L'occhio della farfalla




Autrice: Costanza Savini

Titolo: L'occhio della farfalla

Trama: Un’avvincente narrazione ispirata a una storia vera Seconda guerra mondiale, 1943. Nina, una ragazza che si affaccia alle soglie della maggiore età, è costretta a sfollare insieme ai suoi genitori da Bologna al lago di Garda, nella Villa di famiglia. Ispirato a una storia vera, il romanzo si svolge su due livelli: da una parte c’è la guerra con la sua ferocia, dall’altra l’antica Villa piena di vicende rimaste oscure nel tempo. Vicende di preti, di ritrovati entomologici e di esperimenti medici. In quell’atmosfera sospesa, qual è il lago di Garda negli anni che vanno dal 1943 al 1945, gli anni della Repubblica Sociale, Nina, insieme ai suoi cugini anche loro sfollati come lei, comincia la sua esplorazione dei misteri della casa e di chi l’ha abitata nei secoli portando così alla luce la verità, anche se oscura, sulla sua famiglia.

Prezzo di copertina: 15,00 euro.

Recensione.

Questo è uno di quei libri raccolti ed intimi, che trattengono una miccia di magia da poter usufruirne nei tempi più oscuri. 
Siamo nel 1943, nel pieno del secondo conflitto, che in Italia sfocia anche in un’intensa guerra civile rendendo la nazione dilaniata: al nord assistiamo alla fondazione della Repubblica di Salò che fa capo al fantoccio Mussolini, supportato e comandato dai tedeschi; mentre il resto è in mano agli Alleati che man mano risalgono l’intera Italia per liberarla, aiutata dal prezioso aiuto dei partigiani. 
La nostra protagonista è Nina, una giovane ragazza, che insieme ai genitori decide di lasciare Bologna per andare a trasferirsi, in quei tempi assai incerti, a Costermano, un piccolo paesino sul lago di Como, nella villa di famiglia del padre, i Nicolis, dove Nina ritroverà i cugini già riuniti. 
L'autrice è brava nel tratteggiarci le atmosfere sospese e in una perenne precarietàdi chi vive la guerra. Ci prende per mano e ci conduce in un Italia che non abbiamo mai vissuto: grigia, affamata, dai palazzi oscurati per il coprifuoco, piena di carte annonarie, con il terrore gelido per l’OVRA, la polizia segreta del regime, per chi ha solo la disperazione a riempirli. 
Si respira un’aria peculiare, agitata, preoccupata. 
La prosa è fluida, riesce a danzare bene tra il confine labile di realtà e fantasia, riuscendoci a dare una storia piena di elementi inaspettati, agganciati ad una quotidianità che riesce a sorprenderti. 
Non solo, la scrittura è piena di metafore potenti, descrizioni pittoriche unite ad una buona capacità storica di immergerci nel contesto per rendere ogni interazione più vivida. 
All'interno della Villa iniziamo a renderci conto dei suoi differenti abitanti, occupata anche dal generale del regime Fedigati e dalla sua famiglia. 
Un sottile equilibrio di cortesie e paura quieta segnano linee immaginarie di confine tra la numerosa famiglia Nicolis e gli altri occupanti, insieme ad un via vai di soldati. 
I sette cugini con complicità si insinuano in un mondo a parte, dove la guerra con tutto il suo strascico diviene solo un’eco lontano, che si può benissimo ignorare. 
La villa di famiglia, infatti, ha una lunga storia radicata, e risalendo di generazione in generazione si arriva a due celebri e anonimi preti medici, assai studiosi ed intelligenti. Ed ecco, dunque, i cugini che tentano di scovare i piccoli segreti sparsi nella casa, lasciati a prendere polvere. La clessidra ritrovata sepolta dentro il giardino, identica a quella situata nella biblioteca, i numerosi disegni di farfalle e le mappe con l’iride, la possibilità concreta di un passaggio nascosto e sotterraneo... davvero, il mistero sembra infittirsi ad ogni passo e tiene occupati i cugini nella loro quotidianità fatta di complicità e battibecchi fanciulleschi. 
Non solo, apre le porte ad una nuova atmosfera, sempre stata latente all’interno della casa, che adesso la nostra protagonista avverte in modo cristallino: la villa pare viva, pulsante, celata da segreti indicibili che sono resi immortali dalle sue mura. 
Dunque, si crea una bella scissione all’interno del romanzo: vivono tutti dentro la medesima casa, eppure, adesso c’è una linea di confine, che sa di realismo magico, dove solo i cugini riescono ad attraversarla. 
La casa imbevuta di segreti pare gemere e sospirare, ogni piccolo rumore fuori posto sembra invitare i personaggi a scoprirne le storie. E attraverso le loro peregrinazioni scopriranno che i segreti sono molti, e alcuni riguardano proprio il Generale e la moglie, ospiti imposti nella Villa. 
Ma l’orrore della guerra, a volte, entra con violenza nella vita dei personaggi, scardinando la fragile bellezza costruita con sudore. Persone sospette torturate e poi scomparse nel nulla, partigiani tra le montagne e repubblichini a caccia, disertori in fuga e fucilazioni, aerei che continuano incessantemente a bombardare. 
L'autrice è abile nel farci vivere questi due livelli di realtà. 
E parliamo un attimo di Nina, un personaggio con una grande sensibilità, piena di fantasia che riesce a farci vedere il mondo sotto una luce diversa, una luce tipica della giovinezza lucida, capace di discernimento. Ma allo stesso tempo riesce a trasmetterci una magia impalpabile che sembra farsi viva nella luna, come se fosse un impasto stellato. 
Nina, possiede gli occhi curiosi che rendono il mondo valido di scoperta. C'è un’affinità tra lei e i due preti medici della sua famiglia, qualcosa che li lega tra spirito mai sazio di scoperta... che sembra rendere vano il dilatarsi del tempo. 
Sono riuscita a sgusciare dentro le pagine del romanzo con una facilità sorprendente, l’autrice ha una preziosa abilità nel farci avvertire l’intera atmosfera che si respira al suo interno: l’agitazione sospesa che si avverte all’interno della villa, il respiro trattenuto di Nina mentre legge fogli dal profumo intenso di limone, la soffitta impolverata tutta da scoprire, il bosco di Murlongo magico, soprattutto di notte. 
E ancora, l’importanza della teleferica e la costruzione della funicolare che scuote e riscalda più persone con il suo lieve passaggio, un simbolo di ribellione, di speranza, di possibilità in tempi di magra. 
Ho apprezzato moltissimo le chicche storiche di cui il romanzo è imbevuto, non solo riesce bene a tratteggiare la vita durante la guerra, ma attraverso i suoi personaggi riesce ad intingere una nota di mistero che permane indelebile. 
L'unica incoerenza storica che ho riscontrato, ma credo che l’autrice abbia utilizzato consapevolmente la licenza poetica è l’aver veduto la contessa Carlotta di Rudinì a cavallo, una celebre amante del poeta D’Annunzio...ma è impossibile storicamente in quanto la donna, divenuta successivamente monaca, morì prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. 
La capacità narrativa è ben gestita, è il suo picco riesce a darlo nella bravura dell’autrice nel saper, in alcuni tratti della storia, farci percepire la guerra come qualcosa fuori da una bolla; ci giunge smorzata, ovattata, mentre siamo intenti a seguire cosa accade all’interno della villa, con i cugini che si rincorrono con giochi propri, scoprendo il desiderio, la paura, la curiosità, mentre continua parallelamente la ricerca sui preti medici, infervorata dai piccoli indizi che scovano.
I mesi si allungano, le tragedie della guerra e la violenza del nemico si intensificano nelle ultime battute cruciali. Il terrore indicibile satura l’aria, certi momenti di narrazione fanno venire la pelle d’oca, per le verità e le violenze che sono accadute durante quegli anni. E poi... lo scoppio atteso: la Liberazione con la sua ventata elettrizzante di libertà e vivacità.
Ciò viene seguito da ritorni e i lunghi arrivederci, in questa baraonda di personaggi ed eventi in continuo movimento, proprio al suo centro troviamo Nina, ferma e serena; divenuta un po’ segreta e matura, un baluardo di meravigliosa percettività e con i suoi occhi possiamo vedere oltre, gli specchi che non sono solo specchi, una lieve ma onnipresente evocazione di altro che si insinua nella realtà. 
L’occhio della farfalla si è rivelato un romanzo pieno di una delicatezza che si avverte bene solo quando si è inoltrati nella lettura. E l’autrice, con questa storia, ci mostra come l’anima riempia le persone rendendole proprie e differenti, spingendole a rincorrere la bellezza, il mistero, un sogno, la voglia di essere felice. Il senso della vita sta tutto qua, nei battiti lievi ma decisi di ali di farfalla, stupendo.

 

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La divina avventura

Aeterna- la ragazza sbagliata

Ebony. V vol delle Shadow Girls