Monarch. Gunsight saga vol V
Autrice: R. A. Eller
Titolo: Monarch. Gunsight saga vol V
Trama: Ci sono lavori che non concedono pause, tantomeno distrazioni. Ci sono ruoli che non possono essere ceduti e navi da condurre in porti sicuri anche in caso di tempesta. Ed è proprio questa che sta per abbattersi sulla vita di Mike, ed è forse la tempesta peggiore della sua vita. Come un'oppressiva maledizione, proprio quando sembra che ogni pericolo sia scampato, tutto inizia a sfaldarsi. Eventi all'apparenza banali si rivelano enigmi senza risposta e l'ombra di un minaccioso nemico torna a oscurare il sole. Con quest'ultimo adrenalinico episodio, la saga di Gunsight trova il suo epilogo. Tornano vecchie conoscenze e c'è spazio per le nuove leve che porteranno una ventata di aria fresca tra le fila di un team ormai rodato. Reggetevi forte: la fine è arrivata, più esplosiva che mai.
Prezzo di copertina: 16,00 euro (disponibile anche versione kindle a 4,99 euro)
Recensione.
Lo dico subito, concordo con il warning dell’autrice ad inizio libro “siete ancora in tempo e fermarvi ad Almàs”. Sì, perché Monarch è piombare in un incubo reale, scoperchiare terrori freddi e un’ansia che non si riesce a far sfumare. Non sto scherzando e non sto nemmeno esagerando.
Monarch è il pericolo ultimo, a livelli che non riusciamo nemmeno ad immaginare. Monarch è qualcosa di implacabile, cupo e violento che ti avvolge nella sua spirale. E non sai come uscirne: che nessun dorma.
Monarch è l’ultimo volume della serie Gunsight (trovare le recensioni dei precedenti volumi sul blog. Qui vi lascio la recensione del primo volume), ed è subito un inizio turbolento (per il mio povero cuore, sigh), infatti a Mike sfuggono i suoi ricordi.
Sì, avete capito bene, Mike dalla memoria infallibile adesso ha dei vuoti apparentemente inspiegabili. Si sente proprio che siamo alla fine di questa meravigliosa saga, è un passaggio che sancisce definitivamente la chiusura quasi poetica: Mike mnemonista che era riuscito a memorizzare una complicata lista di codici in un hotel ad Istanbul dà l’inizio a Gunsight, primo volume; il Mike che non ha più controllo sulla sua memoria dà inizio all’ultimo volume, di fatto concludendo la serie.
Ci sono tanti altri elementi che tornano per chiudere il cerchio, che non dirò per evitare spoiler ma i lettori della saga non avranno difficoltà a capirli ed emozionarsi.
L’emotività che scoperchia questo volume finale è inesprimibile! Non solo perché affrontiamo un Mike umano, con tutto l’ingombrante bagaglio di traumi che si porta dietro, insieme ad una irrequietudine che non riesce bene ad acquietare; c’è una consapevolezza che sa di struggente melanconia mentre si leggono queste pagine e una nostalgia calda ti agguanta. Basta un dialogo, un cenno a qualcosa di precedente, e sorridi pensando agli old (but gold!) days di questi personaggi.
La narrazione è precisa e articolata, come il mirino di un cecchino: non ci lascia scampo. Sinuosa, densa, adrenalinica, scorrevole in modo preoccupante, terrorizzante e incredibilmente emozionante. Insomma, per citare qualcosa in stile Mike, direi che la narrazione è come bere un bicchiere di Macallan, di cui avevi bisogno, che brucia e fa bene... ma che ti lascia terribilmente assetato, e allora bando alle ciance e lo riempi di nuovo. Arriverai al fondo della bottiglia senza neanche rendertene conto. Monarch è così, le pagine si divorano sole.
Nei precedenti capitoli ho paragonato la scrittura di Eller ad un film d’azione in cui riesci ad immaginare ogni singolo fotogramma, allo strappo che senti mentre precipiti da un’altezza ragguardevole, alla danza nostalgica e pregna di non detti di una ballerina... bene, Monarch è tutto questo ma anche di più. È qualcosa di rapido che colpisce quando meno te lo aspetti, è complesso come codici criptati, è un rombo che preannuncia una tempesta terribile che coprirà altri angoscianti spari. Sono occhi viola che luccicano di promesse letali e furiose. E il suo ritmo è sempre ferrato, stringente, come un cappio intorno al collo, si allenta giusto il tempo di farti prendere fiato per poi serrarti nuovamente.
Confesso che giravo le pagine con un’ansia frenetica, perché se c’è una cosa sicura sulla saga è che non si può mai stare troppo tempo tranquilli, e infatti...
Un'inquietudine serpeggia tra le pagine. Il prologo ci ha gettati un secchio gelato addosso, e sebbene i primi capitoli cerchino di stemperare un po' questo malessere non ben definito, esso rimane. Avanza, inesorabile come le lancette di un orologio. Il tempo stringe... ma per cosa?
Al centro di questa frenetica e disperata corsa, c’è proprio lui. L'uomo che abbiamo imparato a conoscere e ad amare. Fotografo. Contractor. Infiltrato. E adesso Monarca, imbattibile con Zaratan, il data center sempre in movimento, il cuore pulsante dell'ormai disfatta Tetrarchia.
Ma... forse è proprio qui che si complica la situazione. Troppe cose importanti, equilibri da mantenere, decisioni ardue da prendere. Un sottile e complicato castello di carta che inizia a crollare nel momento in cui non puoi più fidarti di te stesso. Ed è proprio questo che inizia a succedere a Mike.
Incomincia in modo insidioso per non far destare sospetti, per poi mandare in caos i personaggi. E noi lettori con loro.
Mike perde gli equilibri, la sua ancora e il suo obiettivo. Diventa tutto pasticciato, tutto confuso. Dopotutto, per far crollare un Monarca ci vuole tanta pazienza, svestirlo del potere e gettarlo in una fredda impotenza, che colpisce il lettore come una bruciante scudisciata. Farlo cadere in un tranello organizzato nei minimi dettagli e rendersene conto solo quando è troppo tardi. L’amarezza ci pervade, insieme alla disperazione e impotenza mentre assistiamo a scene strazianti.
Questo volume finale accompagna noi lettori con l’angosciante consapevolezza di star camminando dentro una trappola, e ci ritroviamo incapaci di staccare lo sguardo dalle pagine, pur sapendo che sarà un percorso travagliato... solo che non abbiamo ancora bene idea della sua portata. Dico solo che sarà ad ampio raggio.
Stavolta di fronte non abbiamo un nemico che può essere abbattuto facilmente, non uno Strathmore, non la Tetrarchia, non Amos, non il proprio mentore. Esiste un nemico sfuggente ed immateriale, che diventa minaccioso e terribile ad ogni nuovo, agognato, passo. Annienta la volontà di una persona, rendendola un quieto burattino pronto ad essere utilizzato.
Un complotto dalle diverse pieghe e sottintesi si inizia a srotolare di fronte a noi, ed è spaventosamente brillante. Le falle nel sistema sono tante e hanno agito indisturbate per tanto tempo. TROPPO.
I re sono destinati a cadere, ci avverte la stessa autrice. Beh, sì...ma non se ne vanno in silenzio.
I re sono destinati a cadere, ci avverte la stessa autrice. Beh, sì...ma non se ne vanno in silenzio.
Le emozioni agguantano il lettore con una potenza indicibile. Ho smesso di contare quante volte io abbia avuto la pelle d’oca leggendo questo volume. Ma non solo, una paura che ti fa spalancare gli occhi per i nostri personaggi, occhi lucidi per certi momenti devastanti, l’amaro in bocca di fronte a terribili ingiustizie, dolore. Una distruzione che pesa nel cuore. A cui segue l’euforia, voglia di riscatto per la squadra che torna in pista.
E di nuovo, scopriremo come vendetta e giustizia siano due lati della stessa medaglia, che in questo volume gira frenetica... senza mai fermarsi. La violenza che permane tra le pagine rende tutto ancora più affilato. C'è una cupezza che inonda l’intera atmosfera del romanzo e che veste anche i suoi personaggi.
E di nuovo, scopriremo come vendetta e giustizia siano due lati della stessa medaglia, che in questo volume gira frenetica... senza mai fermarsi. La violenza che permane tra le pagine rende tutto ancora più affilato. C'è una cupezza che inonda l’intera atmosfera del romanzo e che veste anche i suoi personaggi.
Credetemi quando vi dico che l’impatto emotivo (e psicologico) di questo volume è devastante. Non solo perché ha una storia intensa scritta con la medesima intensità, ma anche perché conosciamo i suoi personaggi. Abbiamo imparato a conoscerli, apprezzando e odiando le loro sfumature. Quello che sta accadendo loro ci impatta cento volte di più del normale.
E vogliamo spendere due parole sulla bravura prodigiosa di ricerca della scrittrice? (ci sono alcuni progetti che sono andata a googlare perdendoci ore). E soprattutto della sua grande capacità di immergersi nei personaggi e caratterizzarli in maniera impeccabile, riuscendo a comunicarci bene le loro ombre e luci, il loro background anche con una singola sentenza.
Un applauso soprattutto per essere riuscita a descrivere ciò che accade a Mike in modo così realistico e vivido che non fatichiamo ad immaginarlo, le descrizioni sulla sua coscienza, sulla sua resistenza e arrendevolezza, dei lampi veloci e degli orribili blackout. Ma non solo, ho riso tantissimo anche quando non avrei dovuto, forse.
Un applauso soprattutto per essere riuscita a descrivere ciò che accade a Mike in modo così realistico e vivido che non fatichiamo ad immaginarlo, le descrizioni sulla sua coscienza, sulla sua resistenza e arrendevolezza, dei lampi veloci e degli orribili blackout. Ma non solo, ho riso tantissimo anche quando non avrei dovuto, forse.
L'autrice riesce a stemperare la tensione in una frase per poi aggredirti nell’altra.
Questo è puro talento messo all’opera.
Come ho già detto, ritroviamo molti personaggi amati della saga (non dimenticatevi di leggere le Oneshots!) e ci imbattiamo anche in nuovi personaggi promettenti, tra cui Peyton. Ironica, intelligente, capace e davvero così mikese (sì, ho appena inventato una nuova parola). E l’accoppiata tra Little Pony e Casper...ehm, intendevo dire PeyPey e Cassian è fantastica; aggiungono nuova linfa vitale all’intero ritmo.
Tra i personaggi storici, invece, come posso non parlare di LEI? Jericho, Cekan delle cinque dita, Gunsight, Red Velvet, Jade in tutto il suo splendore. Risulterò ripetitiva ma questa donna è un concentrato di meraviglia e pericolosità. Una forza che non si abbatte ma si schianta con una potenza indicibile, sassy, incredibilmente capace, che è riuscita a fare un percorso assurdo dal primo romanzo. Ed ogni libro riesce sempre a sorprenderci e farci ancora più innamorare di lei.
Se tutto il romanzo è sembrato un viaggio selvaggio e senza freni, preparatevi: le ultime cento cinquanta pagine sono inaspettate, folli, impensabili.
Tutto sembra perduto, e forse lo è. Ma abbiamo imparato a conoscere i nostri protagonisti, il loro ingegno, la loro letalità...dunque, cosa fa il nostro Monarca quando è nei guai? Beh, tira fuori dal mazzo la sua carta nascosta. La sua carta vincente, su cui ha scommesso tutto.
Tra i temi fondamentali del libro troviamo il potere che gioca un ruolo predominante. Ci vuole potere per avere pace e sentirsi sicuri, ci vuole potere per poter avanzare sulla scala sociale, ci vuole potere per soddisfare determinati impulsi. Il potere ha infinite sfaccettature che richiamano molti per le ragioni più disparate, e in questo libro vedremo diversi personaggi desiderosi di agguantare e mantenere il potere per ragioni poste agli antipodi. E per il potere si è disposi al caos, al sacrificio, alla violenza, all’assoluzione.
E al potere troviamo un altro tema strettamente connesso, che si avviluppa intorno in modo quasi sensuale. Un sussurro che non riusciamo a toglierci dalla testa, una carezza lieve che promette molto di più: la vendetta. Un qualcosa che può aiutarti a tenerti in piedi o a sprofondare nel più buio degli abissi.
La vendetta è stato un moto centrale in tutta la saga Gunsight e di alcuni dei suoi personaggi indimenticabili (sì, avete pensato tutti al diamante di Bolshoi, lo so).
Ma il fulcro pulsante di tutto è saper dare importanza alle cose giuste. L'amore e l’amicizia collegate da un sentimento forte che riesce a ribaltare anche le situazioni più disparate: fiducia e lealtà. E in questo volume ce ne vuole tanta di entrambi. Infatti, i nostri personaggi non arretrano anche se avrebbero tutte le ragioni dalla loro parte. Ma la famiglia, quella che si sceglie e quella che si costruisce, non abbandona. E si farebbe tutto per essa. Lo dimostrano, ognuno nel loro peculiare modo, Mike, Jade, Jim, Kyoden...
Non riuscivo a staccarmi da questo volume, era il mio chiodo fisso per l’intera giornata e poco importava se facessi notte per poterlo leggere. Non lo dico alla leggera quando affermo che questa saga provoca dipendenza e prende dimora nel cuore.
Il finale è perfetto in quanto è in linea con l’intera saga, niente di addolcito. È un finale sofferto, sudato e meritato dai nostri personaggi.
Mi guardo indietro e constato con orgoglio quanta strada abbiamo percorso. Soprattutto loro: il fotografo dell’Alabama e una killer a pagamento; l'autrice; noi lettori, che l’abbiamo seguita in questa strada pazzesca fatta di divertenti soste, salti all’indietro e sterzate pericolose.
Siamo giunti alla fine. Scrivo queste parole con un groppo in gola che non vuole andare via. È inesprimibile l’amore per i personaggi e la loro storia adrenalinica.
Non dirò che Gunsight è una serie che si è migliorata con il tempo, perché non sarebbe vero. La verità è che è stata perfetta dal primo volume. Si approfondisce e si allarga ad ogni capitolo? Certo, ma Gunsghit non ha mai avuto sbavature da sistemare per me.
L’autrice è riuscita a darci qualcosa di unico e prezioso, racchiuso in tante pagine che ci conducono in un viaggio a dir poco pazzesco. Divertente, triste e dannatamente pericoloso, e probabilmente ci piace così tanto proprio per questo: per il suo saper gestire tutto, in modo magistrale. Non si sarà più gli stessi dopo aver vissuto questi volumi.
Un grazie va alla sua creatrice. Grazie dell’impegno, della costanza e soprattutto di non essersi mai persa d’animo nel regalarci una di quelle storie che rimangono dentro. Indelebili.
Sono certa che la scrittrice avrà tante altre storie nuove e personaggi che devono essere ancora scolpiti in serbo per noi. Aspetteremo con l’incrollabile certezza che riuscirà nuovamente a conquistarci. Ogni singola volta.
Commenti
Posta un commento