Un Regno di Quarzo. Trilogia The Sacred Stones vol III

 


Autrice: Kate Golden

Titolo: Un Regno di Quarzo. Trilogia The Sacred Stones vol III

Trama: Kane Ravenwood, il re del regno di Onice, attraverserebbe l’intero continente pur di difendere Arwen Valondale – lei che si è sempre sentita una nullità, che ha sempre pensato di non valere niente, eppure ha scalato vette inimmaginabili, si è immersa nelle profondità del mare e ha compiuto imprese straordinarie, lottando contro incertezze, paure ed emozioni per il bene delle persone che ama. Ma cosa succederebbe se i loro cuori fossero destinati ad allontanarsi, costretti a separarsi dopo essersi davvero conosciuti per la prima volta? Se il loro amore dovesse irrimediabilmente finire, soffocato dalla spietata crudeltà e dai malvagi piani di Lazarus, il sovrano dei Fae di Lumera? Dopo tutto ciò che hanno vissuto, Arwen e Kane sono disposti a proteggere Evendell a qualunque costo: nessun sacrificio è troppo grande, nessun nemico troppo potente. Perché se falliscono, entrambi i regni saranno condannati per l’eternità.

Prezzo di copertina: 19,90 euro

Recensione.

L’ultimo volume della trilogia The Sacred Stones è qui! Il romantasy dual pov ricco di fae, sfide e tante emozioni torna per conquistarci un‘ultima volta. 
Per tutte le Gemme io non sono pronta a questa fine! Il secondo volume, Una Promessa di Peridoto, ci ha lasciati sbalorditi e qui, infatti, il terzo volume prende immediatamente il sopravvento. 
Troviamo Kane, straziato di dolore e angoscia mentre prova a scalare la montagna di ghiaccio e giungere finalmente a Corvo Bianco, per poter convincere il vecchio mago che dimora lì un fae puro per poter sconfiggere il crudele padre, una volta per tutte. Ci imbattiamo in un Re di Onice che non ha più nulla da perdere, convinto che il suo passerotto, Arwen, sia morta
Ma noi lettori sappiamo che non è così: Arwen è stata rapita e imprigionata nella torre del palazzo del perfido re Lazarus, nella sua capitale Solaris, a Lumera. Qui la torturano togliendole il Lumen, tenendola sempre debole e priva di magia. I suoi carcerieri sono due guardie che la tengono costantemente d’occhi, il perfido Maddox e il quieto Wyn, che le impediscono di uscire dalla sua stanza.
Il suo soggiorno è confortevole eppure parecchio insidioso…Arwen viene trattata come un mero oggetto, chiamata a dover dare eredi al re. 
Insomma, entrambi i nostri protagonisti sono davanti a delle sfide ostiche: Kane che nonostante tutto deve andare avanti nel suo obiettivo e Arwen che deve sopravvivere dentro la corte pericolosa e nemica di Solaris. 
Le premesse per un romanzo finale emozionante ci sono tutte! E qui rincontriamo tutti i personaggi secondari a cui ci siamo affezionati nel corso di questa dinamica avventura: Griffin (vi prego dategli una gioia!), Mari, Leigh, Dagan, Ryder, Beth, Barney. 
La prosa è fluida, piena, capace di saper narrare gli eventi che investono con forza. L’autrice è brava a bordare le descrizioni rendendoci partecipi di ciò che avviene nella scena, rivelandoci con semplicità la determinazione dei suoi protagonisti ma anche le profonde vulnerabilità a cui sono alle prese: lontani, soli, in costante pericolo. 
Le prime duecento pagine volano e non te ne rendi conto; devi sapere cosa accadrà. Arwen arde di rabbia in modo splendido. Costretta nella torre a dover vestire i panni incerti della futura sposa di Lazarus per dare la prole pura che tanto anela. Cercano di tenerla mansueta con la coercizione, minacce, paura… ma la nostra protagonista non vuole arrendersi. Non può. La sua impotenza per ciò che le fanno, la sua solitudine e la sua furia alimentano la scintilla di Lumien che torna a formicolare nel suo corpo. 
Kane, dal canto suo, diviene il re che il suo popolo merita… pronto a lottare e dare tutto per loro. Non importa se morirà nel tentativo: senza Arwen nulla ha più un senso, gli rimane un solo compito, quasi impossibile. 
L’angst di inizio romanzo è tanto e noi lo respiriamo tutto, avidi di questa storia. Ci addentriamo in luoghi oscuri e in tempi incerti. È un romantasy dagli elementi forti che funzionano bene tra di loro: magia, fae, streghe, profezie, regni in combutta, creature magiche, equilibri in precario e ora si aggiunge nuova carne al fuoco: il re ribelle di Lumien, la ricerca di alleanza con la Regina Scarlatta del Regno di Quarzo, definita Folle; i fae emolita come Aleksander. 
La scacchiera è piena di pezzi di cui ancora non conosciamo gli intenti, si muovono, si studiano, attendono il loro giusto momento. Alleati, traditori, amici e nemici. La tensione si carica. 
E parliamo delle ambientazioni del romanzo. Finalmente vediamo Solaris, nominata fin dal primo volume. Il castello è sfarzoso e stravagante oltre ogni misura, qui tutto è portato all’eccesso per colpire con il potere e la ricchezza. Ma… se volgiamo lo sguardo oltre l’opulento e scintillante castello troviamo solo povertà, fame e miseria. Fuori la valle è oscura, disperata, che pullula di gente disposta a tutto pur di sopravvivere, pur di mettere mano su un poco di lumien. 
Shadowhold invece ormai la conosciamo come se fosse casa: il castello imponente e la vita calda che avviene all’interno delle sue mura. Ci sposteremo anche a Revue, la capitale del Regno di Quarzo, diversa dalle altre città del romanzo: sensuale, industriale, caotica e intellettuale. 
Il dual pov, così come nel secondo volume, per me si è rivelata la scelta vincente. Adoro il dinamismo che si crea, i due punti di vista che collidono
Kane e Arwen semplicemente adorabili. Ombra e luce. Nel loro amore c’è passione, tormento, tenerezza e un desiderio di proteggere l’altro che disarma. Ma tutto è accompagnato da una cappa di paura soffocante: la certezza amara che uno dei due dovrà alla fine sacrificarsi per poter debellare una volta per tutte Lazarus. 
L’amore che si scopre forte nelle intemperie, nella violenza cruda che li circonda rende tutto più vivido e ruvido, con un bisogno viscerale di avere l’altro. A questo proposito, lo spicy è ben calibrato all’interno. Ogni momento vissuto tra di loro viene assaporato con un tormento di fondo che si manifesta negli occhi lucidi, nella mano che cerca, nel desiderio di stringersi ancora, un altro po’. Rimandare l’inevitabile che avanza inesorabile
Tra gli eventi che si susseguono veloci, tra ricerca di alleanza e decisioni ardue da prendere, è bello poter avvertire una meravigliosa tensione tra Griffin e Mari, ah questi due! (esigo un libro a parte solo per Griffin, lo merita tutto). Mari è alle prese con la soffocante sfiducia in se stessa e con una magia che non riesce bene a governare. Griffin è taciturno ma sovraccarico di tutti i tragici eventi che si intrecciano tra di loro, eppure, il nostro comandante non smette di seguirla, come una falena che anela di bruciare nella fiamma ma non sa bene come esprimerlo
La storia prosegue bene, con un ritmo dinamico che viene accompagnato sempre da qualcosa che accade, spingendo i nostri personaggi a raggrupparsi, pianificare, agire. C’è una parte un pochino stagnante ma ci sta: i personaggi, come ho detto, devono fare il punto della situazione, i pro e i parecchi contro che si rivelano mentre la battaglia finale si avvicina velocemente. 
Poi, il caos esplode, improvviso e imperdonabile. Il cuore del lettore si strazia. La battaglia finale irrompe nelle pagine con una cruda violenza, macchiandole di morte, orrore e forza per resistere. La magia si intreccia a promesse, la ferocia rende tutto più di impatto e non c’è un attimo di respiro. Occhi rossi che invadono il campo, urla di resilienza che continuano ad aggrapparsi a qualcosa. 
La narrazione adesso ha un ritmo serrato. Tutto è in bilico, pronto a cedere. Il baratro chiama e il destino, che si è sussurrato, sperato e poi angustiato nei primi due libri, adesso è chiamato a verificarsi. Tratteniamo il respiro mentre giriamo la pagina… Luce e tenebra. Speranza e condanna. Liberazione e sacrificio, e quel qualcuno che impugna la Lama del Sole, in modo splendido e terrificante. 
Una giusta fine per una trilogia che non ha smesso di regalarci tante emozioni, due protagonisti che crescono e una storia che rimane una preziosa scintilla di Lumien per sostenerci, anche nei momenti bui. Bellissimo.

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