Termination Shock. Soluzione estrema

 



Autore: Neal Stephnson
 
Titolo: Termination Shock. Soluzione estrema

Trama: Neal Stephenson trasporta i lettori in un mondo in cui l’effetto serra ha generato una troposfera tormentata da supertempeste, l’innalzamento dei mari, inondazioni, ondate di calore insopportabili e pandemie. Ma a qualcuno viene una “grande idea” per contrastare il riscaldamento globale. Funzionerà? E, cosa altrettanto importante, quali saranno le conseguenze per il pianeta e l’intera umanità se venisse realizzata? Spaziando dal cuore del Texas al palazzo reale olandese dell’Aia, dalle cime innevate dell’Himalaya all’assolato deserto di Chihuahua, Termination Shock – Soluzione estrema riunisce un gruppo eterogeneo di personaggi provenienti da culture e continenti diversi che si confrontano con le ripercussioni reali del cambiamento climatico. In definitiva, la domanda su cui siamo chiamati a riflettere è: può la cura essere peggiore della malattia?

Prezzo di copertina: 24,00 euro (disponibile anche versione ebook a 9,99 euro).

Recensione.

Questo romanzo non è facile da leggere, ma non perché non sia bello o poco meritevole, tutt’altro
Ha una storia complessa, grandi passaggi descrittivi che potrebbero intimorire qualche lettore. Parliamo di un libro dai numerosi personaggi, di cui l’autore ci delinea anche un background, pieno di politica ed equilibri sottili, dove al centro viene analizzato il complesso problema del cambiamento climatico. 
Le poche prime frasi di questo romanzo bastano già a farti piombare in una realtà angosciante, di cui ne conosciamo solo i bordi. Sì, sappiamo che ci sono ondate di calore mortali, uragani, inondazioni... il romanzo ci farà inoltrare in un incubo da pelle d’oca, che ci impatta cento volte di più in quanto parla di conseguenze possibili del cambiamento climatico.
Cambiamento climatico che già sta avvenendo nella nostra realtà.
L'autore ci srotola davanti una storia che affonda le sue radici nella nostra epoca, mostrandoci le possibilità di cosa potrebbe accadere se le premesse che stiamo già vivendo verrebbero portate allo stremo.
C'è una scrupolosità nella sua narrazione che riesce a scandire gli eventi con una lucidità che si insinua sottopelle. Come ho già detto, non è un romanzo per tutti.
Lo stile è corposo, ampio, che da un ritmo ad un’impostazione politica cruciale, e questi elementi potrebbero frenare un probabile lettore ad apprezzarlo a pieno. Personalmente, ho amato il modo in cui scegli di gestire gli eventi e i personaggi che andremo a conoscere.
E guardiamo da vicino alcuni personaggi fondamentali di questa storia:
  • Frederika Mathilde Louisa Saskia, regina dell’Olanda, che arriva in America per tentare di salvare il proprio paese dalla minaccia onnipresente delle inondazioni.
  • Rufus, che conosciamo nel romanzo mentre dà la caccia ad un cinghiale selvaggio enorme e pericoloso, Muso, che ha ucciso la figlia. Le sue parti di narrazione sono quelle che mi sono piaciute di più, si avverte un bisogno che diviene ossessione verso la caccia, il suo unico scopo che lo porta avanti. Un’ossessione che richiama Moby Dick, e lo stesso Rufus ne diviene consapevole. Un personaggio che ha bisogno di uno scopo per rimanere a galla. 
  • Willem, che porta con sè una multinazionalità bellissima e complessa, che l’autore utilizza per renderci consapevoli di una vastità culturale incredibile, insieme ad una politica di nazioni contradditoria. 
  • Larsk, canadese che torna in India per riconnettersi alle sue radici Sikh del Punjab. Tuttavia, sente un’inquietudine che la sua terra natia non soddisfa, e così, si ritroverà in viaggio verso l’Himalaya insieme ad un gruppo di persone alquanto improbabili per raggiungere la Linea di Confine, una striscia di terra di nessuno piena zeppa di combattimenti tra India e Cina, senza utilizzare armi. 
  • TR, dottor Schmidt, che sta delineando un piano drastico per tentare di arrestare i grandi problemi che il cambiamento climatico sta portando. 

La storia verrà mossa da questi personaggi, che si incontreranno e scontreranno, facendoci diventare acutamente consapevoli di come non ci sia solo un punto di vista giusto, dove esigenze differenti cozzeranno tra di loro, dando vita ad un libro complesso e controverso.
Siamo in un futuro prossimo, dove sono passati diversi Covid (un aspetto che dopo la pandemia non può che spaventare) e ci sono app, come PanScan che rilevano i rischi epidemiologici nel raggio del proprietario. O armi che proiettano energia elettromagnetica.
Procedendo con la narrazione e seguendo il nostro gruppo eterogeneo che viaggia verso Houston ci appare evidente un fatto sconcertante: l’acqua avanza lenta ma inevitabile sulla terra ferma, con l’intendo di inghiottire tutto ciò che incontra. Un problema fondamentale che ha spinto la stessa Saskia nel raggiungere il Texas per sentire cosa TR abbia da dire al riguardo.
C'è una sottile inquietudine che pervade i personaggi.
Noi lettori diventiamo consapevoli della sua portata, inoltrandoci nel romanzo. Piano piano si delinea una prospettiva vivida, disperata e vicina alla nostra realtà che impatta su di noi.
Sono sempre le future generazioni che si trovano a pagare il prezzo sempre più alto per qualcosa che riguarda l’intera civiltà da quando si è compreso come poter trasformare i combustibili fossili in lavoro. È il prezzo della modernità? Forse. Probabilmente.
Per impedire l’innalzamento del mare in maniera efficiente si deve cambiare il clima del mondo intero. Un progetto a dir poco immenso.
Ma ecco il grumo della complessa situazione: la soluzione che si sta tentando di arrivare non andrà bene per tutto il globo...dunque, che si fa? Come si sceglie cosa sia giusto fare? E soprattutto, è davvero meglio non fare nulla? Domande che perforano il lettore durante la lettura.
Lo zolfo è fondamentale nel romanzo, emblematica anche la copertina del libro. Due elementi fondamentali alterano il clima, come ci spiega lo stesso libro, il carbonio e lo zolfo. Il primo rendendolo caldo il clima e intrappolando i raggi solari, il secondo lo raffredda, invece, facendoli rimbalzare nello spazio.
Quindi, essenzialmente, il progetto di TR è lanciare zolfo nella stratosfera per poter raffreddare il clima in tempi veloci. Un progetto che non è esente, ovviamente, da effetti collaterali; uno di questo di grande importanza è come influenzerebbe il clima del Punjab, chiamato il granaio dell’India, un territorio di vitale importanza e sostentamento per una grandissima nazione.
La stratosfera non conosce confini e dunque non conosce nazioni. Un problema che mette nella scacchiera elementi fondamentali, come l’assetto politico dei paesi, i pro e i contro di ogni nazione, la moralità che si scontra contro l’esigenza. L'individualità che viene inghiottita dall’egemonia dell’insieme.
In questo sottile gioco di equilibrio e squilibrio appare sempre più evidente come i paesi forti riescano ad avere un peso determinante nel discorso che riguarda tutti... rispetto ai paesi “deboli” che devono assorbire l’impatto decisionale delle potenze estere.
Davvero, il romanzo ci mostra come tutto sia connesso intimamente alla politica, questa forza decisionale che è caratterizzata da opposizioni, dibattiti, lunghi tempi.
Ma il clima non aspetta.
Una soluzione drastica e provvisoria, quella di far rimbalzare le radiazioni solari utilizzando il sottile strato di gas che va a creare. Il problema vero rimane: quello di capire come poter smaltire il carbonio presente nell’atmosfera.
Il ritmo narrativo spesso si addensa, sfociando in un discorso più tecnico, dalle venature di sottili arti politiche, ma non si potrebbe fare altrimenti. L'autore da un ampio contributo per aiutarci a comprendere la complessità della trama di fronte a noi.
Come vedremo, la politica e i suoi meccanismi appaiono fin troppo limitativi e densi in un contesto che preme di agire il più presto possibile. E sono momenti come questi che reali come Saskia tornano ad avere un potere decisionale decisamente sostanziale.
Inoltre, diventeremo consapevoli di come la lotta contro il cambiamento climatico e il tentare di salvaguardare il proprio paese, sposti non solo l’equilibrio tra le potenze in campo, ma crei anche alleanze improbabili. E come tutto questo venga, infine, schiacciato sotto i propri interessi nazionali.
C'è un concetto assai interessante, a questo riguardo, che viene proposto e articolato durante lo svolgimento della trama: guerra performativa. E l’importanza che trascina con sé, riuscendo a portare un grosso impatto all’attaccare simboli fondamentali di una nazione, che evita grossi spargimenti di sangue e dichiarazioni effettive di guerre.
Detto questo, ho visto poco la presenza dell’elemento puro del thriller volto alla suspense, invece, l’autore gioca molto sulle emozioni che questi problemi concreti riescano a risvegliare nel lettore. In diversi tratti di storia c’è una sottile e diramata tensione.
Una nota negativa del romanzo è che alcune volte, secondo me, l’autore si perde in lunghe digressioni appannando il corso della sua trama, tratti prolissi che rendono la lettura meno incisiva.
Non consiglio questo libro a chi non piacciono le grandi spiegazioni e i lunghi capitoli, a chi si aspetta un romanzo pieno di un ritmo ferrato e plot twist di impatto immediato.
Invece, chi vuole leggere e toccare quasi con mano la diversità culturale e la complessa situazione decisionale che mira a scelte drastiche per il clima...beh, questo è il libro adatto.
Tra i tanti temi e dilemmi che il lettore si imbatte all’interno del romanzo, ne ho trovato uno parecchio interessante e fondamentale. Ovvero, se si ha il potere e la possibilità concreta di fare qualcosa... è meglio rimanere fermi o agire? TR getta un sassolino in un quieto stagno, la sua azione avrà un impatto incredibile, che si allargherà pian piano, costringendo altri a dover prendere iniziative.
È un dilemma spinoso, controverso, che non ha un solo punto di vista giusto.
Indubbiamente, l'indifferenza è la strada asfaltata più facile da seguire ma il romanzo ci dimostra anche come sia quella più deleteria.
A questo proposito, ho trovato davvero geniale anche il titolo dato al romanzo. Nella geoingegneria il termine “Termination Shock” sta ad indicare quali potrebbero essere le possibili conseguenze dell’interruzione di un sistema dopo che è stato in esecuzione per un po', alterando già il sistema, in questo caso il clima.
Il messaggio dell’autore è un monito potente e sottile, articolato in più parti per farti sentire tutto l’impatto che dovrebbe suscitare al lettore, in quanto persona che vive nella Terra. Ci sono stralci di dialogo che custodiscono una potenza di riflessione capace di scuotere ogni singolo lettore.
In realtà non c’è una risposta giusta o solo sbagliata, ma rimanere inermi e indifferenti davanti al cambiamento climatico è una scelta che alla lunga porterà pesanti ripercussioni. Ripercussioni che potremmo vedere domani o tra anni.
Ed ecco che entra in campo un fattore fondamentale per prevenire il salvabile: la consapevolezza.
La consapevolezza di come è avvenuto il cambiamento climatico, cosa si sta dibattendo per limitarlo e cosa non si sta invece facendo, la grande macchinazione della politica che volente o nolente è un meccanismo fondamentale del processo.
E poi tu, io, noi. Consapevolezza di poter fare qualcosa, anche piccola, è il primo grande passo per la responsabilizzazione, come cittadino di mondo. La piccola speranza di riuscire davvero a riunire le persone sotto questo grosso problema che riguarda tutti noi.
Non dico altro, ma invito a leggere il romanzo per viverlo in prima persona. La scrittura di Stephenson riesce ad incuriosire e a sconvolgere, uno scrittore valido di cui sicuramente proverò a leggere altro.

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