Uno di meno


Autore: Lorenzo Beccati

Titolo: Uno di meno

Trama: Era il più abile dei sicari, addestrato fin da ragazzo per annientare i nemici del Doge. Viveva da decenni nell’ombra di un’altra identità ma, fedele a un giuramento, Grifo è costretto di nuovo a impugnare i suoi coltelli letali. Cosa si nasconde dietro la morte del Doge Gerolamo Chiavari? Chi ricatta il Reggente? Quante persone dovrà uccidere per scoprirlo? Tra la fine del Cinquecento e l’avvio del Seicento, nello sfarzo dei palazzi e nell’ombra dei carrugi, in una Genova scossa da congiure e intrighi di potere, Lorenzo Beccati ambienta un affascinante thriller storico capace di far respirare l’aria del passato e di provocare forti emozioni, catapultando il lettore in un mondo fatto di misteri, amori, tradimenti e disonore.

Prezzo di copertina: 18,00 euro.

Recensione.

Uno di meno è un romanzo thriller storico che si svolge nel pieno del Rinascimento italiano, capace di farci vivere un’epoca ricca di opulenza, arte e astuti complotti. 
Siamo immediatamente immersi in una battuta di caccia guidata dal Doge Gerolamo Chiavari della Repubblica di Genova, qui incontra il giovanissimo ma talentuoso Grifo, il protagonista di questa storia, che deciderà di prendere con sé. 
In questa parte del romanzo seguiamo l’addestramento di Grifo, giovane orfano, già forgiato dalle intemperie della vita solitaria e crudele. Adesso, insieme al suo nuovo maestro Hakim, verrà addestrato alle numerose arti della guerra in cui dovrà riuscire ad eccellere in ogni arma. Ma non solo. 
Lo seguiremo mentre verrà condotto da un mago saltimbanco Erik, che insegnerà al giovane allievo la sottile e astuta arte dell’inganno. Dallo speziale Isaac, invece, imparerà i rudimenti essenziali sull’anatomia umana per poter uccidere velocemente e per poter torturare a lungo. 
Tutto per portarlo a divenire il sicario perfetto, per poter agire indisturbato nell’ombra ad un comando del Doge. 
Seguendo il nostro apprendista notiamo come nulla venga lasciato al caso durante la sua peculiare istruzione; ad esempio, gli vengono impartite anche lezioni di danza per poter allenare il corpo ad una fluidità tipica dei balli. 
L'addestramento è totale, brusco e violento. Grifo deve saper avere la meglio in ogni situazione complessa. Nella sua preparazione gli viene impartita una massima fondamentale, che Grifo eseguirà sempre con dedizione: non lasciare vivo nessun nemico che possa comprometterlo in futuro
Uno di meno sempre a cui pensare. Uno di meno annoverato tra i nemici del suo Signore. 
La narrazione è scorrevole, descrittiva al punto giusto, con una buona dose di curiosità che spinge il lettore a continuare la storia, che man mano va infittendosi. 
Gli anni, così, scorrono e il ragazzino affamato che rubava per sopravvivere non esiste più; con il tempo, pazienza, sudore, impegno, Grifo è divenuto una lama letale, sapientemente affilata e battuta a caldo innumerevoli volte per poter eliminare tutte le imperfezioni. Glaciale, astuto, imbattibile, che agisce nell’oscurità, non visto. 
Respiriamo un periodo storico fatto di ricchezze e povertà, viviamo i carruggi genovesi che ci appaiono di fronte, ebbri di una miriade di odori e profumi che parlano in silenzio della città. 
Ho apprezzato molto la spiegazione sui coltelli genovesi, un termine che non avevo mai sentito, che hanno la particolarità di essere piccoli e veloci, più portati a trafiggere il nemico che ha tagliarlo. Coltelli emblematici che accompagneranno il nostro protagonista. 
La seconda parte del romanzo, invece, ci proietta ventinove anni dopo. Qui troviamo il Grifo, che abbandona la chiesetta anonima in cui svolgeva il compito di sacrestano e Mirna, la vedova che la notte gli appartiene, per dover tornare a Genova, da un nuovo Doge che lo richiama. 
Il nostro protagonista non può rifiutarsi a rispondere alla chiamata, dopotutto, ha giurato fedeltà perpetua a Genova. E Grifo sa già cosa gli chiederanno di fare. Quello in cui è eccelle. Quello da cui è fuggito via. 
La trama continua, attraversata anche da brevi flashback che ci permettono di carpire qualche informazione in più sul perché Grifo abbia abbandonato Genova molti anni prima. 
Qualche parte di narrazione, a questo proposito, è un po' confusionaria e perde la nota vibrante. Qualcuno cerca di attentare alla vita del nuovo Doge e Grifo verrà, nuovamente, gettato nell’oscurità per poter stanare i colpevoli. 
Il ritmo diviene coinciso mentre il mistero scivola e si dipana, approfondendosi. Il Doge precedente è stato assassinato e forse la stessa sorte attende il reggente odierno. Sospetto ed inganno permangono l’aria facendola diventare densa ed impalpabile come nebbia, irraggiungibile, eppure, riesce ad accecare quel che basta. Grifo segue una flebile pista che ad ogni passo diventa sempre più contorta. L'acqua toffana, un veleno insapore, lo conduce ad interrogare le assaggiatrici del defunto doge... ma siamo solo all’inizio. 
E parliamo un attimino del nostro protagonista, Grifo, è un personaggio ermetico, abbozzato, celato. Intravediamo qualcosa di più sulla sua caratterizzazione solo durante l’azione, che ci mostra come sia risoluto ed implacabile ma anche pieno di emozioni lasciate di sfondo, che qualcuno riesce a portare a galla. 
Le scene di lotta sono concitate e brusche, dove le lame che luccicano parlano da sé. Potere, paura e pericolo vorticano intorno accompagnandoci negli atti finali della storia. Purtroppo, non ho sentito bene il culmine dello sbrogliare la matassa, in quanto, avevo già intuito molto prima chi si celasse dietro la congiura e delle sue motivazioni. 
Tuttavia, gli atti finali di spiegazione volti alla risoluzione dell’arcano sono stati ben gestiti, in grado di portare tutti i nodi al pettine e soddisfare, dunque, ampliamente la curiosità del lettore. Mi è piaciuto anche l’imbatterci all’interno del libro in personaggi storici realmente esistiti, ed è stato bello vedere come l’autore si sia ingegnato nell’usare tali personaggi all’interno della trama.
 Inoltre, ho apprezzato le note finali, dove l’autore da piccole chicche storiche che spronano a saperne di più. 
In conclusione, Uno di meno è stata una lettura piacevole, capace di trasportarci in una storia piena di misteri e lotte. Un libro che si divora in pochissimo tempo.

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