Un orizzonte più scuro. Storie della nostra Storia vol II


Autrice: Beatrice Da Vela

Titolo: Un orizzonte più scuro. Storie della nostra Storia vol II

Trama: Dai ruggenti anni Venti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la vita quotidiana di una generazione lontana si intreccia con storie e fatti straordinari, successi e fallimenti, lotte, guerre e rappresaglie. La Grande Guerra è finita, ma per i protagonisti dell’Ampolla di vetro è tempo di fare i conti con le sue conseguenze. Anita parte per insegnare in Sardegna e incontra una realtà di famiglie mutilate dal conflitto e di dispersione scolastica. Felice lotta con i suoi compagni perché anche in Italia scoppi la rivoluzione come in Russia. Nanni, insoddisfatto dell’armistizio e degli accordi di pace, trova in Mussolini e nelle sue idee una nuova ragione di vita. Verdiana non riesce ancora a conquistare quell’idillio familiare che tanto aveva desiderato. Nel tumulto del Biennio Rosso, le comunità di Castelfiorentino e Certaldo sperimentano speranze e illusioni, mentre l’orizzonte davanti a loro si fa sempre più scuro.

Prezzo di copertina: 18,00 euro

Recensione.

Ritorna la saga familiare Storie della nostra Storia, romanzi appassionanti che hanno la preziosa capacità di saperci catturare e far vivere un passato lontano che però sa rimanere vivido. 
Un orizzonte più scuro è il secondo volume (qui recensione del primo volume L’ampolla di vetro) e coprirà il periodo storico dagli anni Venti e Trenta, decenni ricchi di avvenimenti e lotte, entusiasmo e pessimismo. 
Il senso di precarietà ci avvolge fin dalle prime pagine, la guerra è finita, eppure, i problemi sono appena affiorati. E ricontraiamo i personaggi che abbiamo imparato a conoscere e amare, vediamo più da vicino a cosa sono intenti. 
  • Anita, è arrivata in Sardegna per insegnare in un piccolo paesino, tuttavia, dovrà fare i contri con l’assenteismo scolastico assai diffuso, attraverso lei diventeremo consapevoli di come istruirsi e andare a scuola sia percepito come un lusso; dunque, le famiglie povere preferiscono impiegare i figli nell’aiutare in casa o a badare le pecore.
    Anita è quieta e appassionata, scoprirà pian piano la terra in cui sta vivendo, una terra quasi a sé, con il suo linguaggio e i suoi ritmi. Insieme a lei scopriremo una Sardegna sconosciuta, selvaggia, semplice, con un accenno di magia e universo esclusivo femminile, come l’accenno al pozzo delle Java. 
  • Nanni, insoddisfatto dall’armistizio e soprattutto dal dover tornare alla sua vita semplice e faticosa di operaio...viene attirato come una falena dai discorsi di Mussolini, ancora solo giornalista che sta per fondare il proprio partito. 
  • Verdiana, moglie di Nanni, tenta di vivere giorno per giorno, preoccupandosi di sua figlia Aida e il nipote Ramesse, e la depressione nuova e pericolosa della sorella, Tosca. Attraverso Veridiana viviamo il dopoguerra della gente comune, attende il ritorno del marito dal fronte, fa economia, va a messa, non si interroga sui grandi ideali o dibattiti che stanno infervorando pian piano l’Italia, qualcosa quasi di astratto e lontano dalla sua realtà fatta di cucina, spesa, lavoro, bambini e desiderio di tornare ad essere felice con poco. 
  • Felice, fidanzato di Anita, cerca di tener salda la sua famiglia: il fratello tornato dal fronte passa le giornate in compagnie poco raccomandabili. Felice continua a lavorare in vetreria e segue con passione gli sviluppi della rivoluzione russa, e con timore il crescente nazionalismo che riscuote successo. 
Respiriamo un dopoguerra pieno, ricco di tiepide speranze che cercano un po’ di sole per poter crescere. Ma anche con nuovi problemi e drammi che porta strascicando il conflitto appena concluso e tutte le sue pericolose implicazioni: si deve far conti con PTSD, le fresche paure, il desiderio di cancellare gli anni di guerra, l’incapacità di tornare ad una vita quieta dove non si conosceva il terrore di lettere spedite al fronte, un posto vuoto al tavolo di famiglia, il rumore di aerei sopra le proprie teste. 
La narrazione è piena, scorrevole di una delicatezza capace di ferirci, soprattutto grazie alla capacità della scrittrice di saperci immergere nelle atmosfere del libro, con una semplicità che raddoppia la potenza di ciò che i personaggi vivono. 
Il romanzo è un respiro trattenuto mentre siamo in procinto di un nuovo corso di eventi che tramuterà in maniera irrimediabile la vita come si conosceva. Dolori, insicurezze, paure, desideri e volontà vorticano intorno ai personaggi, andandosi a scontrare con le innovazioni ed inquietudini del periodo: la tentata e poi fallita rivoluzione dei socialisti, la scissione con i comunisti e il desiderio di cambiare l’Italia che si tramuterà in cenere, il crescente supporto che ricevono i nazionalisti e l’ascesa preoccupante dei fasci di Mussolini.
È un’esperienza di lettura particolare, in quanto il lettore è consapevole degli avvenimenti che stanno accadendo e quelli che devono ancora verificarsi... ma ovviamente i personaggi no; sono in balia di turbamenti e ideali, si impegnano, lottano, credono, combattono e riflettono. 
C'è una mestizia dolceamara che ci permane leggendo le speranze dei nostri protagonisti, speranze che rimarranno chimere, poi cancellate dal tempo
Confermo il mio amore per i personaggi femminili di questa storia. Anita e Verdiana, due donne differenti tra di loro che, eppure, possiedono una nota di ferro incandescente che sa di poter bruciare.
Anita è giovane, spigliata e sa bene cosa sia voler avere dei diritti e soprattutto proteggere la propria conquistata indipendenza. 
Verdiana, invece, è un personaggio ermetico, non si interessa alle faccende politiche che animano tanto il marito e chi gli sta intorno, ma non perché non abbia una mente brillante, anzi. Riesce ad esprimersi con una chiarezza disarmante che riesce sempre a individuare il nocciolo del problema, è accomodante ma non si piega facilmente. E durante la narrazione, insieme ad Anita, mostrerà la sua fiera determinazione. 
Ma vediamo anche i due principali personaggi maschili del romanzo: Nanni è tutto preso dalla gloria per la patria che si rivelerà vana. Non solo per quello che lui credeva servisse la guerra, ma soprattutto per l’idea di eroe italiano che rincorre, pure a Fiume, senza mai effettivamente trovarlo. E questa amarezza cocente troverà nuova linfa nei discorsi di Mussolini. 
Nanni inizia ad intraprendere un percorso pericoloso, pieno di successo ma senza esclusione di colpi. È una domanda taciuta inizia a divenire un tarlo, oscurando la meraviglia brillante della sua nuova vita, ed è una domanda che inizia a porsi dopo aver rincontrato Felice, il suo amico della vetreria.
Quello che sta facendo è davvero giusto? 
E poi abbiamo Felice, ah, Felice! Sempre pacato eppure in lui inizia a dimorare un’agitazione che non riesce a diradare. Felice è un personaggio che riflette il periodo scombussolato e decisivo che si respira, si interroga se la lotta politica serva ancora a qualcosa mentre i fascisti iniziano a dimostrare la propria brutalità indicibile. 
Sa di essere su un baratro e non può fare nulla per cambiarlo. 
Infatti, uno dei temi portanti del romanzo è la forte componente politica che influenza le azioni e idee dei personaggi. Vedremo come nel dopoguerra la lotta diventa ancora più efferata, ribolle e degenera in violenza. 
Un altro tema, che ho apprezzato moltissimo, sebbene possa quasi essere percepito di sfondo ci viene rivelato attraverso Mallena, una delle allieve di Anita nel piccolo paesino della Sardegna. L'autrice riesce bene a darci uno scorcio di come doveva essere difficile poter continuare l’istruzione, soprattutto per le ragazze. 
I libri, saper leggere e poter pensare liberamente erano tutti grandi tabù per le donne, costrette ad essere destinate semplicemente ad aiutare nelle faccende domestiche in casa fino ad un eventuale matrimonio... dove avrebbero poi continuato a fare ciò che veniva loro richiesto in un'altra casa. 
Anita diventa acutamente consapevole di essere stata fortunata di poter essere stata cresciuta con una libertà bellissima che le ha permesso di raggiungere traguardi agognati. E lo stesso entusiasmo e voglia di sapere, Anita, lo vede riflesso negli occhi di Mallena, che però viene da una realtà più chiusa, retrograda, difficile...che con molta probabilità non le permetterà di spiccare il volo, relegandola ad un ruolo passivo per tutta la vita. 
Il miscuglio di emozioni che impatta il lettore è altissimo. C’è tristezza, angoscia, un senso di vaghezza che non si riesce ad esprimere ma che ti fa venire la pelle d’oca in certi passaggi. 
Ma c’è anche l’amore, che lega le pagine del romanzo, il senso di voler rincorrere la giustizia a tutti i costi, l’orgoglio di non piegarsi, il saper aiutarsi a vicenda, il trovare qualcosa per continuare ad alzarsi la mattina. 
Le mille e più sfumature che rendono la vita così complessa, con la sua potenza e la sua ineluttabilità. Viviamo la bellezza effimera, gli anni amari, il coraggio di difendersi, piccoli gesti di ribellione. 
Inoltre, l’autrice è stata brava nel saperci descrivere il periodo di ambientazione del romanzo, e non lo fa con descrizioni ridondanti ma piuttosto fa parlare i suoi personaggi. Attraverso di loro scopriamo la paura e la brutalità dei fasci, il senso di impotenza di fronte a maglie nere che sembrano volerti soffocare. L'indicibile che getta una cappa oscura che sembra stringersi sempre di più sui personaggi. 
La scrittrice ha dimostrato di essere abile nel saper levigare ogni dettaglio, riuscendo a regalarci un’opera che emoziona con la semplicità con cui la vita riesce sempre a stupire. 
E le nuvole nere si addensano nel cielo, rendendo tutto opaco e grigio. I fascisti prendono con la forza il potere e la coercizione, guidati da un’ideale cieco che ha fame. Ed ecco, nelle ultime pagine diventiamo consapevoli del cambiamento che sta per verificarsi. L'orizzonte si fa più scuro, nel preludio prima del boato. 
Intenso e bellissimo.


 

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