Atalanta



Autrice: Jennifer Saint

Titolo: Atalanta

Trama: Quando il sovrano di Arcadia vede nascere una figlia femmina, anziché l’erede maschio che tanto desiderava, la sua decisione è immediata: la bambina sarà abbandonata a morire sulle pendici di una montagna. Ma il destino ha in serbo ben altro per la piccola Atalanta, che prima viene salvata e allevata da un’orsa e poi, una volta cresciuta, viene scelta dalla dea Artemide per vivere nella foresta insieme alle sue ninfe. La giovane diventa così un’abilissima cacciatrice, forte e veloce quasi quanto Artemide stessa. Scoprendo che un equipaggio di eroi, gli Argonauti, sta per imbarcarsi in una missione impossibile alla ricerca del vello d’oro, la dea decide di inviare Atalanta in suo nome, con un unico avvertimento: se si sposerà, condannerà la sua esistenza alla rovina. Ma la ragazza non teme alcuna sfida, ed è pronta a lottare contro il disprezzo dei suoi compagni di viaggio e del loro capo, Giasone, per dimostrare che anche le donne meritano di diventare leggenda.

Prezzo di copertina: 19,90 euro.

Recensione.
 

Atalanta, donna, cacciatrice, argonauta, guerriera, leggenda. Un nome che a fine lettura riesce ancora a provocarmi fitte di emozioni indescrivibili. 
Una protagonista incredibile e fiera che attraverso queste pagine riusciremo ad incontrare, a conoscere e amare. Questo romanzo si insinua dentro di noi con una facilità sorprendente
La sua meravigliosa storia ha una risonanza che impatta la nostra realtà: non sei sola. Sei forte, non dimenticarlo. 
Preparatevi ad un viaggio pazzesco che ci condurrà ai confini del mondo conosciuto, nel regno della Colchide, incontreremo pericoli, insidie e qualcosa di certamente inaspettato, ma la nostra cacciatrice si erge indomita su ogni piccola sfida nel suo cammino. 
Il prologo riesce già a farci assaporare la piena narrazione dell’autrice, potente, vorace e spigolosa. Mi piace moltissimo che a raccontare la vicenda sia la nostra protagonista stessa, in prima persona. Come se volesse confidarci un segreto, una storia lasciata troppo a lungo in penombra, oscurata dalle gesta risonanti di altri eroi. 
Atalanta esce dall’anonimato, come se si fosse stancata di essere sempre raccontata e modellata da altri. Ed ecco che l’eco di Atalanta giunge a noi con una sicurezza che rimbomba ad ogni passo compiuto. È giunta l’ora di spezzare il velo ed ella stessa sembra volerci dire: guardatemi
Questo libro detiene una potenza arcana tra le sue pagine che riesce a trafiggere il lettore con la sua vividezza. 
La narrazione è piena, intensa, capace di trasportarci sulla scena in maniera sfolgorante. C'è una densa delicatezza nell’apprendere le emozioni più recondite di Atalanta. Lo stile dell'autrice è pulito, non pone mai un'accento forzato sulle emozioni della nostra cacciatrice, rendendola di impatto.
Seguiamo la vita della protagonista, fin dal rigetto della sua famiglia solo per essere nata donna. Ma dalle prime battute possiamo percepire quanto Atalanta sia resiliente. Allevata dagli orsi e poi presa sotto l’ala protettiva della dea Artemide, che la conduce nel cuore del suo bosco sacro, l’unica condizione per poter vivere lì dentro è non essere mai toccata dagli uomini. 
Qui cresce insieme alle ninfe, libera, protetta e selvaggia a stretto contatto con la natura. Impara ad usare l’arco, addestrata dalla dea stessa, che la giovane Atalanta vuole sempre compiacere. In questa prima parte del romanzo il ritmo narrativo si addolcisce, addensandosi in modo idilliaco. 
Riusciamo ad avvertire la quiete pace di questo piccolo universo femminile, fatto di bellezza, complicità ed energia. Una spensieratezza che sa di ruscelli pieni, risate cristalline, che ha il colore delle verdi foglie sfiorate dal sole, dove le sue abitanti si rincorrono tra i boschi sapendo di appartenere ad un luogo e ad una dea. 
Gli anni passano e Atalanta cresce, diventando più veloce, forte, intrepida. C'è una bramosia inspiegabile che la pervade, che non la fa stare ferma in cerca di qualcosa. Ed è proprio Artemide che la incita ad uscire fuori dai contorni della foresta per avventurarsi nel mondo. 
Per imbarcarsi nell’impresa di un gruppo di eroi che aspirano a divenire leggenda. Atalanta, la campionessa di Artemide, dovrà salire su Argo e prendere parte all’avventura che attende gli Argonauti riuniti con la benedizione degli dèi per riuscire in un'impresa impossibile: rubare il vello d’oro, nel regno della Colchide, protetto da un serpente ed intriso della magia di Eete, figlio del dio Sole. 
Inizia così il viaggio di Atalanta, che porta con sé il ricordo freschissimo della foresta e delle sue abitanti con la promessa di tornare a casa, da Artemide. Appare ancora lontana e inconsistente la cappa oscura della profezia dell’oracolo di Adelfi: il matrimonio sarà la sua rovina. 
Le sfide per la nostra protagonista iniziano subito. Viene vista come qualcosa di minore solo per il fatto di essere donna. Ma lei non ondeggia, consapevole di avere pari valore agli altri argonauti e scalpita per poterlo dimostrare. 
La vita di bordo è costellata da nomi leggendari: Eracle, Orfeo, Castore e Polluce, Giasone, Peleo. Tra i compagni c’è anche Meleagro, figlio del dio Ares, che l’ha sempre trattata con disinvoltura e rispetto fin dal loro primissimo incontro. 
L'ostilità degli eroi, semidei e reali riuniti sulla nave Argo trafiggono incessantemente Atalanta, che non può mostrare nessuna debolezza, come a volerle ricordare lapidariamente che il suo posto non è lì con loro. 
La narrazione qui diviene corposa e ribolle, come acqua salmastra pronta a schiantarsi con violenza.
L'autrice riesce a farci avvertire tutto con una leggerezza tagliente che ci scuote nel profondo, come se fossimo Atalanta in persona: l’euforia dei primi passi compiuti, il dolore alle spalle per il tanto remare, l’ondeggiamento della Argo mentre fende le tempeste, inarrestabile. 
Lentamente Atalanta, con la sua forza e capacità di rimanere salda, riuscirà a scalfire il rispetto di alcuni degli Argonauti, dimostrandosi uguale a loro in capacità, destrezza e furia. 
Con lei, noi lettori, assaporeremo il nettare splendente dell’euforia di un combattimento, il sapere di essere vincitori. La certezza di stringere una freccia tra le mani, saperla incoccare con un’abilità che ci riempie di orgoglio. La rabbia che la incendia nel sentirsi sottovalutata e la fredda sicurezza di non lasciarsi mettere da parte. 
Il viaggio verso la Colchide, ai confini del mondo conosciuto, sbroglia molte delle insidie ancorate sul loro cammino. Nel mentre Atalanta scopre desideri del suo corpo di cui ignorava l’esistenza e sentimenti complessi che nella foresta non era riuscita mai ad afferrare a pieno: la crudezza del mondo in cui si muove l’uomo, egoista e violento; i morsi della fame; la desolazione di un luogo; la dolcezza quasi nauseante di fiori galleggianti che abbelliscono il palazzo di Lemmo. 
C'è un brivido di bellezza inesprimibile nel fissare l’orizzonte mentre si è cullati dallo sciabordio delle onde e dal chiacchiericcio rumoroso dei suoi compagni, unite alle rilassanti musiche di Orfeo. Anche noi, ormai, siamo totalmente immersi nella vicenda, dove c’è trepidazione e magia. 
Ah, la magia che volteggia dentro questo libro! A volte è palpabile e si può quasi sfiorare, ma la maggior parte delle volte è più impercettibile, dove gli occhi di Atalanta riescono comunque a catturarne un prezioso luccichio.
Sembra lontanissima la foresta. 
L'autrice ci conduce in un’avventura dal sapore ricco e vellutato di miti, isole pregne di leggende e pericoli, astuzie, inganni, giganti, arpie e i temibili uccelli di Dia. Ma non solo, quest’impresa è anche costellata da momenti di dolore ed incertezza, dove la morte e la tragedia si addensano sugli Argonauti.
La vicenda scorre e noi ne siamo catturati dalla sua tela, il ritmo narrativo piacevolmente scorrevole e la curiosità di saperne di più sul viaggio e su cosa farà Atalanta ci spinge a divorare pagine su pagine. 
È importante anche capire come il viaggio non sia solo un’impresa di valore per la nostra protagonista, è assaporare una libertà che non aveva mai compreso quando girava nei bordi circoscritti della foresta. Qui scopre il desiderio, la violenza, il contrasto...Atalanta scopre se stessa. 
Il viaggio è un momento importante in quanto permette alla nostra cacciatrice di diventare un personaggio di spessore. Una caratterizzazione che si irrobustisce ad ogni piccola nuova consapevolezza conquistata. Forte, indomabile, coraggiosa, determinata ma anche vulnerabile, afflitta, confusa; Atalanta ci mostra in un caleidoscopio di emozioni differenti cosa voglia dire imparare a conoscere se stessi. 
Nel romanzo sono tanti i temi e le riflessioni che sbocciano, tra cui spicca con bellissima prepotenza la libertà di essere. Notiamo come Atalanta sia l’unica donna ad essere libera di scegliere, non le è mai stata imposta nessuna limitazione al suo sesso per essere modellata forzatamente alla cultura vigente. E dunque, non possiamo non paragonarla ad altri personaggi femminili incontrati nella storia, sebbene ne rimangano ai confini. 
Anche quelle donne solo nominate, che pagano colpe e aspettative non loro solo per il fatto di essere donne. 
Penso alle donne di Lemmo, abbandonate e tradite. A Medea, maga, che per liberarsi è disposta ad uccidere il fratello e a tradire il padre (e chi conosce il suo mito sa che fine la attende).
La rabbia di essere incessantemente sottovalutate e date per scontato, che tace silenziosa fino allo scoppio, il lampo accecante inaspettato. 
Si assapora la furia agrodolce di donne che prendono in mano il loro destino, vendicandosi, perdonandosi, amandosi. Liberarsi di poter scegliere e non dover sottostare ad un gioco che la vedeva sempre sconfitta. 
Queste donne hanno una brama di violenza abbacinante e l’unico modo di ottenere la libertà è agire come gli uomini con cui vivono. Ma allo stesso tempo sono pronte a rimpicciolirsi per potersi adattare ad avere un altro uomo accanto, come se vivere sole non fosse concepibile. Issipile, la regina di Lemmo, offre la corona a Giasone pur di farlo rimanere con lei; la potente Medea che avrebbe potuto tutto... scegli di seguire e legarsi a Giasone. 
Anche ad Atalanta verrà data una scelta simile. 
C'è tormento, nostalgia, desiderio che si mischiano tra di loro ripensando alle lunghe notti del suo viaggio, alla pelle calda accanto alla sua. Ma la nostra cacciatrice decide di rimanere fedele a se stessa.
Libera, tenace ed indomita, una scelta non facile, che la dilania e le costa moltissimo, tuttavia, appare inamovibile. 
Non solo, troviamo anche la tossicità dei pregiudizi maschili, specchio limpido anche della nostra società odierna. Il fatto che una donna debba dimostrare ancora oggi il suo valore continuamente in campi in cui non è richiesta la stessa perfezione all’uomo... per il semplice fatto di appartenere alla categoria maschile. 
Il mito di Atalanta infrange le barriere del tempo e ci inonda, rendendoci acutamente consapevoli. 
Un altro tema fondamentale, secondo me, che ha una potenza burrascosa che scuote il lettore è la differenza di percezione che si ha tra la donna e l’uomo nel compiere la stessa cosa... ma che genera una reazione assai differente in base al sesso. Mi spiego meglio: gli argonauti durante il viaggio trascorrono le notti con diverse donne, ma nessuna indignazione o chicchessia viene pronunciata davanti a questi atti che non tentano nemmeno di nascondere. Atalanta, invece, viene aspramente punita per ciò. Ed è un discorso che si può benissimo portare nella nostra realtà dove la colpa si incolla sempre e solo sulla donna. 
Sono stralci di narrazione che sono un pugno allo stomaco e costringono il lettore a rifletterci.
Atalanta insegue la gloria e l’avventura ma il viaggio degli Argonauti non si rivela come credeva. Nessuna battaglia epica. È un concetto importante che impatta Atalanta, mostrando come tutto sia stato effimero, come se fosse stato un lunghissimo e dolce sogno interrotto dal più brusco dei risvegli.
Tuttavia, le sfide per la nostra guerriera non si concludono nemmeno dopo essere tornata dalla spedizione. Tutto è mutato, casa, lei. 
Eppure, nonostante le vicende che le stringono intorno, gli sguardi carichi di disprezzo e d’odio, Atalanta rimane una donna che non ha paura. Fiera, piena di rabbia per essere ancora sottovalutata, letale, veloce, intrepida che scrive da sola il proprio destino. E allo stesso tempo Atalanta dimostra ampliamente di non essere come tutti gli altri eroi, capaci di inseguire, ingannare, tradire e uccidere per la vanagloria, privi di scrupoli. 
La nostra protagonista è determinata a dimostrare, ancora una volta, il proprio valore ma senza dover ricorrere ad azioni orribili per il semplice gusto di poterlo fare. Atalanta è diversa e la sua immane forza risiede anche nell’essere giusta, con un buon equilibrio di compassione e fermezza. 
Credo ci sia un potente messaggio racchiuso all’interno del romanzo da parte dell’autrice: non sottovalutarti. Non forzarti a sminuirti per poter riuscire a stare in un determinato luogo. Sii libera, sii feroce, sii vulnerabile... permettiti la ribellione di essere te stessa
Una storia che lascia tanto unita ad una narrazione espressiva che è stata capace di provocare nel lettore il medesimo amore che ha spinto l’autrice a dare una voce ad Atalanta. Un nome che ha attraversato secoli giungendo fino a noi. Diventando immortale.
 

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