Il sogno semplice di un amore
Autrice: Martina Tozzi
Titolo: Il sogno semplice di un amore
Trama: Inghilterra, XIX secolo. Lizzie ha vent’anni, vive a Londra e conduce una vita comune: non è ricca, e per mantenersi lavora in un negozio che produce cappellini alla moda, ma il suo sogno è quello di diventare un’artista. Da sempre sente il bisogno di trasporre su carta le fantasiose immagini prodotte dalla sua mente e adora la poesia, ma sa che per una donna senza mezzi non sono molte le possibilità nell’Inghilterra vittoriana, quindi è rassegnata a un’esistenza incolore. Una piovosa mattina del gennaio 1850, però, tutto cambia: a causa della sua folta e insolita capigliatura rossa, Lizzie viene notata da Walter Deverell, un giovane pittore entusiasta, che le chiede di posare per lui per un dipinto ispirato a un’opera di Shakespeare. Deverell è un membro del movimento preraffaellita, e Lizzie entra così in contatto con un ambiente vivace e stimolante, che sente subito congeniale, e con altri giovani artisti, tra cui Millais, Hunt e, soprattutto, Dante Gabriel Rossetti, carismatico, esuberante e sognatore. Inizia così una nuova vita per Lizzie, che in breve diventa la modella principale del gruppo e la musa di Rossetti. Infischiandosene delle convenzioni sociali, Gabriel e Lizzie passano tutto il loro tempo insieme, racchiusi in un bozzolo che è fatto solo di amore, di pittura e di poesia. Ma Lizzie non si accontenta più di essere semplicemente ammirata, vista con gli occhi degli altri, vuole essere lei l’artista e ricreare il mondo secondo il suo sguardo. Gabriel la incoraggia e Lizzie dimostra di avere del talento. Purtroppo, però, Lizzie e Gabriel dovranno affrontare molte sfide, tra i continui malesseri e le fragilità di lei, e gli sbalzi d’umore e le infedeltà di lui. Ma i due saranno sempre uniti dall’arte e da un amore che a tratti si fa simile a un’ossessione. Questa è la storia romanzata della pittrice, poetessa e modella Lizzie Siddal, che nonostante le difficoltà, le insicurezze e le angosce, ha votato all’arte la sua esistenza e ci ha lasciato delle opere intense e ricche di fascino.
Prezzo di copertina: 19,40 euro.
Recensione.
Ritorna l’incredibile ed emozionante penna di Martina Tozzi, che dopo la storia romanzata di Mary Shelly in Il nido segreto (ne parliamo qui) e le sorelle Bronte in Per la Brughiera (qui potete leggere la mia recensione), anche stavolta ci condurrà nelle pieghe del tempo a scovare e ridare lustro ad una pittrice, modella e poetessa del XIX secolo inglese. Stiamo parlando di Lizzie Siddal.
Preparatevi lettori, questo libro rimarrà incastrato dentro di voi, c’è troppa bellezza, troppa emozione, troppo amore, troppa Lizzie per concludersi.
Lizzie è una giovane donna che va controcorrente, veste comoda senza bustini e schiocchi orpelli della moda dell’epoca e lascia la sua chioma fuoco fluire libera dietro le spalle senza raccoglierla in acconciature. Mite e testarda, due qualità fondamentali che le permetteranno di affrontare la società e i suoi dettami, secondo cui una donna dovrebbe semplicemente obbedire senza osare innalzarsi.
La narrazione è vivida, come pennellate appena stese su una tela, struggente e immersiva, che non ci lascia via di scampo.
Saremo risucchiati in questa storia, narrata in maniera abile, e catturati dal carattere della nostra protagonista, Lizzie. La capacità descrittiva dell’autrice è immensa, possiamo avvertire tutto il grigiore di Londra, le lunghe e tediose ore di lavoro che Lizzie passa nel retrobottega a cucire, la quotidianità della sua vita che ad un certo punto viene sferzata da una ventata di colore, desiderata ma mai davvero auspicata.
Il giovane pittore Deverell le chiede di essere la sua musa e impersonare Viola nella tela che sta dipingendo sulla Dodicesima notte di Shakespaeare. Essere una modella all’epoca veniva visto come qualcosa di estremamente sconveniente e immorale, ma la madre di Lizzie le da il permesso per iniziare a posare, facendo sfiorare a Lizzie un mondo che aveva solo guardato da lontano.
Ed è davvero solo l’inizio, anche il gruppo di amici e artisti di Derevell rimarrà incantato da Lizzie e le chiederanno di posare anche per loro. Nomi che diventeranno celebri, abbiamo: Dante Gabriel Rossetti, William Hhunt, John Everett Millais. Un gruppo giovane di amici che firma le loro opere con PRB, che sta a significare “Pre Raphaelite Brotherhood” ovvero la Confraternita dei Preraffaelliti, che inneggiano l’amore per il reale e il vero nei quadri, lasciando perdere l’eccessivo accademismo a cui le opere dovrebbero sottostare.
La potenza della nostra protagonista è disarmante, razionale sì ma capace di vagare nell’immaginazione più fervida, attingendo ad emozioni che poi trasforma in pennellate, versi o personificazioni. Lizzie diviene Viola, poi una donna senza nome al bordo di una tela, la celebre Ophelia, Beatrice, una musa eterea che suscita ispirazione negli artisti.
E la stessa Lizzie sembra sbocciare, ha sempre amato l’arte e adesso può toccarla con mano, entrare nel suo turbine di meraviglia e creazione.
In quest’atmosfera di tripudio per l’arte Lizzie incontra Rossetti, l’artista esuberante, il pittore enigmatico ed affascinante. Che diviene complice, amante ed insegnante. Sid, Guggum, i nomignoli affettuosi che fanno crescere il loro rapporto, diventando qualcosa di solido e grande, nonostante di matrimonio non si parli. Lizzie si innamora di Gabriel, e lo stesso Gabriel si lega a Lizzie in un modo viscerale, bisognoso... che cambierà la vita ad entrambi.
Lizzie, dunque, viene resa Arte, ne diviene il cuore pulsante ma anche la mano che pennella. C’è così tanto in questa donna, tante sfumature inafferrabili, che la narrazione dell’autrice riesce a farci percepire lasciandoci totalmente spiazzati. Quanta forza, quanta passione, quanto impegno!
La prosa muta con la storia. C'è un’indole poetica che scorre al suo interno, lieve come sussurri d’amore o impetuosa in preda a deliri artistici. La stessa Lizzie quieta, nasconde un cuore bruciante di ambizioni e passione per l’arte. Un fuoco che dopo aver conosciuto i preraffaelliti divampa contento di aver finalmente uno spazio di movimento.
Il romanzo ripercorre diverse opere che poi diventeranno celebri, alcune di loro dove la stessa Lizzie posa, e l’autrice è stata brava nella caratterizzazione dell’atmosfera e nel saperci guidare nell’arte del XIX secolo, di cui i Preraffaelliti portano rivoluzione, che viene criticata e poi apprezzata nel mondo letterario. E in questo turbine tra innovazione e tradizione troviamo Lizzie, che desidera dedicarsi alla pittura ma che ha un profondo timore di come possa esser vista la sua occupazione, terrore che i suoi disegni non siano all’altezza delle altre opere del momento.
Il mondo degli uomini non vede di buon occhio le giovani intellettuali, ma Gabriel è un fervido sostenitore delle abilità di Lizzie, e grazie alla sua incrollabile fiducia Lizzie continua a disegnare e dipingere. Gabriel introduce la sua Sid alla signorina Howitt e ad altre pittrici, traduttrici e scrittici.
Il mondo di Lizzie si allarga in modo caloroso, con queste incredibili donne Lizzie sente di avere un’affinità importante, nessuno viene giudicato per le sue aspirazioni e il desiderio di voler essere indipendenti. Si discute di libertà, diritti e di politica; e si accenna anche alla legge inglese sul matrimonio, dove le donne avrebbero dovuto passare tutti i loro beni e guadagni al marito, di fatto non possedendo nulla di loro.
Gli anni scorrono, Lizzie e Gabriel sono sempre più uniti e innamorati, dipingono, discorrono, vivono.
Lizzie, dopo aver posato per Ophelia, è diventata di salute cagionevole e spesso deve riposarsi tutto il giorno quando invece vorrebbe solo disegnare; in questo frangente Lizzie sviluppa una dipendenza dal laudano che allieva il dolore.
La nostra protagonista desidera anche avere il riconoscimento delle sue opere, e avviene con il celebre critico artistico Ruskin che compra tutte le opere di Lizzie, definendole innovative. È un passaggio fondamentale, Gabriel ha sempre creduto fermamente in lei, ma avere un critico letterario che spenda soldi per avere le sue opere è l’atto che la incorona come una vera artista.
Il fuoco dell’arte che anima Lizzie arde come non mai.
Una delle più preziose capacità dell’autrice, personalmente, è riuscire attraverso la narrazione e la storia di portarci vicino ad una figura vissuta secoli prima. Martina Tozzi riesce a condurla a noi, la riusciamo a visualizzare, a cogliere i turbamenti interiori che la agitano, il suo desiderio di sperimentare attraverso una tela, la sua grandezza. Credo che nulla sia più appassionante in un libro, ritrovarci legati alla sua protagonista e dunque incapaci di distogliere l’attenzione dalle pagine.
L'immersione è assoluta. Si avverte l’odore penetrante dei pigmenti, i pennelli ricchi di colori lasciati ad asciugare, tele che sono nel magico processo di diventare qualcosa. Eppure, il colore sembra essere tutto catturato da fulgidi capelli rame, da una creatura esile ma ricca di immaginazione e avvolta in una fierezza e desiderio di indipendenza che provoca un forte orgoglio nel cuore del lettore.
Ma l’amore incrollabile che sembra legare strettamente Gabriel e Lizzie inizia a sfilacciarsi. Un'altra modella, Annie e poi Fanny, sembra essersi insinuata nella vita e negli schizzi di Gabriel.
Il cuore sprofonda mentre gustiamo il risentimento, la rabbia, l’incapacità e la sofferenza di Lizzie in quest’amara scoperta.
L'autrice dimostra, ancora una volta, la sua abilità nel riuscire a scavare dentro un personaggio che riesce a farci avvertire come se fosse parte di noi. Sentiamo come nostro ogni aspetto della vita di Lizzie, i suoi timori e le sue certezze, c’è fragilità nella sua essenza, soprattutto dovuta alla dipendenza che sente da Gabriel. Eppure, questa fragilità tagliente non soppianta l’intraprendenza di Lizzie, la sua meravigliosa capacità di avanzare, anche da sola.
Ah, ma il tormento dell’assenza di Gabriel è qualcosa a cui Lizzie non sembra poter abituarsi, è tutto troppo vivido, troppo crudo per fingere che non ci sia, ed ecco che torna a Chatham Place con il suo Gug, che giura che lei sia l’unica che ama.
Ma qualcosa nel loro amore sembra essersi spezzato. Qualcosa che anni prima sembrava pronto a resistere a mille intemperie... adesso si sta sfaldando.
Ah, il cuore del lettore non è pronto al dipanarsi degli eventi. La tragedia dell’amore e della sua assenza, Lizzie attraversa tutto, vivendo con dolore, disperazione e rabbia. Eppure, nonostante tutto, mai domata. Mai piegata. Lizzie è sola sì, ma libera.
Tuttavia, la malattia che si è avviluppata intorno a lei continua a renderla debole, la vita di Lizzie si assottiglia, velocizzata anche dalla afflizione di Guggum che la scava, la gelosia per le altre donne, in salute. Lentamente viene annientata.
E poi il sortilegio di cui sembra esser caduta la nostra Lizzie si dirada. Come la primavera che giunge dopo un brutale e lungo inverno: Lizzie torna a sbocciare, amata, voluta.
La vita appare dolce e soave di nuovo con Gabriel, con gli amici, con la pittura. Tra tanta serenità e promesse di un avvenire rigoglioso, a Lizzie viene riservato un nuovo dolore, impronunciabile e crudele. Quanto altro dolore può sopportare un cuore stanco? E la dipendenza con il laudano diventa più fitta.
Quanti sospiri ha catturato questo romanzo durante la lettura! Quante gioie effimere, quanti dolori rapaci, inframmezzati da colori vividi su tele, la fantasia di Lizzie che corre senza stancarci, la devozione all’arte che ha modellato la sua intera esistenza.
La potenza del volume sta tutta qui: nel saperti legare in maniera viscerale a ciò che accade a Lizzie, non avvertendo più la distinzione tra il vissuto e la lettura. E Lizzie diviene carne, torna in vita attraverso la prosa magnifica dell’autrice e al palpito che emoziona i lettori.
Voglio ricordarla così Lizzie, tenace nonostante tutto, caparbia, struggente, con un desiderio semplice che l’ha resa agognante e vivida per tutta la vita. Un lungo sogno che la riporta al risveglio.
Una ragazza poi donna che è riuscita ad agguantare il desiderio di diventare artista e attraverso ciò, rientra a far parte di quelle persone che hanno vinto la morte rendendosi immortali in tele di incanto che non raccontano mai solo una storia. E che ancora oggi sono tele attraversate da occhi colmi di sorpresa e ammirazione.
Modella, pittrice, poetessa. Leggenda, condanna, affermazione. Lizzie semplicemente eterna.
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