Pinocchio. Storia di un burattino tra cinema, illustrazione e fumetto

 


Autore: Matteo Calanna

Titolo: Pinocchio. Storia di un burattino tra cinema, illustrazione e fumetto

Trama: Fin dai primi esordi su giornale, Pinocchio ha sempre avuto uno strettissimo legame con l’immagine. In un viaggio attraverso i suoi mille volti, il volume analizza i rapporti tra il romanzo originale e i suoi principali adattamenti nel cinema, nell’illustrazione e nel fumetto, cercando di capire come un burattino di legno sia riuscito a destare l’interesse di un pubblico sempre più vasto e, al tempo stesso, diverso. Attraverso una così vasta disamina dei mille volti di Pinocchio, il volume cerca di dimostrare quale sia la forza del personaggio che, a distanza di 140 anni dalla sua prima apparizione e contro ogni iniziale apparenza e diffidenza (anche dello stesso autore),non smette di appassionare intere generazioni.

Prezzo di copertina: 29,90 euro.

Recensione.

Un saggio assai interessante sull’opera di Pinocchio, non solo dai suoi diversi approcci ma anche il modo in cui viene vissuta. Il volume è ben suddiviso in macro-argomenti che ci permette un viaggio approfondito tra le pieghe di una fiaba divenuta immortale
La storia del Burattino inizia nel lontano 1881 pubblicato a puntate nel Giornale dei bambini
L'autore Calanna scandaglia nella sua interezza non solo la figura di Pinocchio e il suo incredibile impatto, riconosciuto ancora oggi, ma analizza anche la figura del suo creatore, Carlo Lorenzini, conosciuto con il più celebre pseudonimo di Collodi. 
Il saggio parte da un’importante constatazione: ovvero l’influsso della mitologia sull’opera più celebre di Collodi. Le somiglianze con Metamorfosi di Ovidio, con la storia di Meleagro riguardante il ceppo di legno, che sta a simboleggiare il legame della vita con un oggetto. 
O il ricalco classico in un altro esempio è la scena celebre dove Pinocchio regredisce in un asino, che simboleggia l’ignoranza ottusa, l’episodio richiama l’evento di Lucio in Asino d’oro di Apuleio, entrambi i personaggi sono vinti da un’insaziabile curiosità che li spinge a soddisfarla nonostante tutto.
L'autore analizza le diverse interpretazione che si danno all’opera e ai personaggi che si trovano all’interno, tra cui spiega in modo coinciso le posizioni, ad esempio, di Bonanni e Biffi. 
La narrazione è scorrevole, precisa, che riesce a cibarti con una costante curiosità che spinge il lettore a continuare a leggere. 
C'è un excursus delle pubblicazioni di “La storia di un burattino” e i cambiamenti che l’opera ha avuto nel corso del tempo fino ad arrivare al titolo celebre di “Pinocchio”. 
Ad esempio, sapevate che Collodi aveva deciso di concludere Pinocchio al quindicesimo capitolo, dove il protagonista viene impiccato dal Gatto e dalla Volpe
Un finale che va totalmente contro alle tipiche conclusioni fiabesche a cui siamo abituati. E fu proprio l’editore che fece cambiare idea a Collodi (che l’autore stesso, accontentatolo, definì una bambinata).
Da qui il successo. 
E qui voglio riportare un passaggio del saggio fondamentale, che ci aiuta a comprendere a pieno l’incredibile notorietà di Pinocchio; una popolarità che non ha mai smesso di evolversi insieme alla società e cultura. Cito. “Come scriveva Italo Calvino: un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Questa definizione è quanto mai calzante per l’opera di Pinocchio. La sua possibilità di scrittura e riscrittura continua è piena dimostrazione di questa essenza, che trascende il suo autore, migra e pone le basi per tutti coloro che successivamente vorranno riprenderne le trame e i personaggi”. 
E se parliamo di evoluzione di società è inevitabile dover parlare di Pinocchio che approda sullo schermo. Gli adattamenti visivi daranno una nuova linfa al successo del burattino di Collodi
Io stessa ricordo, che alle medie, la scuola ci portò a vedere il film di Pinocchio con Benigni in versione Pinocchio del 2002 (particolare caso, in una nuova pellicola del 2019 lo stesso Benigni che prima interpretava Pinocchio si ritroverà qui a caratterizzare Geppetto). 
Il primo film italiano risale al 1911 ma la grandiosità viene raggiunta con la Disney, dove il veicolo dei temi muta. La Disney veicola positività, il riuscire a raggiungere i propri sogni impegnandosi, una crescita personale dopo sudate sfide, la speranza che prevale
Questa fresca impostazione ovviamente dà anche una nuova caratterizzazione dei personaggi che si muovono all’interno della fiaba, levigandone i bordi decisi. Come ad esempio, Geppetto, che si trasforma in un fabbricante di giochi e orologi (dunque non più povero) che desidera un figlio da amare.
L'autore del saggio continua mostrandoci come l’influenza di Pinocchio si espandi in diversi paesi, non solo con la realizzazione di diversi film e animazioni, ma anche attraverso giochi e fumetti e serie anime giapponesi (come Kashi no ki mokku). 
Questo amplio uso di Pinocchio porta, naturalmente, a diverse e importanti rivisitazioni della fiaba, che danno un peso e interpretazioni assai differenti tra di loro. 
È fantastico poter comprendere come l’opera di Collodi sia stata di grande ispirazione in mille modi differenti, riuscendo a calcare sfumature peculiari, a secondo di come si vuol vivere la scena e i modelli, come il Pinocchio di Garrone, che calca il misterioso e l’inquietante che la vicenda può dare. 
Tante differenti pellicole che si appropriano di una libertà espressiva che allarga gli orizzonti, i temi dibattuti e le interpretazioni che una figura come Pinocchio è in grado di regalare. Insomma, è come se fosse la bozza universale a cui tutti possono dare la forma che più gli aggrada. 
Il volume è un tesoro che va scoperto e gustato piano. Non solo per la facilità delle spiegazioni in uno stile scorrevole ed essenziale, ma anche per il gran bel impatto visivo, in quanto il saggio è ricco di immagini che aiutano il lettore nell’immersione di ciò che viene narrato. 
In particolare, è davvero bella la parte che l’autore dedica all’iconografia di Pinocchio, illustrazioni eleganti, realistiche, oscure o tendenti al fantasioso. Bianco e nero, ricchi di coloro sgargianti, pieni di dettagli o abbozzi voluti. Dai disegni classici a quelli contemporanei, che riflettono il passaggio dei diversi movimenti artistici. 
Il che ci porta ad aggiungere anche la nona arte, le grapich novel. Anche qui, l’autore è minuzioso nel descriverci l’evoluzione del burattino di Collodi in questo ambito (l’autore fa una sapiente sintesi della storia editoriale italiana). 
Ci districa nella capacità di prendere la fiaba e dargli una propria impronta. Ad esempio, Paronnaud adatta l’opera di Collodi a problematiche insite nella società contemporanea, dove l’importanza del profitto e del materialismo governano su tutto: Pinocchio, in questo caso, viene creato come uno strumento bellico da usare e soprattutto da cui poter trarre un cospicuo vantaggio. 
Il saggio si conclude con un importante accento all’opera cinematografica recente di Guillermo del Toro, un film d’animazione stop-motion, con un’ambientazione peculiare dell’Italia fascista. Dunque, il percorso che Pinocchio deve svolgere per arrivare all’autoaffermazione è colma di guerra, morte, orrore e paura, diverse sfide che lo portano a crescere, in una prerogativa di base assai intrigante, cito “La particolare condizione di Pinocchio, a metà tra l’umano e il burattino, lo porta a essere di fatto immortale, destinato a rinascere ogni volta che viene ucciso, col solo limite di dover trascorrere del tempo (che va via via allungandosi) nel Limbo”. 
È superbo e originale il capovolgimento che il film riesce a dare in chiave oscura e magica, tipica del regista spagnolo. Pinocchio, infatti, non deve mutare per forza in carne ed ossa per riuscire a raggiungere l’agognata crescita che da l’input alla storia con la scoperta dell’io, piuttosto, sogno gli altri personaggi che cambiano in relazione a Pinocchio. 
Ne siamo ormai diventati consapevoli: il volume è sintomo di grande ricerca e analisi, insieme ad un articolato indice suddivido in generi, nonché una sinossi dell’intero romanzo di Collodi. Si avverte la passione e il grande studio dell’autore nello scrivere questo ricco saggio
Concludo, dicendo che con questo prezioso volume ci siamo resi conto che l’immagine del burattino che prende vita è ormai conosciuto in tutto il mondo. Pinocchio nel corso del tempo è diventato autonomo dal proprio creatore, un’indipendenza che può condurlo in strade assai diverse, colme di libertà espressive, tutte da scoprire e soprattutto in una perenne evoluzione. Il bello dell’arte che non smette mai di stupire.

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