far si che non venissero divulgate informazioni sensibili. Fuoriescono con una potenza inaudita: abusi fisici, psicologici, frodi, documenti in cui si cedeva la gestione dei propri figli per farli crescere in comunità; queste voci si uniscono e chiedono a chi di competenza ad investigare.
Ma Jones era già in viaggio, credendosi al sicuro. E insieme al Padre arrivarono anche il grosso dei membri, appena si giungeva a Jonestown venivano confiscati passaporti, gioielli e qualsiasi altro bene di valore.
Da qui in poi gli eventi precipitarono velocemente. La battaglia legale per riavere John Victor, uno dei bambini tenuti a Jonestown (figlio naturale di Jim avuto con un’adepta). I Concerned Relatives tentarono di riprendersi i propri figli o parenti, mandando lettere al Congresso evidenziando come a Jonestown si violassero i diritti umani. A questo punto Jim Jones era oltre la paranoia, faceva circolare guardie armate nel campo, avvertiva gli abitanti della comunità attraverso megafoni che presto qualcuno sarebbe venuto a fargli loro la guerra. Nemici, spie e cospiratori erano ovunque. L’atmosfera è agitata, delicata ed estremamente ingarbugliata. Ricordiamo che gli abitanti di Jonestown non sanno cosa sta accadendo in America, credono quello che dice loro il proprio Padre, una figura che li guida da anni. Ma il leader è deteriorato, farnetica per lunghe ore, costringendo i membri del Tempio ad ascoltarlo su lunghe panche fino a notte fonda.
Piccoli avvenimenti che ci portano a quel tragico, triste ed oscuro giorno di Novembre del 78’. Il fattore scatenante del suicidio-omicidio di massa fu la perdita di potere che il leader, Jim Jones, non poteva assolutamente accettare.
Accadde tutto velocemente, gli assassini sulla pista e la decisione di un grande suicidio di massa per morire “liberi”. Spezzoni di quei terribili momenti sono registrati dai nastri collegati al microfono nel punto di raccolta della comunità, deliri che non avevano tanto senso logico ma che riuscivano bene nell’intento di spaventare gli adepti.
Jones aveva instaurato così tanta paura e preoccupazioni nelle menti dei suoi adepti che quando proclamò che un nemico, non ben definito, sarebbe presto giunto lì per massacrarli…la maggior parte dei presenti gli credette. La morte per cianuro, non è per nulla pacifica come invece si premurava di rassicurare Jones; e quando i primi iniziarono a contorcersi in preda ai dolori, diverse furono le persone che iniziarono a dubitare, tentennanti. Qualcuno riuscì a fuggire, molti si opposero a ciò che stava accadendo ad una velocità fin troppo sorprendente, e allora li costrinsero. Dopotutto, il messaggio finale di Jim Jones avrebbe perso d’impatto se non fossero morti tutti.
Ancora oggi si dibatte su ciò che accadde quel giorno e gli eventi che lo precedettero. Davvero, nessuno si accorse del potere che Jones riusciva ad esercitare? Nessuno vide la pericolosità di qualche suo gesto? La colpa venne rimescolata, incapace di trovare una sola persona a cui poterla affibbiare e far scontare in nome della giustizia.
Guinn evidenzia bene come il successo inspiegabile di questa controversa figura sia anche dovuto alla sua grande capacità di saper instaurare un legame emotivo con l’altro. Dai documenti che ci arrivano è una delle cose che salta subito all’occhio: bastavano pochi minuti con Jim Jones e ti convincevi di avere di fronte una persona incredibile, che riesce a mostrarti un’empatia fuori dal comune.
Credo che molte persone si siano lasciate “ingannare” per l’atmosfera gioiosa che il Tempio aveva saputo costruire, la capacità di farti sentire speciale, amato, parte di qualcosa di importante. Qualcosa che era proteso a fare del bene, ad appiattire le disuguaglianze, a cercare di creare un luogo, un’economia, un esempio di un paese migliore. E al centro di tutto c’era la grandissima abilità del leader: elencava catastrofi imminenti, un governo che non aveva a cuore i diritti dei propri cittadini e faceva intuire, invece, che nel Tempio sarebbero stati apprezzati. Il Tempio svettava come la salvezza finale in un mondo che stava andando allo sbando. Nel Tempio ci si prende cura l’un l’altro, nel Tempio i propri bisogni contano. Si tacevano le bugie, le violenze, i retroscena che avrebbero, senz’altro, guastato la percezione che Jones voleva che il Tempio avesse.
Jim Jones rimane una figura controversa e contraddittoria a cui Guinn ha saputo darci una visuale completa degli avvenimenti, e qualche sprazzo di ciò che accade dopo, la inevitabile fine del Tempio, all'odio verso i membri restanti, il disprezzo che molti dovettero subire, la paura collettiva instaurata. Agli amanti del genere invito caldamente a leggere in prima persona il ricco volume. 


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