I senza luna. Storie della Cacciatrice vol I

 







Autrice: Samantha Grandotti

Titolo: I senza luna. Storie della Cacciatrice vol I

Trama: Tre ragazze sono state aggredite: i corpi straziati presentano squarci profondi, ferite provocate dalle zanne che affondano nella carne, dagli artigli che lacerano in profondità la pelle e i muscoli. Sembra essere opera degli ulfhednar, temibili esseri dalla forza di cinque uomini, che possono trasformarsi in lupi sanguinari nelle notti di luna piena. Laila è una Cacciatrice, sul lato sinistro del suo corpo è tatuata la pianta di stramonio, simbolo della sua Legione: il suo compito è quello di proteggere gli abitanti della Valle dagli ulfhednar. Fermare i responsabili delle brutali aggressioni non sarà però semplice perché le cose non sono come sembrano e dal passato affiora un dolore mai dimenticato, che Laila deve affrontare per giungere alla verità

Prezzo di copertina: 7,00 euro.

Recensione.

Primo volume della dilogia, Storie della Cacciatrice-I senza luna un dark fantasy dalle venature oscure e avventurose con accenni alla mitologia norrena, con una protagonista forte e intraprendente. 
Il wordbuilding non è molto conosciuto, l’autrice si concentra sull’andamento della storia che pian piano ci svela qualcosa in più sul mondo creatosi. Sappiamo che in questo Regno, la Valle, vige l’autorità del Governatore e vige un accordo tra gli umani e i lupi mannari per una pace assai traballante. 
Veniamo a conoscenza di diversi clan di lupi, ognuno con i propri tatuaggi, e soprattutto permane una solida diffidenza tra le due specie, alimentate da anni di odio, paura e desiderio di prevalsa. Interessante anche la parte dove l’autrice ci inoltra un po’ più a fondo nella Legione dei Cacciatori, un antico gruppo radicato nell’idea di avere come nemici gli ulfhednar e avere come principale compito quello di combatterli
Tutto ciò presuppone un addestramento assai brutale dove gli aspiranti Cacciatori vengono lentamente cibati a piccole dosi di stramonio, l’unico veleno capace di combattere le ferite inferte dai lupi.
Possiamo ben capire che le basi per una storia avvincente ci sono tutte, una storia che cresce man mano ci inoltriamo nella sua trama, con diversi personaggi e tematiche interessanti... e ci torneremo tra poco. 
I principali protagonisti sono: Laila, figlia del Governatore della Valle, è diventata una Cacciatrice con il compito di difendere la popolazione dai temibili ulfhednar, lupi discendenti dal dio Fenrir. 
Einar, invece, è l’Alfa delle Montagne Azzurre, il gruppo di lupi che abita vicino alla Valle. 
Abbiamo anche personaggi secondari delineati: Kaja, la sorellina di Laila, Bjorn e Askar, fratelli di sangue dell’Alfa, Alcide, un Cacciatore senior, e Eirikr, appartenenti alle Guardie Argenti. 
Come abbiamo detto una tregua vige su entrambe le fazioni, basata su accordi commerciali a cui dovrebbero beneficiare entrambe le parti, la situazione si complica maggiormente dopo l’aggressione a delle ragazze del villaggio, rivelandosi immediatamente essere più torbida di quanto ci si fosse aspettato: innanzitutto, le ragazze aggredite presentano segni di ferite da lupi mannari... ma ecco il fatto strano, le aggressioni sono avvenute senza Luna Piena
Ed è proprio il desiderio di svelare chi si cela dietro a queste aggressioni che Laila ed Einar si ritroveranno a collaborare, c’è diffidenza e rispetto tra i due mentre iniziano ad indagare sul caso. 
La narrazione è semplice e limpida, il punto di vista di Laila riesce a rendere la prosa scorrevole ed intrigante e mentre la seguiamo impariamo a conoscerla bene
C'è anche una buona capacità descrittiva che ci permette di visualizzare bene le scene, avvertire quel pizzico di pericolo e magia che permane l’aria, riuscendo bene a rendere anche i momenti di lotta (e con Laila in giro le scaramucce sono assicurate!). 
Facendoci risucchiare dalla sua trama diventiamo consapevoli della sua complessità, ci dimostra come diffidenza e paura del diverso siano profondamente radicati tra di loro
E non esistono solo due schieramenti, come si vuol far credere: in gioco ci sono diversi poteri e ambizioni che portano un peso sulla bilancia. 
Nella Valle, ad esempio, tra la Legione dei Cacciatori e le Guardie Argenti non scorre buon sangue, anche se entrambe dovrebbero combattere il nemico in comune e dunque essere più coese. Il Governatore pratica cautela nei rapporti tra le fazioni mentre altre persone di spicco e con un potere decisionale vorrebbero che la situazione con i lupi mannari si gestisse con un pugno più deciso. 
Anche tra gli ulfhednar vi è questa contrapposizione all’interno: chi è disposto a vivere pacificamente con gli umani, nonostante gli innumerevoli torti subiti, e chi invece spinge per una risposta più violenta e decisiva. 
Diffidenza e fiducia hanno un peso immane in questo volume, e tutti i suoi personaggi devono farci i conti: accettando il cambiamento, infrangendo le barriere d’odio o continuare nel proprio percorso di distruzione. 
Affrontando questa tematica i personaggi maturano tra di loro, rivelandosi un pochino di più. Vediamone alcuni da più vicino
Laila, è un bel personaggio. Schietta ma gentile, dubitosa ma razionale (beh... se non la fate arrabbiare, si intende). Approfondendo la storia iniziamo a divenire consapevoli delle sue più recondite sfumature: il desiderio bruciante di vendetta che l’ha nutrita e le ha dato la forza di continuare, dopo l’assassinio di sua madre; strettamente collegato al senso di dovere che si è sviluppato nel voler proteggere gli umani... un sentimento che non ha avuto riscontro con gli altri Cacciatori. 
Crescendo tra di loro, infatti, la nostra protagonista è divenuta consapevole che gli altri si muovono per odio, gloria o desiderio di potere. Questa scomoda constatazione l’ha resa una solitaria
Aggiungiamo il fatto che Laila ha sempre dovuto combattere per il proprio posto, scacciando via le pesanti aspettative che gli altri imponevano su di lei, dovendo costantemente dimostrare il proprio valore in quanto donna. 
Laila non si identifica in nessuna fazione, il suo desiderio di proteggere si estende verso tutti i meritevoli, ed è proprio questa sua impostazione che riesce ad esprimere un coraggio in una limpidezza disarmante. Laila combatte per ciò che è giusto, senza farsi influenzare da altri gruppi o antiche rivalità. 
E qui troviamo anche dei punti in comune con Einar: entrambi sono stati visti, per motivi differenti, come due reietti. Sanno cosa vuol dire solitudine e sono animati da un desiderio di giustizia che non incontra assoluto consenso. Queste somiglianze non fanno altro che farli avvicinare tra di loro.
Einar è un personaggio che si mantiene sulle sue, non sono ben riuscita ad inquadrarlo: sfuggente ed enigmatico. Un’Alfa che si preoccupa del benessere della sua gente, combattivo ma anche gentile, diplomatico (non tanto quando cerca di far arrabbiare Laila, ma nessuno è perfetto!) e dotato di quella fermezza pacata che chi è al potere dovrebbe avere. 
La trama prosegue e dopo la visita alla sacerdotessa Feya, alcuni punti iniziano a collegarsi tra di loto: un gruppo di licantropi sta cercando di perfezionare il composto che permette loro di trasformarsi senza l’influsso della luna, redendoli forti e brutali. 
Il pericolo inizia a stiracchiarsi, lento ma inesorabile, è una domanda inizia a stuzzicare il lettore. 
Chi è il vero nemico? 
Nuove incongruenze fanno irruzione nella scena, la nostra protagonista si ritrova in bilico tra sfiducia e il desiderio di giungere alla verità. Ma il percorso, già di per sé inerpicato, diviene ancora più insidioso di fronte a nuove e pericolose emozioni: incertezza, rabbia, dolore, tutti si mischia insieme creando un clima carico di tensione. 
E qualcosa tra Einar e Laila inizia a rovinarsi, un silenzio carico di freddezza e non detti li separa, aumentando la voragine. Una tensione carica di gelosia, esasperazione e un crudo bisogno che irrompe spezzando ogni confine tra ulfhednar Alfa e la cacciatrice solitaria
A questo riguardo, l’enemy to lovers è ben sviluppato. Inizialmente c’è contrito tra i due, venendo da due fazioni opposte che sono state in guerra per molto tempo, l’autrice gioca molto sul passo in avanti e uno indietro tra di loro, che riesce a caratterizzare questi due personaggi testardi, diversi ma allo stesso tempo molto simili. E poi la passione fuoriesce, bruciante e bisognosa, forse resa ancora più vivida dal pericolo onnipresente di disfatta che rappresenta gli ultimi capitoli del romanzo. 
Tradimenti, lotta, disagio, situazioni difficili, desideri sopiti, vendetta che esige di essere abbracciata, paura, accumulare più potere, la voglia di resistere. Avvertiamo tutto
E il momento della resa dei conti sta giungendo velocemente, instancabile, come il crescere inevitabile della Luna
Non ho sentito molto il pathos di determinate rivelazioni in quanto sono state di facile intuizione, tuttavia, è stato bello riuscire ad afferrare la portata che hanno avuto sui personaggi
Laila mi è piaciuta come protagonista, forte ma allo stesso tempo non eroina per forza e costantemente. Ha dubbi, incertezze, confusioni che lascia arieggiare, insieme a turbamenti personali.
Un personaggio che, senza dubbio, promette una maggiore incisività nel volume successivo. 
E poi, dopo notti buie e senza luna, un rimasuglio d’argento inizia ad emergere tra le tenebre, come le promesse tra insoliti alleati e sorrisi complici tra nuovi amici, la speranza si alza lieve ma decisa.
Concludiamo così questo primo volume, l’autrice è stata brava nel farci immergere con facilità nella sua storia, popolata da lupi e cacciatori. 
Ed è solo l’inizio, il viaggio di Laila ci è ancora nascosto, momenti difficili sono acquattati nella sua scia e altre incredibili sorprese con la promessa che sarà un viaggio indimenticabile.




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