La volontà dei molti. Hierarchy vol I
Autore: James Islington
Titolo: The will of the many. La volontà dei molti
Trama: La Repubblica cateniana, nota come Gerarchia, potrà anche governare il mondo, ma non può conoscere ogni cosa. Il mio nome è Vis Telimus e sono un orfano, o almeno è ciò che ho dichiarato di essere per poter entrare nella prestigiosa Accademia. I precettori mi credono quando prometto che una volta concluso il percorso di studi mi unirò al resto della società civilizzata per cedere la mia volontà – un insieme di forza, determinazione e concentrazione – e rafforzare così il potere dei capi della Gerarchia, come sono costretti a fare milioni di persone. Mi credono anche quando sostengo di voler appartenere a questo mondo nonostante non sia semplice fingere di essere uno di loro: se voglio sopravvivere dovrò scalare i ranghi dell'Accademia, trovarmi degli alleati e consolidare il mio status. Perché se i senatori della Gerarchia dovessero scoprire la mia vera identità, mi ucciderebbero.
Prezzo di copertina: 25,00 euro.
Recensione.
Primo volume di una nuova sensazionale serie, Hierarchy, che presenta elementi interessanti e di ampio sviluppo all’interno di questa storia.
Un romanzo denso di intrighi, sotterfugi, tradimenti, sacrifici...tutto per il potere. È il tema principale che smuove i fili della trama e che si collegherà alle vicende del nostro protagonista, disposto a tutto pur di sopravvivere...anche andare in seno alla Repubblica, sua nemica.
L'autore ci apre le porte di un nuovo world-building, dunque, all’inizio proviamo una normale confusione di fronte al ritmo di un mondo che ancora non conosciamo. Man mano che ci inoltreremo nella storia capiremo meglio i meccanismi che la governano. E si prospettano assai complessi.
Tutta la società è caratterizzata dalla Gerarchia che ricopre ogni aspetto della vita delle persone. La Repubblica Cateniana, che ha conquistato praticamente tutto ciò che c’era da conquistare, si fonda su una massima: se si è abbastanza bravi a svolgere il proprio lavoro e a salire di livello si sarà giustamente ricompensato.
L'autore prende spunto dalla repubblica romana, infatti, scopriamo che la Gerarchia che è divisa in tre piramidi senatoriali di comando: Esercito, Amministrazione e Religione, al di sopra delle piramidi svetta il triumvirato composto da tre Princeps.
A seconda di dove ti trovi nella piramide devi cedere la volontà, ovvero dare metà volontà ed energia a qualcuno di superiore nella piramide. Alla base, abbiamo, la maggioranza della popolazione, gli Octavi che cedono semplicemente la volontà, a salire abbiamo i Septimus che ricevono volontà da otto persone di cui la metà viene ceduta a chi si trova nello scalino più alto del suo e così via, fino ad arrivare appunto ai Princeps che ricevono la volontà da 40.320 persone; giusto per farvi capire un attimo del divario enorme che si viene a creare tra i diversi livelli.
Ma per quanto la Gerarchia si sforzi di apparire un sistema equo non lo è minimamente, ed il lettore lo scoprirà avanzando nella storia.
Il romanzo inizia nelle viscere di una prigione ai bordi della Repubblica, qui incontriamo il nostro protagonista Vis Solum, un orfano. È una scelta di inizio interessante: non sappiamo ancora pressoché nulla sulla Gerarchia eppure l’autore sceglie di mostrarci prima la fredda cattiveria insita nella Repubblica... e lo fa attraverso le torture che i prigionieri sono costretti a vivere; qui svettano le prosciugatrici, orribili strumenti che sono in grado di prosciugare continuamente la volontà del prigioniero, rendendolo in uno stato dormiente ma cosciente. L'energia rubata viene affidata a qualcuno con un rango alto.
L'incontro peculiare con un Quintus, Ulciscor Telimius, gli cambierà la vita, decidendolo di adottarlo nella sua antica famiglia di patrizi e dunque poterlo ammettere nella Accademia di Caten, l’istituto più prestigioso dell’intera Repubblica, che forma il futuro della Repubblica stessa: politici e senatori.
Vis dovrà essere uno studente e allo stesso tempo una spia per conto di Ulciscor che vuole indagare la morte sospetta del fratello. Ulciscor fa anche parte della piramide Esercito mentre l’accademia è sotto il controllo della Religione, c’è quindi una certa tensione tra le due piramidi.
Scopriremo che il nostro protagonista era un principe di Suus, prima dell’arrivo della Gerarchia che gli porterà via tutto. Da allora vive nascosto e inosservato, tentando di vivere alla giornata. Lavora alla prigione e svolge gli incontri di lotta al Victorum, il Teatro.
Inoltre, Vis non ha mai ceduto, rifiutandosi di andare alle Aurora Columnae per poter cedere la volontà; per continuare così Vis si rende conto di dover arrivare tra i primi nell’Accademia. Un compito non facile.
Qui, infatti, inizia l’addestramento di Vis nella casa del suo nuovo padre adottivo, insieme a Sexta Lanista. Studio, interrogazioni, combattimenti, tutto svolto in modo brutale per permettere a Vis di migliorare velocemente.
La narrazione è sostanziosa e fluida. I fatti ci vengono narrati dal punto di vista del protagonista, questa scelta filtra la prosa, rendendola scaltra, avvolgente ed intima. Saremo costantemente collegati alle emozioni di Vis, che lo prenderemo subito in simpatia.
Come ho già detto, l’autore, presenta un mondo articolato, che andrà ispessendosi ad ogni volume. Appare chiaro al lettore l’ipocrisia della Gerarchia così come il suo immenso potere, che è difficile contrastare apertamente.
L'intrigo politico è il cuore pulsante di questo primo volume, iniziamo a renderci conto di quanto complessa sia la trama, piena di tante variabili e sottotrame che si intrecciano tra di loro. I politici del Senato, ognuno con la propria fazione, l’Accademia con i suoi precettori, e gli Anguis, i ribelli della Repubblica che riusciranno a fare qualche breccia nella Gerarchia.
Con queste premesse ci troviamo un volume pieno di avvenimenti, l’azione non manca anche se passa in secondo piano.
Vis è un personaggio interessante. Viviamo e proviamo tutta la storia dal suo punto di vista, dunque, è inevitabile una connessione con questo personaggio. Vis è scaltro, veloce ad analizzare eventi e rispondere di conseguenza, determinato, intelligente, posato. Ma c’è un nucleo del personaggio che arde di rabbia e dolore, ed è quello che fa anche scattare il suo veloce temperamento. C'è una tristezza ai suoi bordi, in quanto ha accettato di dover rimanere sempre solo, di non essere sincero con nessuno. Le bugie iniziano un po’ a pesare sul nostro protagonista mentre la trama scorre.
La seconda parte è incentrata, invece, sull’Accademia, sull’isola di Solivagus. È composta da sette classi, se si è bravi e lo si dimostra si avanza di livello. La competizione è brutale tra gli studenti.
Fino ad arrivare allo Iudicium dove i migliori competono per il piazzamento esclusivo e finale. Vis, dunque, deve dimostrare il proprio valore e allo stesso tempo indagare sulle rovine presenti nell’isola risalenti prima del Cataclisma.
Un sottile equilibrio pericoloso...che inizia a creparsi.
Beh, l’inizio dell’Accademia non va propriamente bene, Vis non si piega neanche qui alla scala sociale piramidale che vi è all’interno della scuola, anche se deve essere estremamente cauto per non farsi espellere. La differenza di classi è molto avvertita, non solo dagli studenti ma anche dagli stessi precettori. I Terzi, ad esempio, non mangiano insieme ai Quarti; e i Settimi devono obbedire a chi è di un livello superiore al loro.
Per dimostrare il proprio acume non solo con le lezioni e dibattiti, ma anche attraverso il Labirinto, la prova che mostra l’impegno e la capacità della volontà.
Questa parte del romanzo mi è piaciuta molto, Vis stringe amicizia con Callidus, Aequa, Emissa e Eidhin. Ma ognuno di loro nasconde qualcosa e cela i propri veri obiettivi.
Saremo catturati dalle diverse sfide che il nostro protagonista dovrà svolgere, insieme al districarsi nei rapporti dentro la scuola e a portare avanti il suo obiettivo, ovvero capire cosa celano le rovine antiche dell’isola.
Ci saranno momenti pazzeschi! Come il combattimento con il Amotus, le armature permeate di volontà oppure una partita di Fondazione, gioco da tavolo, che cambierà le carte in tavola. O la soddisfazione di vedere Vis salire di livello nonostante cerchino costantemente di ostruirlo.
La vita nell’Accademia diventa pian piano una quotidianità piacevole...ma Vis non può permettersi distrazioni. Deve continuamente dimostrare ad Ulciscor che è una risorsa valida. Tante responsabilità pesano sul nostro protagonista, il lettore non può non provare orgoglio e amore per la capacità di Vis di continuare ad andare avanti.
Ormai siamo consapevoli di come la Repubblica, nonostante proclami ideali luccicanti, sia marcia dentro: un sistema corrotto e avido che premia chi prende non chi lo merita. E siamo solo all’inizio delle difficoltà.
La trama volteggia, inerpicandosi in un sentiero colmo di plot twist e piccole rivelazioni che renderanno l’avventura ancora più conturbante.
E lo Iudicium incombe, la prova finale che mostrerà alla Repubblica la sua brillante élite, il loro futuro. O almeno doveva andare così... ma il complotto politico penetra nella prova conclusiva destabilizzando le sue fondamenta.
Da qui solo brividi. Ho amato il modo in cui l’autore riesce a condurci pian piano a svelare le sottotrame che finora sono state ben acquattate all’interno del volume.
Avvenimenti peculiari che gettano una sottile cappa d’inquietudine che riesce a svelare il lato oscuro dello Iudicium, dove gli studenti che competono si scoprono improvvisamente prede di un gioco ancora più grande e meschino. E un po’ come giocare a Fondazione, fuori può essere visto come il più bel gioco da tavolo in voga che necessità di intelligenza. Ma non si parla del bisogno di brutalità, perspicacia e strategia, del suo saper calcolare bene come il sacrificio possa far trarre profitti superiori alle perdite, tutto per poter chiudere il gioco da vincitore.
Un volume dove il conflitto interno inizia ad essere ben visibile anche al lettore. Non c’è nessuna fazione intonsa. Cosa fare? Chi ha ragione?
Vis combatte contro la Repubblica ma anche contro i ribelli, in quanto i loro modi violenti non giustificano il male che causano. Infatti, è interessante vedere come il dibattito si allunghi e si articoli. Per gli Anguis, ad esempio, gli Octaviani non sono meno responsabili di un Quintus. Non sono gli effettivi mandanti ma scelgono di cedere alle persone di potere per interesse personale, non importa che sia per mera sopravvivenza. Cedono, dunque, sono colpevoli di continuare a supportare la Repubblica. La Gerarchia crollerebbe immediatamente se le persone si rifiutassero di cedere, da qui la volontà dei molti, che è quella che tiene unita e da costantemente potere alla Repubblica.
Ma la stessa Repubblica è davvero come appare?
Scopriamo che le piramidi non sono così coese come si vuol far credere e sono disposte a tutto, davvero a tutto, pur di far pendere il potere dalla propria parte. Il potere e il desiderio di possederlo fa andare avanti la trama, riuscendo a stupirci, angustiarci e semplicemente a lasciarci a bocca aperta.
Vedremo come i personaggi del romanzo mutino in relazione al potere. Davvero, è uno degli aspetti più interessanti del romanzo.
E la fine...ah, dovrebbe essere illegale concludere un volume in questo modo! Sono assai curiosa di sapere come continuerà questa storia e cosa deciderà di fare Vis. Molti eventi fondamentali all’interno del romanzo non li ho citati, insieme a diverse e delicate meccaniche relazionali. Non voglio spoilerare nulla, il mio invito è di scoprirlo da voi, ricordandovi che è un volume intenso ma che mantiene un proprio passo, con scene d’azione e momenti pieni di tensione.
Ho amato questo volume iniziale e tutte le complesse e delicate dinamiche all'interno, non vedo l'ora di poter continuare questo pazzesco viaggio.
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